E’ un’altra strage ingiusta, crudele, casuale, drammaticamente efferata.
A Nizza, grande città a Sud della Francia e molto vicina al confine con l’Italia, la follia omicida di un terrorista che già nella vita quotidiana era descritto come una persona instabile e violenta, con una vita fatta di eccessi tra alcol e droga, ha falciato un numero impressionante di mamme, bambini, papà, fratelli, sorelle, amici, nonni, zii.
Nel senso che sono scomparse famiglie intere o ne sono sopravvissute solo in parte ma chi è rimasto ora vivrà per sempre a metà, tagliato in due dal dolore di quel maledetto e inutile massacro.
Migliaia di persone passeggiavano serene per strada per festeggiare, accanto al mare, il 14 Luglio, la festa nazionale francese.
All’improvviso un tir da 20 tonnellate ha cominciato a tutta velocità a zigzagare sulla folla per frantumare vite. Quando la polizia è riuscita a fermare l’attentatore, un 31enne tunisino che viveva a Nizza, la scia di dolore che aveva lasciato dietro di sè era sconvolgente.
Si sono contati subito 84 morti e 200 feriti ma molti continuano a lottare tra la vita e la morte. E i numeri sono tristemente aumentati anche molti giorni dopo la tragedia, quando sono arrivate le identificazioni della lunga lista dei dispersi, che ha restituito con il contagocce nomi e storie. Tra loro 5 italiani e un ragazzo italo-americano di San Diego.
Fabio Bottoni, lo zio materno di Monza, senza notizie di lui da giorni, ha fatto appelli in televisione e si è precipitato a Nizza.
Nick Leslie, 20 anni, nato a Milano ma residente nella contea di San Diego, appassionato di kite-surf e pesca sottomarina è stato per giorni tra le persone che non avevano più dato notizie di sè dopo la strage avvenuta attorno alle 10.30 p.m., durante lo spettacolo pirotecnico per la festa nazionale.
Iscritto all’Università di Berkeley, dopo aver vissuto in Southern California e aver frequentato la Torrey Pines High School di San Diego, Nicholas si trovava in Francia per uno stage estivo di un mese. Era uno degli 85 studenti che partecipavano al programma Entrepreneurship and Innovation in Europe study abroad in calendario fino al 24 luglio.
Quella sera era a passeggio con degli amici sulla Promenade des Anglais. Non a caso sono rimasti feriti nell’attentato anche altri tre studenti di Berkeley: Vladyslav Kostiuk, 23 anni senior computer science major nel College of Letters and Science; Daryus Medora di 21 anni, undeclared sophomore nel College of Letters and Science, e Diane Huang, senior majoring in environmental economics and policy del College of Natural Resources. Hanno riportato lesioni agli arti inferiori.
La stessa Università californiana e gli amici di Nick, non avendo più sue notizie, avevano immediatamente attivato un pool per ritrovarlo. Lo zio ha anche raccontato che la polizia francese ha fermato una decina di studenti dell’università americana che distribuivano volantini e manifesti che riportavano la foto di Nick e il numero di telefono dell’ambasciata americana, per presunte mancate autorizzazioni nel volantinaggio.
Cortocircuiti della sicurezza.
Poi è però arrivata la triste conferma firmata anche dall’Uc Berkeley Chancellor Nicholas Dirks: “This is tragic, devastating news. All of us in the Uc Berkeley family, both here on campus, and around the world, are heartbroken to learn that another promising young student, a junior in the College of Natural Resources, has been lost to senseless violence. I join Nick’s parents, friends and the entire campus community in condemning this horrific attack, and in mourning the loss of one of our own”.
La Farnesina solo sei giorni dopo l’attentato ha confermato tra le vittime 5 italiani e il decesso di Nick, di cui però non è stato trovato il corpo.
Sono state identificate le due coppie formate da Angelo D’Agostino (71 anni) che era andato a Nizza per festeggiare la pensione con la moglie Gianna Muset (68 anni) di Voghera, e da Maria Grazia Ascoli (77 anni) e Mario Casati (90 anni) di Milano in vacanza insieme a Nizza, a cui si aggiunge Carla Gaveglio, 48 anni, di Piasco in provincia di Cuneo, il cui marito e figlia sono ancora in ospedale.
Resta poi ricoverato in rianimazione Andrea Avagnina, 53 anni. In coma farmacologico anche sua moglie Marinella Ravotti, infermiera di 55 anni, data inizialmente per dispersa.
Non appena la Promenade des Anglais è stata riaperta dopo la tragedia, subito una marea umana l’ha nuovamente invasa per dedicare alle tante vittime innocenti un applauso e un sommesso, spontaneo, canto della Marsigliese che si è sciolto tra lacrime e commozione, in un altro luogo violato dalla crudeltà inumana.