Come ogni anno il cellulare era staccato: ci sono persone che, quando arriva, hanno poca voglia di festeggiare il proprio compleanno. Figurarsi stavolta, il giorno dei 70 anni. E così Raffaella Carrà, cantante, diva, show-girl, conduttrice televisiva, autrice e quant’altro, si è imbarcata, con congruo anticipo, prima della ricorrenza, per le Filippine, una delle terre che ama di più se non altro per aver adottato a distanza decine di bambini.
 
Gli avranno raccontato, al ritorno, gli amici più cari gli approfondimenti andati in scena sulla Tv pubblica, le tv a pagamento, le radio, i giornali e le riviste. Perché i 70 anni compiuti da una autentica signora dello spettacolo italiano testimoniavano il passaggio di un’epoca. Auguri, Raffaella, allora, nata nel giugno del ’43, a Bologna, nel periodo, ovvero, in cui la guerra, con le sue storture, entrava nella sua fase più cruenta. Subito trasferitasi a Bellaria, in Romagna: chissà se proprio la classica allegria della gente che vi abita non abbia modellato il suo carattere di vera istriona dello spettacolo.
 
Ha iniziato a fare cinema. Poi teatro. Imponendosi come cantante e show-girl. Al fianco del presentatore Corrado Mantoni in tanti, applauditissimi spettacoli della tv di Stato. E poi le canzoni (da “Rumore” a “Tanti auguri”, passando per il mitico e irripetibile “Tuca tuca”, in cui mostrava impenitente – era la fine degli anni Sessanta – il suo ombelico a tutta l’Italia davanti alla tv), che restavano in testa, per il brio e l’allegria che emanavano, a coloro che crescevano e diventavano adulti.
  

 
Raffaella Carrà ha sfondato dappertutto: in Italia, in tv, sui palchi estivi, nelle tourneè in Sudamerica, in Spagna, nell’ambito di fortunatissime trasmissioni della tv. Tre grandi amori in una vita di superbe soddisfazioni professionali: l’allora calciatore della Juventus Stacchini, l’autore e regista televisivo Boncompagni, fino all’idillio che dura da oltre vent’anni con il coreografo Sergio Japino. Un suo grande cruccio? Non aver avuto un figlio. Due nipoti che l’adorano, attualmente, ma che certo non possono surrogare ciò che non è stato.
 
Settant’anni per Raffaella, capace di valorizzare – solo con la sua presenza e la sua grinta da primadonna – il palinsesto di mezzogiorno della Tv di Stato, solitamente appannaggio di telefilm e documentari. Tutto ciò che ha toccato lo ha trasformato in oro, Raffaella. Facendo fortuna pure come testimonial pubblicitaria, ingaggiata da un’azienda di cucine al motto de “la più amata dagli italiani”.
 
Ha tenuto compagnia, di mattina o di sera, ad anziani e anziane. Facendo crescere, con le note impetuose dei suoi motivi, diverse generazioni. Ha fatto faville in Spagna, diventando una delle artiste più apprezzate. Nessuno è stato in grado, la scorsa settimana, di raggiungerla telefonicamente e dirle, semplicemente, “tanti auguri”. Raffaella era dall’altra parte del mondo, ripensando, con malinconia, forse, a una vita lavorativa vissuta da predestinata.
 
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