Lo sport italiano è tornato nella bufera fagocitato, nuovamente, dalla pesante ombra delle “scommesse” clandestine. Giusto il tempo di metabolizzare quanto accaduto due anni fa (correva l’estate del 2012) nel mondo del calcio, che all’orizzonte si è stagliato un nuovo intricato caso di soldi, partite “taroccate” e loschi affari. Il solito marcio che però stavolta rischia di sgretolare l’insolito e mai dubitato mondo del tennis con due dei tennisti italiani più famosi e spesso e volentieri nel giro della nazionale finiti sul “taccuino” degli inquirenti. 
 
E i due nomi che sono saltati fuori sarebbero quelli di Daniele Bracciali e Potito Starace a cui carico sarebbero emerse non solo chiamate e sms ma perfino interazioni su Skype, che accerterebbero i contatti tra scommettitori ed atleti. Il tutto ora è in mano alla Procura di Cremona e al pubblico ministero Roberto de Martino, che cercherà di fare più luce sulla vicenda. 
 
Sarebbe saltato fuori anche il nome di un personaggio legato a Beppe Signori, che è stato coinvolto nel calcioscommesse e finito ai domiciliari nel 2011, il suo commercialista Manlio Bruni. Tra Manlio e Bracciali potrebbero esserci state delle trattative di combine non andate a buon fine di una partita del 2007 di Daniele (Bracciale ndr) contro Jenkis a Newport. Fu un amico dei due, tale Goret, a presentarli. Bruni a quanto riportano le intercettazioni, chiese a Bracciali (“braccio78″ su Skype) di vincere il primo set, “e se possibile andare avanti anche nel secondo”. 
 
Le cifre parlano di una cifra pari a 50 (mila euro?) per set. “Di solito ci offrono 50 – dirà Bracciali – poi dipende comunque domani preferisco giocarla, magari per una prossima volta”. “Se lo vinci siamo a posto e 50 per te… 50 per un set mi sembra buono”. 
 
Nonostante i tentativi di forzare la trattativa da parte di Bruni, Bracciali allora preferì non immischiarsi, preferì “giocare normale” come disse nella conversazione. Non avrebbe però potuto denunciare il tutto al Tennis Integrity Unit, l’unità per la salvaguardia dell’integrità del tennis dalla corruzione e dalle scommesse? 
 
I due sono tornati a sentirsi in occasione della squalifica di Di Mauro, (purtroppo l’Italia detiene il triste primato di aver avuto il primo tennista nella storia punito per le scommesse con una squalifica di 9 mesi ed una multa di 40mila euro, sebbene non avesse scommesso sui suoi incontri). 
 
“Ti hanno interrogato?”, chiede Bruni. “Ancora no”. Bracciali: “Mi hanno già chiamato. La mia situazione è 40 volte meno quella di Di Mauro che ha giocato 7.000 fino a un mese fa”. Bracciali, coinvolto nel caso, subirà una squalifica di tre mesi e una multa di 20mila dollari, assieme a Starace, a cui toccherà una multa di 30mila dollari e 6 settimane di squalifica.
 
 
Le chat su Skype coinvolgono appunto anche Potito Starace. La conversazione che lo riguarda risale a poche ore prima di una partita dell’italiano con lo spagnolo Andujar nell’aprile del 2011, partita che perde 6-1, 6-2. Erodiani, l’allibratore di Pescara, avrebbe chiesto ad un tale Corradino che su Skype figurava come soldatomercenario11. “Starace ha fatto un assegno in garanzia?????”. “Sì”. E Corradino spiega che la puntata sulla sconfitta dell’italiano è certa. 
 
Brutta storia, ovviamente tutta da chiarire e investigare, che però ancora una volta mina la credibilità dello sport italiano, divenuto sempre più territorio di conquista di personaggi spregiudicati e pronti a far pezzi la reputazione e l’animo degli sportivi.
 
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