Presenze soprannaturali. Coloratissimi clown. Insetti e “annesse creazioni”. Valorosi paladini. Miti dell’Antichità. Ce n’è stato davvero per tutti i gusti “mascherati” alla XXV edizione della Regata de Carneval, andata in scena sulla quasi totalità del Canal Grande veneziano, quasi in concomitanza con il più turistico volo della Colombina.
L’atmosfera che si è respirata nel placido campiello di San Marcuola è stata di tutt’altro tipo. Quasi nessuna presenza extra-locale. Nell’aria parole “originally” venessian, senza inflessioni anglo-italiane.
Il vento gelido, la pioggia e l’acqua alta sono state un lontano ricordo. Con l’arrivo del week-end Giove Pluvio si è dimostrato clemente e il sole ha fatto il suo trionfale ingresso. Alle 9 del mattino gli equipaggi erano già arrivati al “campiello base” e la giuria pronta a valutare i costumi. Per aggiudicarsi la prestigiosa bandiera non bastava tagliare il traguardo per primi. Quello garantisce un punteggio, ma è soprattutto l’originalità della propria maschera a decidere chi sarà l’assoluto vincitore.
Dopo una mezz’ora di preparazioni, saluti e foto di rito (alcune delle quali finiscono subito su Facebook e Instagram), le sei imbarcazioni iscritte hanno iniziato la loro marcia di avvicinamento alla linea di partenza, posizionata a Ca’ Giustinian, a due passi da piazza San Marco.
A bordo della barca della giuria, attraverso il Canal Grande su di una piccola barca a motore, è un’esperienza notevole dove cambia del tutto la percezione della città. Sei allo stesso livello dell’acqua. Ti senti al centro di Venezia. Guardi le due sponde, le case e i palazzi. Ti sembrano ogni volta diverse. Basta una nuvola a scalfire leggermente la luce ed ecco issare nella propria stiva mentale un dettaglio mai considerato prima.
L’aria fredda punzecchia senza pietà le falangi scoperte. Ogni clic fotografico è una sfida al clima lagunare. Ogni secondo passato sopra il Canal Grande è un ulteriore viaggio.
La manifestazione prende il via.
Guidate obbligatoriamente da un uomo e una donna, le mascarete a due remi partono lanciate assumendo fin da subito la fisionomia di posizione che sarà mantenuta fino alla fine. A guidare il gruppetto sono tre equipaggi: pagliacci, il Bene e il Male, ragno femmina e ragnatela maschio. Più staccati i principi guerrieri insieme a una coppia di coloratissimi clown, e infine il faraone e la regina d’Egitto. I battelli di linea proseguono indisturbati. Sta ai regatanti evitare pericolosi incroci acquei.
Già alla fermata della Madonna della Salute avviene il primo passaggio ravvicinato ma senza alcun problema, con i turisti scatenati e bravissimi nel catapultarsi dentro i rispettivi schermi e/o obiettivi per immortalare l’anomalo panorama su remo. Il tempo di arrivare sotto il ponte dell’Accademia e un’armata di “cecchini” posizionata in cima alla struttura lignea spara scatti e flash a tutto spiano.
Ragno e ragnatela cominciano a perdere sempre più terreno e così, al passaggio sotto il ponte di Ri’ Alto sul quale penzola lo striscione del “Carnevale di Venezia 2015, la festa più golosa del mondo”, si capisce ormai che a contendersi la bandiera rossa saranno in due: i pagliacci e la coppia angelico-diabolica.
Eppure, nonostante i poteri di questi ultimi, nulla possono contro il “passo” spedito dei loro antagonisti che resistono al comando fino all’ultimo disperato tentativo di rimonta all’altezza di San Stae, conquistando poi in scioltezza la vittoria. Un successo, quello acqueo, che sarà legittimato anche dal miglior costume: i pagliacci Gabriella Lazzari e Maurizio Quintavalle sono i trionfatori della XXV Regata de Carneval.
Il sole si defila, ma ormai ha poca importanza. La “corsa” è terminata e adesso, dopo la premiazione, è tempo di rifocillarsi. Ecco scendere in campo pasta e fagioli (calda), vino, acqua e immancabili cabaret di soffici frittelle veneziane.
Il carburante necessario per ricaricarsi e ripartire, a piedi questa volta, alla scoperta del carnevale di Venezia, dopo la magia colorata delle nozze d’argento celebrate dalla tradizionale Regata de Carneval.