Non è solo il primo capo di Stato che atterra negli Stati Uniti con un volo partito direttamente da Cuba. Nella sua prima visita negli Usa, Papa Francesco è il primo pontefice del continente americano, e il primo ad aver condiviso via twitter un’enciclica che si prende a cuore del sorti di un pianeta malato facendo appello alla buona volontà di tutti e richiamando le “sagge” parole del reverendo Martin Luther King. Nel suo discorso davanti a 15mila ospiti sul prato “mai così affollato” di South Lawn, per ammissione dello stesso inquilino presidenziale, ha citato una frase del famoso “I have a dream” pronunciato il 28 agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington, per esortare i potenti del mondo “ad ammettere che siamo stati inadempienti in alcuni impegni e, ora, è giunto il momento di onorarli”.

Ma Papa Francesco, accolto con tutti gli onori alla Casa Bianca, ha iniziato il suo discorso in un modo che appare inaspettato solo se non si considera l’attuale emergenza umanitaria: “Quale figlio di una famiglia di emigranti sono lieto di essere ospite di questo Paese costruito in gran parte da questo tipo di famiglie”.

Il presidente Obama aveva già accolto l’appello sui migranti: “Ci ha ricordato che il più importante messaggio del Signore è la misericordia e ciò significa accogliere lo straniero con empatia e cuore aperto, che siano rifugiati che fuggono dalle loro terre o immigrati in cerca di una vita migliore”.

Papa Francesco durante il discorso all’aperto prima dei 27 minuti di colloquio privato nello Studio ovale

 
La Chiesa che Francesco rappresenta è quella che Obama descrive in un discorso intenso in cui mette l’accento sulla “grande importanza della libertà di religione che rappresenta gran parte del nostro stare insieme”, in cui lo descrive come “leader la cui autorità morale arriva dalle parole e dai fatti”, che lotta per spezzare “le catene della povertà”, che dà voce e speranza a chi cerca di rompere quelle “della violenza e dell’oppressione” e che invita “a resistere alle sirene della guerra”.

Se Papa Francesco nel suo viaggio apostolico ha detto di accingersi “con gioia a giorni di incontro e di dialogo, nei quali spero – ha detto – di ascoltare e di condividere molti dei sogni e delle speranze del popolo americano”, Obama, parlando a nome dei 70 milioni di cattolici americani, ha spiegato “l’entusiasmo intorno alla sua visita: è da attribuire non solo al suo ruolo di Papa, ma alle sue qualità come persona. Nella sua umiltà, semplicità, nella dolcezza delle sue parole e nella generosità del suo spirito, c’è l’esempio vivente degli insegnamenti di Gesù”.

“Lei ha scosso la nostra coscienza dal sonno, ci ha dato fiducia – ha detto Obama – e per il grande dono della speranza, Santo Padre, la ringraziamo, e le diamo il benvenuto, con gioia e gratitudine, negli Stati Uniti d’America”.


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