Calanchi decorati di giallo da cespugli di ginestre e una rigogliosa vegetazione fluviale accompagnano la discesa in questa valle, ora stretta e ora ampia. Pietrapertosa è un vertiginoso paese erto sul costone destro della valle, arrancato agli affilati picchi rocciosi delle Dolomiti Lucane.
Vestigia di antiche fortificazioni documentano la presenza dei colonizzatori magnogreci che qui si stabilirono intorno al quinto secolo avanti Cristo. Le case sono addossate e disposte dall’alto al basso strette alla roccia, seguendo il profilo discendente del terreno.
Un naturale paese-fortezza, situato a mille metri d’altitudine, Pietrapertosa appare da lontano come disegnata e piegata nella cartapesta. Presenta un antico castello usato dai Saraceni attorno al quale si sviluppa una parte d’abitato d’impianto medioevale. La Chiesa Madre e la Chiesa di San Francesco. Suggestive le strette scalinate che collegano verticalmente l’abitato.
Nei pressi di Pietrapertosa, un po’ all’interno, un altro gioiellino: Accettura. Paesino anch’esso d’origine magnogreca, è famoso per la sagra del Maggio, festa popolare che si celebra in concomitanza con la festa del Patrono san Giuliano e richiama arcaici riti che affondano radici nei secoli.
Si tratta d’un antico rito propiziatorio, le nozze del Maggio, albero di alto fusto che si unisce innestato con la Cima di agrifoglio. Al rito partecipa tutto il popolo, nella scelta dell’albero e durante il faticoso trasporto dal bosco alla piazza del paese, tirato da 50 coppie di buoi.
L’albero viene abbattuto il giorno dell’Ascensione, mentre nel giorno di Pentecoste viene operato l’innesto della Cima di agrifoglio, trasportata a spalla dalla lontana selva dove è stata tagliata. Il martedì, nella festività del Patrono, con una complessa operazione con tiraggio di funi, data la sua notevole altezza, il Maggio viene issato nella piazza di Accettura con una grande festa di popolo.
Constantin Udroiu, grande pittore d’origine rumena che di Accettura è stato cittadino onorario, ha consacrato la scena del Maggio in un monumentale affresco sulla parete del municipio, oltre ad aver dipinto tele ed inciso numerose acqueforti e xilografie che rappresentano quell’antica tradizione, ne ha portato con le sue mostre la suggestione e i colori in tutta Europa.