La città di New York ha reso omaggio al grande scrittore, regista, giornalista, intellettuale Pier Paolo Pasolini con una retrospettiva completa dei suoi film al Museum of Modern Art e una serie di eventi, mostre e performance artistiche. Quasi un intero mese dedicato alla letteratura, al cinema, al talento e alla persona di Pier Paolo Pasolini.
Inaugurata il 13 dicembre e aperta fino al 5 gennaio, la retrospettiva è stata organizzata da Jytte Jensen (Curatore, Department of Film del Moma), da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero dell’Istituto Luce Cinecittà, insieme a Roberto Chiesi della Cineteca di Bologna e al Fondo Pier Paolo Pasolini di Bologna;. L’exhibition, presentata in collaborazione con il Ministero della Cultura Italiana, è stata supportata dalla casa di moda italiana Gucci e dall’International Council of The Museum of Modern Art. Non è la prima volta che il museo di New York si interessa ai lavori di Pasolini: già nel 1990, ormai più di 20 anni fa, il MoMa aveva dedicato una prima retrospettiva al regista italiano.
La cinematografia di Pasolini, politicamente e socialmente impegnata, è divisa in quattro periodi che corrispondono alle diverse fasi della sua vita. Molte delle pellicole proiettate sono state proposte in versione restaurata: la maggior parte del lavoro di restauro è stata effettuato dalla Cineteca di Bologna. La retrospettiva dei lavori cinematografici di Pier Paolo Pasolini ha permesso a centinaia di turisti, appassionati, operatori del settore, italiani e non, di vedere e/o rivedere i suoi capolavori: da Edipo re (1967) a Salò e le 120 giornate di Sodoma (1975), da Porcile (1969) a Mamma Roma (1962), dal film del suo debutto come regista Accattone (1961) a Medea (1969).
Come tributo alla straordinaria carriera del poliedrico artista e intellettuale non poteva certo bastare la retrospettiva: tanti gli eventi in città collegati alle sue opere e alla sua persona. Il PS1 ha fatto la sua parte mettendo in scena delle performance ispirate ai lavori di Pasolini e proiettando in continuazione attraverso una particolare installazione tre dei suoi film: Medea, Salò e le 120 giornate di Sodoma e Teorema.
La galleria Location One ha ospitato la mostra “Pier Paolo Pasolini, Portraits and Self Portraits”: oltre 40 disegni e dipinti di Pasolini (custoditi presso l’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux di Firenze), tra cui ritratti di Maria Callas, Ninetto Davoli (interprete di diversi suoi film), Roberto Longhi (professore d’arte all’università di Bologna che con le sue lezioni aveva influenzato e formato lo studente Pasolini), insieme a uomini e donne comuni raffigurati nella vita di tutti i giorni. L’autoritratto “Portrait of a man” è stato esposto per la prima volta, dopo un lungo lavoro di restauro operato dallo staff del Gabinetto G.P. Vieusseux.
L’Istituto Italiano di Cultura di New York ha organizzato il seminario “Pasolini: uno scrittore per il nuovo millennio”, occasione in cui è stato presentato il libro “Pier Paolo Pasolini, il mio cinema” che raccoglie testi, interviste, sceneggiature, note personali dello scrittore, sceneggiature e materiale inedito; il tutto recuperato dagli archivi dello stesso Pasolini. L’antologia è stata curata da Graziella Chiarcossi, sua unica erede, con la collaborazione degli operatori del Fondo Pasolini – Cineteca di Bologna. Emozionante la lettura di brani e poesie da parte di alcuni attori italiani e americani moderata dal grande scenografo Dante Ferretti, che iniziò la sua carriera lavorando proprio con Pasolini. Ancora per qualche giorno sarà possibile assistere alle proiezioni di capolavori come il Decamerone (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle Mille e una notte (The Arabian Nights), Porcile (1969) e Teorema (1968).
Il successo e la partecipazione di questo mese di celebrazione sono il segno che il talento di Pier Paolo Pasolini e i messaggi che ha cercato di far passare attraverso le sue opere suscitano ancora grande interesse. Non è facile, infatti, riuscire a catalizzare l’attenzione di una comunità particolare come quella di New York, così apparentemente diversa e lontana dalle storie e dalle realtà raccontate da questo personaggio unico del ‘900 italiano.