La Galleria dell’Accademia ha inaugurato la seconda mostra dal titolo “La fortuna dei primitivi”, facente parte della serie “Un anno ad arte”, dedicata ad un fenomeno storico culturale che si sviluppò in Italia tra la fine del Settecento e l’Ottocento e che vide collezionisti di varia estrazione sociale occuparsi dei cosiddetti “Primitivi”, un filone artistico mai portato fino ad oggi all’attenzione di un vasto pubblico. Il titolo della mostra è ripreso dal celebre saggio di Giovanni Previtali, La fortuna dei primitivi. 
 
Dal Vasari ai Neoclassici, della cui pubblicazione ricorre il cinquantennale e l’esposizione fa il punto su questo particolare e lungimirante interesse di personaggi che, grazie alla loro pionieristica curiosità e attenzione al bello, hanno permesso la conservazione e la tutela di un patrimonio artistico che altrimenti avrebbe avuto forse ben più triste sorte.
 
Il saggio di Previtali tracciava la storia verso quei pittori detti “primitivi” che, secondo lo schema vasariano, avevano preceduto Michelangelo, Raffaello e i grandi maestri che Vasari considerava insuperabili.
 
La mostra è dedicata ai collezionisti e alle opere da loro raccolte, circa quarantadue personaggi, in un arco temporale che va dalla fine del ‘700 ai primi anni venti dell’800 e questo per una precisa scelta scientifica, in quanto occuparsi di collezionare opere relative al Medioevo e al primo Rinascimento aveva sicuramente un carattere pionieristico.
 
L’allestimento ha suddiviso la mostra in piccole sezioni e le opere sono introdotte dall’effigie del collezionista al quale erano appartenute, cercando di “simulare” la dimora nella quale i vari personaggi conservavano le opere e cercando anche di dare visibilità a tutte le aree d’Italia: da Roma, come centro propulsore, alla Toscana, al Veneto, Napoli e Modena-Parma.
 
Tra gli artisti vi sono pittori, scultori, miniaturisti di Firenze e altri centri italiani, quali il Maestro della Maddalena, Arnolfo di Cambio, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Vitale da Bologna, Ambrogio Lorenzetti, Pietro da Rimini, Matteo Giovanneti, il Beato Angelico, Attavante degli Attavanti, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia, e Giovanni Bellini.
 

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