Da Firenze a New York per amore della danza. Rebecca Pelleri, giovane ballerina italiana, formatasi a Firenze al Centro Studi Danza e Movimento, diplomata nel giugno del 2023 alla Martha Graham School of Contemporary Dance, ha scelto di vivere a New York, per continuare a seguire questa sua passione.
Dopo essersi diplomata ha avuto l’opportunità di collaborare con diverse compagnie come Martha Dance Company, Buglisi Dance Theatre e Movement Migration esibendosi in alcuni festival, nello Stato di New York e del North Carolina, e in vari spettacoli come nel grande evento della Maison Dior per Sacks sulla Fifth Avenue con i dancers della Martha Graham Dance Company per l’accensione, sulla facciata del grande magazzino, del “Carousel of Dreams”, il 26 novembre scorso.
The Box (Solitary Confinement) è uno dei suoi ultimi lavori, una performance, intensa e drammatica, che attraverso la danza racconta l’angoscia e la disperazione profonda dovuta all’isolamento a cui vengono sottoposti, in carcere, alcuni detenuti politici in Iran, uno stato di privazione totale che ha un effetto devastante sulla salute mentale e fisica dei prigionieri. Alcuni di loro, come Toomaj (un rapper iraniano), subiscono gravi torture, mentre altri, come Vahid Afkari, sono stati in isolamento per 1000 giorni. L’opera analizza e riflette sulla trasformazione degli istinti umani condizionati da necessità estreme di sopravvivenza.
Lo spettacolo è stato presentato in anteprima all’International Human Rights Art Festival presso The Tank a New York, la coreografia è a firma di Tina Bararian, ballerina, coreografa, attrice, video maker, di origine iraniana, che vive a New York e che ha fondato nel 2021 “Dancers of Iran”, un progetto e una piattaforma dedicata ai ballerini di origine iraniana come lei. Alla Martha Graham Center for Contemporary Dance è nata l’amicizia e la collaborazione tra Tina e Rebecca che stanno lavorando insieme alla realizzazione altri progetti. The Box sarà in programma sempre al teatro The Tank, il 5, il 9 e il 12 maggio 2024, all’interno di 57, uno spettacolo articolato in più coreografie sempre a firma di Tina Bararian, interpretate oltre che da Rebecca Pelleri, da Lorenzo Guerrini e Nora Stancu, che vuole ritrarre gli eventi chiave dell’Iran post-rivoluzione attraverso la danza.
The BOX – La performance è un solo show di circa 7 minuti. Palcoscenico buio, si accende un cono di luce che delimita un ristretto campo circolare. Così inizia The Box, l’angusto spazio di una cella, in cui è confinata lei, una giovane donna, testa scoperta, senza velo, reclusa in attesa del verdetto finale, di essere giustiziata. I movimenti sono minimi, difficili, il corpo è devastato. Lei si esamina, si controlla attonita le mani, i piedi. Il silenzio è inquietante, rotto dalla chiamata islamica alla preghiera “Adhān” o dalle grida angoscianti dei compagni di detenzione. Improvvisamente, al canto di “Adhān”, lode a Allahu Akbar, la luce invade il palco e la prigioniera inizia a ballare al ritmo dalla nenia “Dio è grande”. È una danza liberatoria, una sorta di catarsi, che parte piano per aumentare sinuosamente seguendo il loop scandito dalle parole, sempre più vorticoso. Lei si lascia trascinare, volteggia, ondeggia, con un atteggiamento irriverente, misto di paura e sfida. Sono gli ultimi gesti di una condannata per invocare la propria libertà, prima di cadere stremata a terra e realizzare di essere ancora in cella. Un paio di colpi violenti alla porta annunciano che non c’è più scampo, stanno per portarla all’esecuzione, la fine è arrivata insieme al buio che come apre, chiude la performance.
Il governo, in Iran, utilizza queste preghiere come una forma di tortura su alcuni prigionieri politici, una modalità ampiamente utilizzata negli anni ’80. “Adhān” significa “annuncio, appello”, è un rituale e una volta che il muezzin lo intona, il musulmano deve rispondere, obbligatoriamente, come atto di fede. Ballare le preghiere è ritenuto un peccato dagli estremisti, poiché sono considerate divine e non dovrebbero essere associate a nessun ballo o movimento artistico. Tina Bararian, in questa particolare coreografia, utilizza la danza sulle note del canto con un intento non solo dissacratorio ma anche come atto politico contro un Paese che proibisce di ballare in pubblico. Il ballo in Iran è diventato un simbolo, dopo gli eventi drammatici degli ultimi anni, una nuova forma di protesta per testimoniare il proprio dissenso contro la repressione.
Rebecca Pelleri interpreta The Box mettendo in campo tutte le sue doti performative. Dimostra una grande capacità di passare da una recitazione muta, fatta di piccoli gesti e di intensa teatralità, all’espressione pura della danza, appropriandosi con consapevolezza di tutto lo spazio a disposizione. Un sodalizio molto riuscito quello tra Tina e Rebecca, uno spettacolo che ha centrato il favore del pubblico.