Acqua, fuoco, terra e aria. I quattro elementi fondamentali messi a disposizione da madre natura per sintetizzare la vita. Gioia di vivere che spesso e volentieri si trasforma in sport, lo sport che per qualcuno diventa vita e fonte di ispirazione. Un eterno ed inesauribile ciclo che ha da sempre ispirato la vita, dapprima sportiva e poi manageriale, di Franco Porzio, bandiera mai ammainata dello sport italiano e partenopeo, divenuta icona positiva di una Napoli vincente. 
 
Perché Franco Porzio, grande protagonista dei successi del Circolo Nautico Posillipo e della nazionale italiana di pallanuoto poi ribattezzata “Settebello” negli anni ’90, calamaio e inchiostro alla mano, ha saputo riscrivere la storia degli sport acquatici mondiali, sintetizzando in maniera speciale i quattro elementi. Fuoco, come quello della passione per lo sport e il competere che arde da sempre nel profondo del suo cuore. Terra, come quella a cui è rimasto visceralmente attaccato e misticamente devoto. Aria, come quella che ha saputo parsimoniosamente inspirare durante le mille battaglie in piscina. Acqua, divenuta amica fidata di viaggio ed habitat naturale da cui non ha potuto più separarsi. 
 
Due Coppe Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa Italia e 8 scudetti conquistati con il Posillipo, un oro Olimpico conquistato a Barcellona, una Coppa del Mondo, un Mondiale e un Europeo (Grande Slam della pallanuoto mondiale) portati a casa dal 1992 al 1994 con il “Settebello” azzurro. 
 
È questo l’imponente bigliettino da visita con cui bisogna fare i conti quando ci si siede al tavolo con il signore dell’acqua di Napoli. Sguardo fiero, fisico possente, carisma impressionante e l’intuito che solo i grandi posseggono. Porzio, una volta smessi costume e calottina (correva l’anno 1998, culminato nel secondo trionfo in Coppa Campioni con il Posillipo), per infilarsi giacca e cravatta, ha intrapreso una seconda e ancor più complicata avventura: fondare una società sportiva a Napoli per provare a raggiungere inesplorate vette di eccellenza passando dalla piscina alla scrivania. 
 
Impresa titanica che solo uno come lui ha deciso di approcciare in una maniera sorprendentemente dolce mutuando, pochi mesi prima del ritiro, i nomi dei suoi due grandi amori per varare l’As Acquachiara Ati. Acqua come l’elemento naturale dove seppe, sa e saprà eccellere come pochi, e Chiara in onore della sua amata figlia poi divenuta presidente nel 2012.
 
Il resto è storia recente di un’escalation di successi lunga 17 anni: dalla gestione intelligente e attenta della piscina comunale del Frullone poi divenuta cuore di tutta l’attività ed esempio a livello nazionale di come pubblico e privato possano lavorare in simbiosi per valorizzare ed in certi casi migliorare i beni pubblici, all’espansione verso est e sud con l’annessione delle piscine di Cava de’ Tirreni, Pomigliano d’Arco e della Mostra d’Oltremare. Asticella spostata sempre più in alto al pari di un settore agonistico che ha portato l’Acquachiara nel ristrettissimo gotha delle mi-gliori società italiane sia nella pallanuoto che nel nuoto. 
 
Successi che si sono evoluti in consensi mediatici ed istituzionali prontamente trasformati in importanti accordi di partnership utilizzati per accrescere, da un punto di vista professionale e delle attrezzature, tutto il mondo Acquachiara. 
 
Ma non solo, perché Franco Porzio per amore della sua Napoli nel 2012 ha aderito all’idea dello schermitore Diego Occhiuzzi divenendo ambasciatore di “Milleculure”, associazione composta da grandi sportivi napoletani impegnata nel supporto dello sport cittadino. 
 
Iniziativa da sottolineare e applaudire a cui Porzio ha aggiunto i successi di un’Acquachiara che, una volta approdata nella massima serie della pallanuoto italiana ha scalzato i grandi circoli nautici partenopei dal trono degli sport acquatici a Napoli. Franco Porzio, il gigante dello sport napoletano che con intelligenza, sacrifici e competenza ha saputo costruire un piccolo grande sogno.  
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