Recently, I stumbled upon an interesting article online about the wisdom of Italian proverbs. Needless to say, the ones from Naples stood out as particularly colorful and direct, just like the city itself and just like its people. Their blend of wisdom, irony, and practicality is as charming as it is unique and definitely worth a closer look! To begin with, let’s clarify something: proverbs in Naples are an integral part of daily life.They reflect the city’s worldview, shaped by centuries of cultural exchanges, hardships, and celebrations. In Naples, oral tradition has always been valued, and proverbs are an example of it: beside their literal meaning, they act as tools for storytelling, vehicles for humor, and even mechanisms for social commentary. A simple proverb can settle an argument, make a profound statement, or lighten the mood in a challenging moment. They are, to put it simply, as much about connection as they are about communication.
The origins of Neapolitan proverbs go back to the city’s long history as a crossroads of civilizations, because in Naples, influences from the Greeks, Romans, Spanish, and French left their mark not only on architecture and cuisine but also on language. Some proverbs, for instance, have roots in ancient Rome, like A meglio parola è chella ca nun se dice, which translates to “The best word is the one left unsaid.” This cautionary saying, particularly loved by Neapolitan elders, has similarities with the Roman philosopher Seneca’s teachings on prudence and restraint, and shows the deep philosophical lineage of Neapolitan wisdom.
But, more than their illustrious connections with the greatest thinkers of the past, Neapolitan proverbs strike for the way they are part of the very fabric of human interactions. They are often used to express emotions, give advice, or offer commentary on life’s unpredictability, just like in the case of Ntiempo ‘e tempesta, ogne pertuso è puorte’, meaning “In times of storm, every hole is a harbor.” What a universal truth! And, even more importantly, how these words resonate with the all-Neapolitan tendency to find solace and solutions even in the direst situations!
Another popular saying, Chi pecora se fa, ‘o lupo s’o magna, or “If you act like a sheep, the wolf will eat you,” is a reminder to avoid submissiveness and stand one’s ground, something that well mirrors the resilience and character of Neapolitans.
Of course, we couldn’t speak about proverbs without mentioning their humorous undertone, even when addressing serious topics: humor, after all, is a cornerstone of Neapolitan life. Sayings like A carne ‘a sotto e ‘e maccarune ‘a coppa (The meat underneath and the macaroni on top) humorously lament situations where things are not as they should be, a playful yet pointed critique of life’s occasional absurdities. Similarly, Quanno uno s’à da mbriacare è meglio che se mbriacasse de vino buono, which translates to “If you’re going to get drunk, it’s better to do it with good wine,” mirrors quite well the Neapolitan philosophy of embracing life’s pleasures fully, even if things may not be going the way we expect.
Very importantly, from a cultural point of view proverbs also serve as a reflection of Naples’ distinct identity within Italy, with expressions like Vide Napule e po’ muore (See Naples and then die) highlighting the city’s pride in its beauty and cultural significance. At the same time, many others tap into universal truths, bridging regional identity with shared human experiences; for example, O’ munno è munno: chi saglie e chi va a funno (The world is the world: some rise, others fall) offers a universal commentary on life’s cyclical nature, while also reminding us of the impermanence of success and failure.
Relationships, whether familial, romantic, or platonic, are another central theme in Neapolitan proverbs. Some present culturally distinctive truth, like Chi te vo’ bene cchiù de mamma, te ‘nganna (Whoever loves you more than your mother deceives you), while others stress with comedic flair the at times cold reality of certain relationships, as in L’amico è comme ‘o ‘mbrello: quanno chiove nun o truove maje, “A friend is like an umbrella: you never find it when it rains.” In the context of romantic liaisons, proverbs like Ammore fa passà ‘o tiempo e ‘o tiempo fa passà l’ammore (Love makes time pass, and time makes love pass) reflect a realistic and experiential understanding of love’s fleeting nature. Meanwhile,‘A femmena bona vale ‘na curona (A good woman is worth a crown) celebrates the virtues of a loyal and honorable partner, emphasizing respect and appreciation.
Food, an essential aspect of Neapolitan life, also features prominently in the city’s proverbs. Sayings like Frije ‘e pisce e guarda ‘a jatta (Fry the fish and watch the cat) serve as ironic yet practical advice, reminding people to remain vigilant and not let distractions ruin their efforts.
As modern life increasingly moves away from oral traditions, there is a growing effort to preserve Neapolitan proverbs as a cultural treasure: these expressions offer valuable insights into the collective mindset and values of the city, and help us bridge the past with the present, while keeping alive the times and words of our ancestors. Local initiatives, such as publishing collections of proverbs or incorporating them into educational curricula, aim to ensure that this unique heritage continues to thrive in the years to come. Crucial in this context are also contemporary Neapolitan music, theater, and film, where traditional proverbs keep finding a place.
Di recente, ho trovato un interessante articolo online sulla saggezza dei proverbi italiani. Inutile dire che quelli di Napoli si sono distinti come particolarmente coloriti e diretti, proprio come la città stessa e la sua gente. Il loro mix di saggezza, ironia e praticità è tanto affascinante quanto unico e merita sicuramente di essere esaminato più da vicino!
