Dopo dodici giornate, in Serie A, è già tempo di bilanci. E se da un lato è evidente come alcune squadre abbiano imboccato la strada giusta (verso la lotta per il titolo o verso una resurrezione sportiva), dall’altro ci sono società che si trovano di fronte a una prima parte di stagione negativa.
Quando le cose non vanno, una delle mosse più gettonate, perché semplice da eseguire e apparentemente in grado di ‘scuotere’ l’ambiente, da parte dei presidenti dei club italiani, è quella di sollevare dall’incarico il proprio allenatore, quasi fosse un capro espiatorio.
Al momento è già possibile individuare un elenco di tecnici che, per quanto ancora seduti sulle rispettive panchine, sentono il proprio posto di lavoro terribilmente incerto.
ROSSI (Sampdoria) – Le tre sconfitte consecutive (a Verona, in casa contro il Sassuolo e a Firenze) hanno riportato d’attualità i dubbi che la Sampdoria nutre su Delio Rossi.
L’ex allenatore della Fiorentina, lo scorso anno, aveva letteralmente salvato la stagione dei blucerchiati, ma in questa annata è sprofondato in un vortice negativo che ha portato la Samp al terz’ultimo posto. La rosa a disposizione non sembra all’altezza degli ultimi campionati, la scelta di puntare solo sulla vena realizzativa di Gabbiadini (prospetto interessante, ma non un bomber) non sta pagando e i continui cambi di modulo tradiscono tutti i dubbi di Rossi. Dopo il ko di Firenze, la panchina della Samp è la più calda della Serie A.
SANNINO (Chievo) – Ultimo in classifica, Sannino era naturalmente in bilico. Il suo Chievo ha carattere (tipico delle squadre di Sannino), ma gioca un calcio molto rinunciatario e ha enormi difficoltà nel segnare. I gialloblu pagano la parziale involuzione di Thereau e la poca efficacia di Paloschi, che ancora non si è confermato ad altissimi livelli. Il pari strappato contro il Milan, però, pareva aver dato un po’ di respiro all’ex allenatore del Varese.
PIOLI (Bologna) – Nonostante il Bologna sia attualmente fuori dalla zona retrocessione, la posizione di Pioli è tutt’altro che salda. La squadra fatica a gestire le partite e a far segnare gli attaccanti (Bianchi si è sbloccato solo alla 12esima giornata).
Il continuo cambiare interpreti e soluzioni tattiche tradisce tutte le difficoltà dei felsinei e contribuisce a diminuire le certezze di un gruppo che sembra più talentuoso che ‘inquadrato’.
ALLEGRI (Milan) – Di nuovo sulla graticola, Allegri non è riuscito a raccogliere tre punti nemmeno contro l’ultima in classifica. A Verona il Milan (che non ha ancora vinto in trasferta e che, nelle ultime quattro giornate, ha ottenuto solo due punti) ha denunciato tutti i propri limiti tecnici, non riuscendo a piegare un Chievo che non è andato oltre la proposizione di una difesa ordinata. In questo momento, la sensazione è che Allegri resista più per la confusione dei vertici societari e per i problemi dell’organico rossonero, che non per l’effettiva fiducia dell’ambiente.
In via Turati sembrano infatti pensare che, anche cambiando allenatore, non si potrebbe ottenere molto di più da una rosa di bassa qualità, vessata dagli infortuni. E la dirigenza rossonera, visti i tempi che corrono, prima di accollarsi l’ingaggio di un nuovo allenatore, ci penserà su.