La Pentecoste, che cade nella domenica successiva il cinquantesimo giorno dopo il sabato di Pasqua, nella tradizione cristiana commemora la discesa dello Spirito Santo, che viene visto come la nuova legge donata da Dio ai suoi fedeli e la conseguente nascita della Chiesa, sulla Madonna e sugli Apostoli raccolti nel cenacolo.
Anche quest’anno chi sarà a Roma il 15 maggio potrà assistere alla pioggia di petali rossi all’interno del Pantheon. Al termine della messa capitolare delle 10.30, i vigili del fuoco raggiungeranno la sommità della cupola a 43 metri di altezza e lasceranno cadere dall’“occhio del cielo”, l’ampio oculo di 9 metri di diametro che illumina il Pantheon, migliaia di petali di rose rosse sui fedeli. Nell’antico rito religioso risalente al Medioevo, la rosa rappresentava lo Spirito Santo e simboleggiava il sangue versato dal Crocefisso per la redenzione degli uomini. I petali fatti cadere sui fedeli dal lucernaio della cupola dell’antico Pantheon, diventato Santa Maria dei Martiri, simboleggia le lingue di fuoco della sapienza.
La Basilica romana promuove visite per presentare e far conoscere la meravigliosa pioggia di petali di rose, la sua storia, il suo significato, la sua preparazione con visite guidate giovedì 12, venerdì 13 e sabato 14 alle ore 14, in inglese e italiano.
Potrebbe essere l’occasione giusta per scoprire anche la meraviglia architettonica del Pantheon, il tempio di tutti gli dei, edificio della Roma antica situato nel rione Pigna, proprio nel centro storico della capitale, dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future e che fu ispirazione dei più grandi architetti del Rinascimento, tanto che Raffaello volle farne il luogo del proprio riposo eterno. Nel 2016 ha fatto registrare 7.398 536 visitatori, risultando il sito museale statale italiano più visitato.
Unica costruzione romana rimasta praticamente intatta attraverso i secoli, questo edificio fu fondato tra il 25 e il 27 a.C da Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, come Tempio dedicato ai dodici Dei ed al sovrano vivente.
Fu fatto ricostruire dall’imperatore Adriano tra il 120 e il 124 d.C., dopo che gli incendi dell’80 e del 110 d.C. avevano danneggiato la costruzione precedente di età augustea. Già all’inizio del VII secolo fu convertito in basilica cristiana (con l’editto di Costantinopoli), il che gli ha consentito di sopravvivere quasi integro alle spoliazioni apportate agli edifici della Roma classica dai papi. Nel 608 papa Bonifacio IV fece collocare nel Pantheon le ossa di molti martiri prelevate dalle catacombe cristiane ed il tempio passò ufficialmente al Cristianesimo con il nome di Santa Maria ad Martyres.