Per cominciare, chiariamo una cosa: i proverbi a Napoli sono parte integrante della vita quotidiana. Riflettono la visione del mondo di una città plasmata da secoli di scambi culturali, difficoltà e successi. A Napoli, la tradizione orale è sempre stata apprezzata e i proverbi ne sono un esempio: oltre al loro significato letterale, fungono da strumenti per la narrazione, veicoli per l’umorismo e persino meccanismi per il commento sociale. Un semplice proverbio può risolvere una discussione, fare una dichiarazione profonda o alleggerire l’umore in un momento difficile. Riguardano, per dirla in parole povere, tanto i rapporti quanto la comunicazione.
Le origini dei proverbi napoletani risalgono alla lunga storia della città quale crocevia di civiltà, perché a Napoli, le influenze dei Greci, dei Romani, degli Spagnoli e dei Francesi hanno lasciato il segno non solo nell’architettura e nella cucina, ma anche nella lingua. Alcuni proverbi, ad esempio, hanno radici nell’antica Roma, come A meglio parola è chella ca nun se dice, che si traduce in “La parola migliore è quella non detta”. Questo detto ammonitore, particolarmente amato dagli anziani napoletani, ha somiglianze con gli insegnamenti del filosofo romano Seneca sulla prudenza e la moderazione e mostra la profonda discendenza filosofica della saggezza napoletana.
Ma, più che per i loro illustri legami con i più grandi pensatori del passato, i proverbi napoletani colpiscono per il modo in cui sono parte integrante del tessuto stesso delle interazioni umane. Sono spesso usati per esprimere emozioni, dare consigli o offrire commenti sull’imprevedibilità della vita, proprio come nel caso di Ntiempo ‘e tempesta, ogne pertuso è puorte’, che significa “In tempo di tempesta, ogni buco è un porto”. Che verità universale! E, cosa ancora più importante, come queste parole esprimono la tendenza tutta napoletana a trovare conforto e soluzioni anche nelle situazioni più disperate!
Un altro detto popolare, Chi pecora se fa, ‘o lupo s’o magna, ovvero “Se ti comporti come una pecora, il lupo ti mangia”, è un promemoria per evitare la sottomissione e mantenere la propria posizione, qualcosa che rispecchia bene la resilienza e il carattere dei napoletani.
Naturalmente, non potremmo parlare di proverbi senza menzionare il sottotono umoristico, anche quando affrontano argomenti seri: l’umorismo, dopotutto, è una pietra angolare della vita napoletana. Detti come A carne ‘a sotto e ‘e maccarune ‘a coppa (La carne sotto e i maccheroni sopra) lamentano con umorismo situazioni in cui le cose non sono come dovrebbero essere, una critica giocosa ma acuta delle occasionali assurdità della vita. Allo stesso modo, Quanno uno s’à da mbriacare è meglio che se mbriacasse de vino buono, che si traduce in “Se devi ubriacarti, è meglio farlo con del buon vino”, rispecchia abbastanza bene la filosofia napoletana di abbracciare pienamente i piaceri della vita, anche se le cose potrebbero non andare come ci aspettiamo.
Molto importante, da un punto di vista culturale, i proverbi servono anche come riflesso della distinta identità di Napoli in Italia, con espressioni come Vide Napule e po’ muore (Vedi Napoli e poi muori) che evidenziano l’orgoglio della città per la sua bellezza e il suo significato culturale. Allo stesso tempo, molti altri attingono a verità universali, collegando l’identità regionale con esperienze umane condivise; ad esempio, O’ munno è munno: chi saglie e chi va a funno (Il mondo è mondo: alcuni salgono, altri cadono) offre un commento universale sulla natura ciclica della vita, ricordandoci anche l’impermanenza del successo e del fallimento.
Le relazioni, che siano familiari, romantiche o platoniche, sono un altro tema centrale nei proverbi napoletani. Alcuni presentano una verità culturalmente distintiva, come Chi te vo’ bene cchiù de mamma, te ‘nganna (Chi ti ama più di tua madre ti inganna), mentre altri sottolineano con un tocco comico la realtà a volte fredda di certe relazioni, come in L’amico è comme ‘o ‘mbrello: quanno chiove nun o truove maje, “Un amico è come un ombrello: non lo trovi mai quando piove”. Nel contesto delle relazioni romantiche, proverbi come Ammore fa passà ‘o tiempo e ‘o tiempo fa passà l’ammore (L’amore fa passare il tempo e il tempo fa passare l’amore) riflettono una comprensione realistica ed esperienziale della natura fugace dell’amore. Nel frattempo, ‘A femmena bona vale ‘na curona (Una brava donna vale una corona) celebra le virtù di un partner leale e onorevole, sottolineando rispetto e apprezzamento. Anche il cibo, un aspetto essenziale della vita napoletana, è presente nei proverbi della città. Detti come Frije ‘e pisce e guarda ‘a jatta (friggi il pesce e guarda il gatto) servono come consiglio ironico ma pratico, ricordando alle persone di rimanere vigili e di non lasciare che le distrazioni rovinino gli sforzi.
Mentre la vita odierna si allontana sempre di più dalle tradizioni orali, c’è uno sforzo crescente per preservare i proverbi napoletani come un tesoro culturale: queste espressioni offrono spunti preziosi sulla mentalità collettiva e sui valori della città e ci aiutano a collegare il passato con il presente, mantenendo vivi i tempi e le parole dei nostri antenati. Le iniziative locali, come la pubblicazione di raccolte di proverbi o la loro incorporazione nei programmi scolastici, mirano a garantire che questo patrimonio unico continui a prosperare negli anni a venire. Fondamentali in questo contesto sono la musica, il teatro e il cinema napoletani contemporanei, dove i proverbi tradizionali continuano a trovare spazio.
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