È la notte tra il 9 e il 10 luglio del 1943. Prima l’effetto a sorpresa ottenuto con un’operazione di depistaggio messa in atto dagli inglesi che sguarnisce le difese tedesche, poi l’attacco all’Europa nazifascista: in appena 39 giorni la Sicilia passa agli Alleati. 
 
Appoggiata da 3.200 navi e con la copertura di centinaia di aerei, i reparti d’assalto sbarcano sulle spiagge dell’isola. Alle ore 2.45, prima dell’alba, scatta “Operazione Husky”, imponente azione militare che anticipa di 11 mesi lo sbarco in Normandia e avvia la liberazione dell’intera Europa. Dodici minuti dopo, alle ore 2.57, i primi carri armati americani arrivano sulla spiaggia di Mollarella e Poliscia, a Licata. 
 
Scenderanno rapidamente a terra i primi 20.000 soldati. In 24 ore saranno 160mila.
L’idea di invadere la Sicilia era emersa a Londra nel 1942, quando vennero fissati due obiettivi strategici per gli Inglesi nel Mediterraneo: Sicilia (in codice  Husky) e Sardegna (Brimstone), opzione quest’ultima poi scartata perchè troppo lontana dal continente. Dopo aver sconfitto le truppe italo-tedesche a El Alamein in Egitto e dopo il successo dell’invasione di Marocco e Algeria, gli Alleati sono pronti per la conquista del Nordafrica ma già preparano la mossa successiva. La Sicilia, a soli 130 km dalle coste tunisine, diventa rapidamente la “porta per entrare in Italia” e l’approdo strategico per il primo grande attacco “alla Fortezza Europa”.  

 Sbarco della 7° Armata Usa a Gela il 10 luglio del 1943

 Sbarco della 7° Armata Usa a Gela il 10 luglio del 1943

 

Oggi, di questo evento, si celebra un anniversario importante: 70 anni da una data che, con l’invio di 7 divisioni di fanteria (tre britanniche, tre statunitensi e una canadese) in quella che si rivelò fra le più massicce operazioni navali mai realizzate sino ad allora, segna ufficialmente l’inizio della “Campagna d’Italia”.
 
I tedeschi temono un attacco in Grecia e sguarniscono l’Isola. Americani ed inglesi decidono invece di puntare sull’Italia, “il ventre molle dell’Asse” come aveva detto nella decisiva Conferenza di Casablanca del 14 gennaio 1943 Winston Churchill. 
 
Pianificazione e organizzazione vengono affidate al generale Dwight Eisenhower, già comandante delle forze Alleate in Nordafrica. Le unità impegnate appartengono alla 7ª Armata Usa al comando del generale George S. Patton (Sicilia occidentale) e l’8ª Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery (Sicilia orientale). Il generale Alexander è al comando di tutte le forze di terra, l’ammiraglio Cunningham di quelle navali, il maresciallo dell’aria Tedder a capo delle forze aeree alleate.
La 7ª Armata Usa tocca terra nel tratto di costa compreso tra Licata e Gela. L’8ª Armata inglese sbarca sul versante ionico tra il promontorio di Pachino e la piazzaforte di Siracusa-Augusta.

 Giornale dell’epoca racconta la rapida conquista della Sicilia

 Giornale dell’epoca racconta la rapida conquista della Sicilia

 
Già la mattina del 10 luglio nel Municipio di Licata si insedia il Maggiore Frank Toscani, a capo degli affari civili del Governo Militare Alleato. Nei giorni successivi cadono senza troppe resistenze Agrigento (il 16 luglio), Caltanissetta (il 18 luglio), Palermo e Trapani (il 22 luglio).
 
 Inefficace il contrattacco affidato soprattutto ai militari italiani: 4.325 morti, 32.500 feriti e 116.681 prigionieri. Prevale il senso di disfatta. Non hanno più presa le parole del Duce che alla radio invita “a congelare il nemico sul bagnasciuga”. 
La notte tra il 24 e 25 luglio l’ordine del giorno che sfiducia Mussolini viene approvato davanti al Gran consiglio del partito fascista: il Duce deve dimettersi e cedere il potere.
 
La notizia del crollo del regime arriva ai soldati che combattono ancora accanto ai tedeschi. Badoglio, nuovo capo del governo, proclama che la guerra continua, ma è ormai certo che si pensa già all’armistizio.
 
Nel frattempo Patton si incammina verso est per raggiungere le truppe britanniche che, dopo aver incontrato maggiori resistenze, stanno sfondando la linea dell’Etna. Il prossimo obiettivo è lo Stretto. La “Campagna di Sicilia” è alle battute finali: Catania cade il 5 agosto, Messina il 17 ad opera del generale Patton. 
La ritirata italo-tedesca si fermerà a Salerno, dove riprenderanno i combattimenti. 
 
 

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