Al ritorno, giusto in tempo per inaugurare la settimana della moda milanese, il premier Matteo Renzi ha chiesto scusa per “la faccia da jet lag”. Scherzando con i giornalisti ha riassunto così l’intensa due giorni newyorkese dove ha presto parte alla 71° Assemblea generale dell’Onu, ha tenuto incontri bilaterali con il primo ministro della Repubblica dell’Iraq, il presidente della Repubblica islamica dell’Iran, il ministro degli Esteri del Qatar, è intervenuto a un dibattito della Clinton Global Initiative moderato da Bill Clinton, poi ai lavori del Summit dell’Onu per rifugiati e migranti, e ricevuto, insieme al premier giapponese Shinzo Abe, il premio Global Citizen Award dell’Atlantic Council. Ma non solo.
Ha incontrato Renzo Piano che ha mostrato al presidente del Consiglio il cantiere del nuovo Campus che sta realizzando per la Columbia University.
L’architetto italiano, senatore a vita è stato indicato proprio dal premier come una delle eccellenze italiane che contribuiranno al progetto “Casa Italia”, ovvero il grande cantiere per la ricostruzione dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia a fine agosto.
In una pausa dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu, Renzi ha poi incontrato Amal Clooney e Nadia Murad, giovane attivista per i diritti umani e presidente della Ong Yazidi. Murad, rapita da Daesh in Iraq nel 2014 e liberata tre mesi dopo, è stata candidata per il premio Nobel per la pace 2016 dal governo iracheno. Oggi è una rifugiata politica in Germania e ambasciatrice Onu ed è difesa da Amal Clooney nel processo in corso al Tribunale Internazionale dell’Aja.
Al summit sui migranti organizzato dalla Casa Bianca in occasione dell’Assemblea dell’Onu, Renzi ha ricordato “i gesti concreti degli italiani, che ogni giorno salvano le vite umane altrimenti condannate alla disperazione” e puntato il dito contro l’Europa sull’emergenza migranti.
“Nel Mediterraneo, Mare nostrum, migliaia di persone scappano. Dovremo farci carico sempre più di quell’area del mondo. Ci sono passi avanti in Libia, ma ancora tanto c’è da fare. Nel Mediterraneo si gioca la sfida della libertà, ma troppo poco è stato fatto dall’Unione europea in quell’area”.
Anzi, “Se l’Europa continua così, noi dovremo organizzarci in modo autonomo sull’immigrazione. Questo è l’unico elemento di novità di Bratislava, dove si sono fatte tante parole ma non siamo stati in grado di dire parole chiare sul tema africano. Ecco perché, con un eufemismo, non l’abbiamo presa benissimo. Juncker dice tante cose belle, ma non vediamo i fatti. E’ un problema dell’Europa. L’Italia farà da sola, è in grado. Ma questo è un problema per l’Ue.
Da parte nostra, la priorità è la questione dei rapporti con l’Africa, come abbiamo detto a Bratislava, e poi la lotta al terrorismo globale”, specificando però che è “un pericolo mettere insieme la questione migratoria e la questione terroristica”.
Renzi ha annunciato che il G7 che si terrà il prossimo anno a Taormina metterà al centro i temi dell’aumento dei finanziamenti per la cooperazione allo sviluppo, e gli investimenti sull’educazione, perché il terrorismo proviene dalle periferie abbandonate dalle città. “La nostra proposta è questa: per ogni euro investito in sicurezza, un euro deve essere investito in cultura”.
“La sfida del Consiglio di sicurezza, dell’Europa e del G7 hanno la stessa matrice, lo stesso imprinting: abbiamo il dovere come italiani – sottolinea il premier – di portare la nostra voce e il nostro contributo alle Nazioni Unite nella scelta di valori antichi declinati in modo nuovo. Il nostro popolo continua a lavorare con gli uomini che servono la pace, attraverso un’uniforme in Afghanistan, Somalia, Iraq, proteggendo la diga di Mosul e nell’area dei Balcani. Sono protagonisti della sicurezza ma hanno l’elemento in più della cultura”, afferma.
Il premier ha già annunciato che il nostro Paese aumenterà il suo impegno finanziario a fini umanitari, aumentando il budget del 30%. “L’Italia – ha detto acclamando il discorso di Obama e ringraziandolo per l’accordo tra 50 Paesi per accogliere oltre 300mila rirugiati – accetta la sfida del presidente Usa Barack Obama: staremo sempre dalla parte della democrazia, dei valori, degli ideali, con la concretezza di chi ha il grande sogno di fare della politica un’attività nobile e concreta assumendosi in toto il senso di una sfida che dalle nostre parti chiamiamo umanità”.
L’Italia, dopo aver fatto le sue riforme, “può dare una grande energia all’Ue, ma solo se l’Europa accetta la sfida del cambiamento”, ha poi detto a Bill Clinton che lo ospitava alla Clinton Global Initiative, dove in prima fila c’era anche Bono Vox, star da sempre in prima fila sui temi sociali, con cui il premier ha “battuto il cinque” .
Questa è stata l’ultima assemblea generale di Ban Ki Moon da segretario generale dell’Onu e del presidente Barack Obama. Ban Ki Moon sarà in Italia nelle prossime settimane con una serie di incontri istituzionali. ll 18 ottobre invece, Renzi sarà di nuovo negli Stati Uniti, stavolta a Washington per incontrare il presidente Obama alla Casa Bianca, in quello che figura come l’ultimo bilaterale nell’agenda del presidente Usa ormai a fine mandato.