L’Italia è stata ingloriosamente eliminata al primo turno di Brasile 2014. Eliminata dalla Costa Rica (ed è tutto dire!) e dall’Uruguay più deludente degli ultimi 20 anni. Come a Sudafrica 2010, gli Azzurri non passano nemmeno il girone eliminatorio.
RESET TOTALE – L’Europeo 2012 (concluso al secondo posto) aveva illuso: il calcio italiano sta male, a tutti i livelli. Il nostro campionato non attira più talenti né investitori, i nostri club giocano un calcio lontano anni luce dalla qualità e dalla forza delle grandi d’Europa, i nostri presidenti lamentano presunte ristrettezze economiche (ma i soldi ci sono, semplicemente sono spesi malissimo) e tesserano sempre più stranieri.
In Italia, poi, di calcio si muore (si veda la tragedia di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso in scontri prepartita): gli ultras la fanno da padroni e i tifosi sono costretti a frequentare stadi orribili e anacronistici. È l’intero movimento a dover compiere un autentico reset. Negli scorsi decenni situazioni simili (ma forse non così gravi e non capitate in ‘contingenze esterne’ così negative) sono accadute anche in altri Paesi europei, ma Inghilterra, Belgio, Svizzera e (persino) Germania si sono dati da fare e ora sono esempi virtuosi.
COMINCIARE DALLA NAZIONALE – In questo quadro a tinte fosche, parlare del flop (e del futuro) della Nazionale potrebbe sembrare paradossale. In realtà non è così: gli Azzurri restano un simbolo, un valore. La punta dell’iceberg, certo, ma una loro condotta virtuosa (che non vuol dire vincere sempre e comunque) rappresenterebbe un segnale importantissimo.
CROLLO VERTICALE – Dopo l’umiliante eliminazione dal Mondiale, le dichiarazioni di alcuni protagonisti non hanno fatto che aggravare la situazione. Dignitosamente Prandelli (che parecchie colpe, comunque, le ha) si è subito dimesso, aprendo la strada (ed era ora!) all’addio del presidente della FIGC Giancarlo Abete (7 anni al comando, più che negativi). Poche ore dopo l’addio del Ct, però, la Nazionale è letteralmente esplosa, rivelando una tensione fortissima che raramente si è avvertita in una spedizione mondiale.
TUTTI CONTRO BALOTELLI – Balotelli ha fatto un brutto Mondiale, questo sia chiaro. Ma che il capitano della Nazionale (Buffon) e altri ‘senatori’ (De Rossi su tutti) si permettano di additarlo come principale (se non unico) responsabile della disfatta, è stucchevole e quasi patetico. Oltre a Balotelli, sono finiti nel ‘mirino’ tutti i ‘giovani’ che, a detta dei veterani, avrebbero preso troppo sotto gamba la spedizione in Brasile.
SCHELETRI NELL’ ARMADIO – Ora, prescindendo dal ‘pedigree’ tutt’altro che immacolato di alcuni di questi atleti, cercare un italianissimo ‘scarica-barile’, all’indomani del crollo, sembra decisamente patetico.
D’accordo, molti di loro avranno in bacheca la vittoria a Germania 2006 (nemmeno tutti, tra l’altro), ma siamo così certi che i vari Buffon, De Rossi, Chiellini & co. abbiano offerto prestazioni così superiori rispetto a Balotelli e agli altri giovani?
VOLTARE PAGINA – In agosto (si spera!) dovremmo avere un nuovo presidente di Lega e, subito dopo, un nuovo Ct. La nuova FIGC dovrà pianificare una vera rivoluzione del calcio italiano e il nuovo selezionatore dovrà costruire la Nazionale. Tanti – come detto – sono gli aspetti da considerare per riscattare l’intero movimento.
Il lavoro sulla Nazionale, invece, potrebbe essere un po’ meno esteso. Di certo, un buon punto di partenza, potrebbe essere accantonare giocatori che hanno già dato il meglio sul campo e che hanno dimostrato di non saper più rispettare le regole minime del gruppo. Dietro di loro i giovani ci sono (Sirigu, Verratti…) e, come sempre in Italia, sono costretti a ‘mordere il freno’.
Ecco: abbiamo l’occasione (o la necessità?) di voltare pagina per davvero, partendo proprio da qui.