Può una disputa storica – sia pure nell’Italia dei campanili – nascere a distanza di settant’anni? Eccome, se può. Il motivo del contendere? Dove avvenne esattamente lo sbarco delle truppe alleate, il 22 gennaio del 1944, che quattro mesi dopo originò la liberazione di Roma.
Uno sbarco che, per settant’anni, è stato definito di ‘Anzio’, ma che adesso la vicina Nettuno contesta. In modo plateale se è vero che – la scorsa settimana – nell’ambito dei festeggiamenti per la ricorrenza che ha richiamato sulle coste del litorale laziale ambasciatori, reduci, appartenenti alle forze armate – le due città, Anzio e Nettuno, appunto, hanno deciso di organizzare separatamente gli eventi, partecipando reciprocamente solo a poche cerimonie ufficiali.
Cosa contesta Nettuno? Il fatto che lo sbarco alleato – in cui gli americani della Quinta Armata persero circa trentamila uomini tra morti, feriti e dispersi, gli inglesi dodicimila soldati, i tedeschi addirittura più del doppio – sia sempre stato definito di Anzio. Tralasciando – come sostiene l’amministrazione comunale di Nettuno – che migliaia di soldati, in quella chiara alba di settanta anni fa, misero piede proprio sulla spiaggia del paese, confinante con Anzio.
Una controversia che chiama in causa storici e appassionati della zona. Una contestazione, peraltro, si impone: l’operazione ‘Shingle’ , voluta da Winston Churchill, guidata dal generale americano Lucas, portò ben 374 navi alleate a sbarcare sulle coste laziali migliaia di soldati. Il tratto contraddistinto dallo sbarco era compreso tra Torri Caldara e San Lorenzo, a nord di Anzio, e Nettuno e Torre Astura. Impossibile pensare, d’altronde, che una impressionante mole di soldati potesse sbarcare esclusivamente ad Anzio, l’unico paese del litorale (allora) dotato di un porto.
Le rivendicazioni di Nettuno hanno reso effervescenti i rapporti tra le due amministrazioni comunali, divise da pochi chilometri, da maggio a settembre prese d’assalto dai vacanzieri romani che, da queste parti, possiedono ville e appartamenti. Lo sbarco è avvenuto ad Anzio, ha tuonato il sindaco.
Corroborando la tesi (mai messa in discussione, peraltro, nel corso di settanta anni) col fatto che due films di Hollywood siano stati proiettati con il titolo, appunto, di ‘Anzio’ e che anche una nave da guerra americana sia stata chiamata così. Senza contare – aggiungono dalla sede del comune – che proprio Anzio ospita da vent’anni (è stato inaugurato proprio in occasione del cinquantenario, nel 1994, dello sbarco) un visitatissimo Museo storico che contiene, tra l’altro, oltre a reperti che provengono direttamente dai fondali, armi, uniformi, piani della battaglia, decorazioni, foto di veterani, oggetti.
Insomma apparirebbe complicato, oggi, dopo un così consistente arco temporale, riscrivere la storia, affermando che lo sbarco di Anzio è invece di Anzio&Nettuno. Eppure la diatriba è sorta, con gli abitanti dei due centri marini che hanno alimentato una rivalità peraltro mai sopita, anche su altri versanti.
Il sindaco di Nettuno propugna una rivisitazione di quei giorni. Il primo cittadino di Anzio difende invece ciò che la storia, sin qui, ha tramandato. In mezzo alla contesa, peraltro, un dubbio che mai alcun storico ha chiarito: perché le truppe alleate impiegarono oltre quattro mesi per raggiungere Roma, distante appena cinquanta chilometri?