Nove anni dopo la promozione, il Palermo retrocede in Serie B. Questo risultato è il frutto di una stagione progettata male e gestita peggio. La beffa è che gli ultimi due decisivi Ko sono arrivati per mano dell’Udinese di Guidolin e della Fiorentina di Toni, proprio i protagonisti – anni fa – del ritorno dei rosanero in Serie A. 
 
La retrocessione del Palermo, come ovvio, non è figlia solo degli ultimi risultati negativi. Essa è ‘nata’ in estate, in sede di calciomercato. Una rosa già piena di problemi (i rosanero l’anno scorso si erano salvati solo all’ultima giornata) è stata ulteriormente depotenziata, visto che non sono stati posti veri rimedi alle partenze di Cassani, Silvestre, Migliaccio e Viviano, né alla cessione definitiva di Pinilla.
 
Qualche garanzia sembrava darla la grinta di Sannino. Ma, dopo sole tre deludenti giornate, l’allenatore viene esonerato e sulla panchina rosanero si siede Gasperini. L’ex tecnico dell’Inter resiste per 20 giornate. Dopo il 23esimo turno (1-2 con l’Atalanta), infatti, la panchina rosanero viene affidata a Malesani. L’eclettico allenatore resta in carica solo per tre partite (tre pareggi), dopodiché si assiste al ritorno di Gasperini che, giocate sole due gare, rescinde il proprio contratto, riportando Sannino sulla panchina rosanero.
 
Il finale di stagione del Palermo, guidato dall’ex allenatore di Siena e Varese, regala qualche speranza: i ‘big’ in rosa danno cenni di vitalità e grinta ritrovate. Ma il ‘gap’ nei confronti della quota salvezza, unito a un calendario difficile, non lasciano scampo alla squadra siciliana. Resta comunque il forte dubbio che, se si fosse lasciato lavorare in pace Sannino, l’epilogo del torneo sarebbe potuto essere differente. 
 
Il principale imputato del tracollo rosanero non può che essere il Presidente Zamparini. Il numero uno del Palermo, infatti, oltre ad aver allestito una squadra dal talento ridotto, ha continuamente cambiato la guida tecnica. In questo modo nessun allenatore ha conferito una vera identità al gruppo e, contestualmente, i giocatori si sono via via sentiti deresponsabilizzati. 
 
Non è quindi un caso che i vari Ilicic, Miccoli, Donati e Barreto abbiano disputato una stagione di basso livello, caratterizzata da un abbozzo di riscossa solo nelle ultime giornate (guidati dal carisma del rientrante Sannino). Non hanno nemmeno aiutato gli avvicendamenti in società (con il doppio alternarsi di Perinetti e Lo Monaco nel ruolo di Ds), che hanno reso inefficaci anche le strategie di mercato dei rosanero. A gennaio, infatti, si è riusciti soltanto a rimediare al deficit tra i pali (dove Sorrentino ha sostituito Ujkani), mentre gli altri acquisti (Nelson Tomar, Boselli, Formica e Fabbrini su tutti) si sono presto rivelati non funzionali al progetto di Gasperini, Malesani e soprattutto Sannino.
 
Questa impressionante serie di errori ha avuto come logico esito la retrocessione. Ora tornare in Serie A sarà difficile e costoso e la città di Palermo si interroga se Zamparini avrà voglia e ‘potere economico’ per riportare nella massima serie il glorioso club rosanero.

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