Non poteva passare inosservato, soprattutto in Italia. Il presidente Barack Obama, visite istituzionali a parte, ha potuto fare un tour privato nel Colosseo. Ma lo ha fatto pagando il biglietto. Cosa c’è di strano?
 
In un Paese dove entrare gratis sembra essere la pretesa e la regola, soprattutto per i politici (e non si sa perchè considerato che hanno uno stipendio da far invidia a chiunque), è stata una lezione di buona educazione, di rispetto e soprattutto di “normalità”. Forse anche di contributo simbolico alla preservazione del più famoso tesoro architettonico italiano. 
 
Non è passata inosservata nemmeno la battuta del presidente americano: “Il Colosseo? È più grande di uno stadio di baseball!”. Avesse esclamato facendo paragoni sulle dimensioni di un campo da calcio, probabilmente gli italiani avrebbero capito di più, ma è chiaro che la battuta ha sorpreso.
 
Perché forse, fino a quando uno straniero non nota le straordinarie eccezionalità del nostro patrimonio artistico, noi italiani tendiamo purtroppo a sottostimarlo, a darlo per scontato e così finiamo per trascurarlo e ci dimentichiamo che viceversa tutto il mondo ci invidia e che tutti i musei farebbero carte false per avere anche solo un decimo di quel che rende il Belpaese degno di tale nomea.
 
Ma non è passata inosservata nemmeno la magnificenza dei palazzi papali e romani e l’effetto che hanno fatto al presidente Usa. In tv non si poteva non notare lo stupore di Obama nel percorrere pochi metri nei palazzi della Chiesa e nei saloni del Quirinale. Si guardava attorno estasiato da tanta bellezza. Una reazione che ha inorgoglito il pubblico televisivo italiano. 
 
Sì, ma ora? Questo orgoglio, andrebbe concretizzato, trasformato in opere di salvataggio e tutela del nostro patrimonio. Quest’Italia che secondo Obama ha “aria fresca” per dare una svolta e uscire dalla crisi, riuscirà a non sprecare altro tempo e a puntare sul turismo e sulle sue risorse ingenti? Qualcuno, per fortuna, ha già cominciato a farlo (leggete Impresa Italia). 
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