La preziosa arte mosaicale di Ravenna (Ph hans janssens da Pixabay)

I suoi capolavori paleocristiani custodiscono stupendi mosaici, in particolare nel Mausoleo di Galla Placidia. Ma questo vale anche per il Mausoleo di Teodorico e per il Battistero Neoniano, detto degli Ortodossi, che presenta una magnifica cupola di mosaici policromi al pari del Battistero degli Ariani.

Anche la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, eretta per il culto ariano, e solo successivamente consacrata al cattolicesimo (nel VI secolo) ha le pareti della navata centrale interamente ricoperte da mosaici, ma si distingue ancora di più per il suo portico cinquecentesco e il raro campanile cilindrico del IX secolo. Stupendi mosaici adornano pure l’abside e la Cappella Arcivescovile  della famosa Basilica di San Vitale mentre il santo patrono della città rappresentato in mezzo a un paesaggio campestre musivo è glorificato nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Sono proprio queste pregevoli e uniche decorazioni a mosaico, l’elemento comune che ha dato a Ravenna il titolo di “città dei mosaici”.

Bella, colta ed elegante, città di santi, banchieri e re. Questa è Ravenna, in Emilia Romagna, la seconda città più grande d’Italia per estensione. Questa affascinante città a pochi chilometri dal mare, vanta otto monumenti dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità tra cui spicca la Basilica di San Vitale, capolavoro dell’arte bizantina del VI secolo.

Ravenna è nota anche per il ruolo giocato nella storia antica. È qui infatti che venne decisa la fine dell’Impero Romano con la deposizione dell’ultimo imperatore, nel 476 dopo Cristo. Ravenna era una città di grande importanza già nel I secolo a. C. ma lo fusempre di più dopo essere divenuta nel 402 d.C. capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Nei secoli successivi  svolse un ruolo di grande rilievo, sia durante la dominazione degli Ostrogoti sia sotto l’Impero Bizantino.

Per tutta l’antichità la caratteristica strategica di Ravenna fu proprio quella di essere praticamente inaccessibile perchè circondata dalle acque, motivo per cui Cesare Ottaviano Augusto vi fece eseguire importanti lavori di sistemazione idraulica per alloggiarvi la flotta militare dell’alto Adriatico, facendo scavare la Fossa Augustea, un canale che collegava il Po con l’ampio specchio di acqua a sud di Ravenna e dove fondò il porto di Classe.

Ravenna è pure nota agli studiosi per la tomba di Dante Alighieri che vi morì nel 1321. Al sommo poeta della Divina Commedia è intestato un Teatro e nelle vie attorno si trovano sia il Museo dantesco che la tomba che ne conserva le spoglie – un tempietto neoclassico – a celebrarne la memoria.

La sua antica grandezza rimane nei poemi di Oscar Wilde, George Gordon Lord Byron, Herman Hesse ed Eugenio Montale.

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