“The hands of time” è il nuovo album di Oxygen and Cloud, nome d’arte di respiro internazionale che rappresenta Riccardo Lopez, un talento italiano già noto a Londra e in Sudafrica, luoghi in cui ha vissuto parte della sua vita artistica.
Il cantautore, di origine napoletana, ha già assaporato il successo con il singolo “Paper Wings”, regalato a Save the children per la campagna Everyone 2012, contro la mortalità infantile. “Sailor”, un altro suo brano, è stato per settimane ai primi posti nelle hit sudafricane, mentre “Let it out” per un mese ha dominato la classifica inglese di Airadio.net – The best indipendent artist.
 
Riccardo è figlio di Luigi Lopez, uno dei protagonisti della scena musicale italiana, conosciuto in tutto il mondo grazie ai successi ottenuti negli Usa. Luigi Lopez ha scritto le melodie di hit quali “La voglia di sognare”, interpretata da Ornella Vanoni del 1974, “La notte dei pensieri” di Michele Zarrillo (vincitore Sanremo giovani 1987), “La nevicata del ’56” cantata da Mia Martini (Premio della critica a Sanremo 1990), “Delfini” per Domenico e Massimo Modugno, “Mondo”, uno dei maggiori successi di Riccardo Fogli.
 
Lopez ha affidato le sue canzoni, tra i tanti, anche a Mina, Patty Pravo, Alice, Franco Califano, Fiorella Mannoia. Carla Vistarini è la storica autrice dei testi delle sue melodie, un binomio che ha arricchito la storia musicale italiana, nel 1997, il loro brano “Ritratto di Donna”, interpretato da Mia Martini, vinse l’8° World Popular Song Festival di Tokyo. Tra i riconoscimenti internazionali, ottenuti da Luigi Lopez dopo il trasferimento in California, citiamo la seconda vittoria alla 13° edizione del festival di Tokyo con il brano “Where Did We Go Wrong”, eseguito dalla californiana Anne Bertucci, oltre ai dischi d’oro e di platino per “Another Chapter” cantata da John Rowles. 
 
Luigi Lopez però, collabora anche con il figlio. “What’s left of you”, che chiude l’album “The hands of time”, è il brano composto a quattro mani da Riccardo e Luigi Lopez, in cui la melodia cattura l’attenzione, in una sorta di magia generazionale. Il testo racconta di una luna luminosa, dove non c’è ombra che possa nascondersi, perfetta sintesi di un progetto voluto a tutti i costi e ben riuscito, dove la musica è sopra a ogni cosa e la voce è capace di attrarre anche i più distratti.
“The hands of time” è stato prodotto e suonato in studio da Riccardo Lopez e Primiano Di Biase, insieme a validi musicisti quali Antonio Allegro (chitarra), Guerino Rondolone (basso e contrabbasso), Arturo Valiante (piano) e Giuseppe D’Ortona (drums).
 
Il nome “Oxygen and Cloud” non è casuale, l’intenzione di Riccardo è di proporsi in ambito internazionale, come dimostrano i 5 brani dell’Ep, tutti in inglese. La nuvola rappresenta, nell’immaginario del progetto, l’elemento variabile, un live che può essere portato in tour con la presenza di altri musicisti e arrangiamenti, mentre l’ossigeno è l’elemento costante, in questo caso la chitarra e la voce di Lopez.
 
Il sound pop/folk di Riccardo ha diverse origini, una fusion nata dai gusti musicali dei genitori che gli hanno fatto conoscere Simon & Garfunkel, Michael Jackson, I Beatles, miscelata con il suo amore per Neil Young, che nel 1966 a Los Angeles formò con Stephen Stills, Bruce Palmer, Richie Furay e Dewey Martin i Buffalo Springfield.
Il disco si apre con “Embrace”, una delicata ballata introdotta da un vocepiano apparentemente semplice, complice di una straordinaria orecchiabilità, elementi basilari per una riflessione sentimentale in cui ci s’immagina il futuro: “How can I look ahead, I want my future to be like my past, everyday you’ve made me younger, the hands of time rewind my face”.
 
Le spazzole della batteria e il contrabbasso creano la base ritmica essenziale di “Another day”, uno dei pezzi con potenzialità da singolo, che trae dall’inciso la forza di un romanticismo introspettivo, per nulla banale: “Everything was gone to waste, I’d given up on my mistake, the moment that i saw your face, I knew it was my saving grace you came and woke my heart”.
 
“Searching”, parole e musica di Riccardo, è una lenta ballata di sapore folk, dove la realtà ha gli occhi di un bambino, in un susseguirsi di note modulate da voce e chitarra, un percorso sentimentale senza pregiudizio e a braccia aperte, in cui la scrittura è concepita come espressione artistica e di riflessione. Da ascoltare!
“The infinite town” si specchia in una serie di mattoni su sfondo grigio, l’infinito corridoio di una Londra multiforme. L’elegante vocalità di Lopez ben s’inserisce nel dialogo tra chitarra e basso, nel raccontare una città dove ogni angolo nasconde un muro ed è facile restare soli e senza rifugio.
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