Pescara “vecchia” sarà colorata di rosa nel suo cuore storico, nell’anno del 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio, il quale a Fiume (1920), nella “Carta del Carnaro”, sancì la parità e il suffragio universale alle donne.
Con questa grande manifestazione, unica nel suo genere in Abruzzo, il Cif (Centro italiano femminile) e l’Anfe (Associazione nazionale famiglie mi-granti) vogliono rendere omaggio all’eccellenza femminile presente in Abruzzo.
Il festival Rosadonna non è un concorso ma una vetrina, un’esposizione, in cui ogni aderente si sente un’eccellenza nel suo campo, intende valorizzare e far conoscere le attività femminili, coinvolgendo, in una maratona di quattro giorni (dal 23 al 26 maggio), tutte le sinergie e le competenze che possano avviare una rete di reciprocità utile.
Istituzioni, associazioni, imprese, attività commerciali insieme al mondo della cultura, dell’arte, dell’artigianato, dello sport, della moda, della musica, del cinema e del teatro non si porranno limiti con lo scopo di valorizzare e promuovere il lavoro e la creatività, volano e punto di forza della società, soprattutto in questo momento di crisi sociale e lavorativa.
Tra le prime artiste che hanno aderito al Festival: per la pittura Maria Elena Carulli e Cinzia Mastropaolo; per la scultura Raffaella Bonazzoli. Tra le scrittrici e le poetesse:
Maria D’alessandro, Vittorina Castellano, Paola Luciani, Anna Ventura, Alessandra Angelucci, Mila Cantagallo, Cristina Mosca, Annita Pierfelice, Mariarita Piersanti, Daniela Quieti. Tra le artigiane, le orafe Rosy Siani e Fabiana Evangelista. Per la pittura e cucito creativo Teresa Bernardi, per il disegno creativo su stoffa e altri supporti: Milù.
Nel programma sono previste varie performance artistiche, esposizione d’arte, di artigianato, presentazione di libri, letture di poesie, sfilate di moda, sport, proiezioni di documentari, workshop informativi sulla salute e sul benessere, degustazioni di prodotti tipici, spazi relax, lezioni gratuite ed altre attività proposte dalle associazioni, dalle cooperative di volontariato e da libere professioniste o, semplicemente, da donne esperte in un settore.
Verranno invitate a partecipare le istituzioni che rappresentano e si interessano della parità di genere sul lavoro e nella società.
In particolare è previsto l’allestimento di una “Stanza della memoria” dedicata alle eccellenze scomparse e mai dimenticate. (Cif); una sezione “Donne migranti”, dedicata alle eccellenze femminili d’Abruzzo all’estero; una mostra fotografica sull’emigrazione e l’anteprima del documentario “Pane e pregiudizio” prodotto dall’Anfe nazionale, per la regia di Giovanna Taviani.
Poi per il settore “Donne straniere in Abruzzo”, storie femminili di integrazione, ci saranno:
“L’amicizia con l’Albania” a cura dell’Associazione Il Raggio Verde: educare Istruire Incontrare (scambi interculturali presieduto da Silvana Muço Do-gani); “AfricAmore”: esibizione Gospel e altro a cura dell’associazione Efp Ethnical Fashion Project. Questo con lo scopo di creare legami di reciproca solidarietà.
L’evento si prefigge di evidenziare l’apporto delle donne al progresso economico, sociale e culturale dell’Abruzzo e di dare testimonianza della vitalità de L’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009, con numerose iniziative culturali, artistiche, letterarie ed espositive. Una vetrina di grande rilievo per mettere in luce le valenze delle donne abruzzesi, nella regione e all’estero, o viceversa, immigrate in Abruzzo, in tutti i campi di attività.
Non è un caso nè la scelta di maggio, perchè è il mese in cui si festeggia la donna madre, la forza creatrice, nè il logo che mostra tre rose che simboleggiano le età femminili, ognuna con una sua “fioritura al mondo”.
Due i principali organizzatori della manifestazione: l’Anfe, (Associazione Nazionale Famiglie Emigrate) che nasce 65 anni fa dall’idea di una donna, una delle due Costituenti abruzzesi l’On. Maria Federici, che volle costruire una prima “rete” in aiuto delle donne e delle famiglie sia in Italia che all’estero, soprattutto in funzione del grande flusso migratorio del dopo guerra e a tutela di donne e bambini che spesso rimanevano soli.
Per lo stesso motivo Maria Federici fondò il Cif (Centro Italiano Femminile): è una associazione storica italiana, nata nel dopoguerra con lo scopo di portare le donne alle urne. Attualmente svolge la sua attività con circa 10.000 iscritte occupandosi di consultori e formazione.