La Toscana è la terra di antiche tradizioni che, tramandate di generazione in generazione, rivivono ancora oggi in affascinanti eventi che celebrano la Pasqua.
 
Tra i più suggestivi lo Scoppio del Carro a Firenze, il Palio delle Botti a Bibbona (LI) e l’ostensione della Sacra Cintola di Maria a Prato. A Firenze, già alcuni secoli avanti il mille, si usava recare in ogni casa il fuoco sacro “a modo si facea in Jerusalem”: un sacerdote, traendo una scintilla da una lente o da una selce accendeva un cero, e da questo prendevano le loro fiammelle tutte le altre candele.
 
Poi, agli inizi del Trecento, si usarono tre pezzi di selce, che, secondo una leggenda, erano tolte dal santo sepolcro e donate da Goffredo di Buglione alla famiglia dei Pazzi: attraverso i secoli, e grazie alle naturali attitudini artistiche fiorentine, si giunse al costume del carro, carico di fuochi d’artificio.
 
La mattina di Pasqua il carro viene trasportato da buoi bianchi dal piazzale di porta al Prato fino al Duomo. Viene poi teso un filo di ferro che unisce il carro all’altare maggiore del duomo. Lungo questo filo viene installata una colombina che porta nel becco un ramoscello di olivo: questa colombina deve scivolare lungo il filo verso il carro con la miccia accesa per incendiare i fuochi d’artificio contenuti su di esso. 
 
Infatti durante la S. Messa, al momento del “Gloria”, l’Arcivescovo accende i razzi della “Colombina”, la quale scorre lungo un filo, percorrendo tutta la navata centrale; qui appicca il fuoco ai mortaretti piazzati sul “Carro”, segue poi il percorso inverso tornando all’altar Maggiore. Se tutto si svolge senza intoppi per la città sarà un anno fortunato.
 
In altre località, invece la ricorrenza pasquale è vissuta in modo più sentito nei giorni che precedono la resurrezione di Cristo, ad esempio a Cortona sono note le processioni del venerdì Santo quando, in notturna, viene portato in processione Gesù, la Madonna addolorata e alcuni simulacri che riproducono i fatti più salienti della passione di Cristo.
 
Questa manifestazione è seguita dalle compagnie laicali della città i cui membri sono vestiti con costumi d’epoca; anche le varie statue sono tutte risalenti ad epoche antiche, per questo molto pregevoli dal punto di vista artistico. Poi la notte che precede la Pasqua viene celebrata una Messa nelle chiese e il tutto viene preceduto da un “gloria” ovvero dalla riproduzione o interpretazione della resurrezione di Cristo.
 
A Cortona questo evento viene detto “volo” perchè il Cristo allo scoccare della mezzanotte viene portato a spalla da alcuni uomini e in corsa fino all’altare maggiore; in altre località, invece,si fa buio nella chiesa e all’ora stabilita dopo un rullio di tamburi si rifà luce e si scopre il Gesù posto nell’altare maggiore. Insomma ogni comunità dà un’interpretazione scenografica del ritorno alla vita del figlio di Dio.
 
Il giorno di Pasqua tutti i toscani di prima mattina si ritrovano intorno ad una tavola tutta bianca e imbandita con uova sode benedette, “panine” (pane condito), prosciutto e capocollo, dolci di varia tipologia per una colazione insieme a tutta la famiglia. Poi segue il pranzo che nella tradizione prevede: crostini neri, bianchi e rossi , tortellini in brodo di gallina, galantina, agnello arrosto, contorni vari e dolci, per lo più ciambelloni e ciambellini, il tutto bagnato da buon vin santo. 
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