Inatteso ma non troppo, dopo 11 risultati utili consecutivi, il crollo del Napoli si palesa nel pomeriggio di Verona, dove gli uomini di Mazzarri si inchinano (0-2) al Chievo. Il crollo è inatteso perché giunto contro una squadra dal tasso tecnico decisamente inferiore rispetto a quello dei partenopei. Ma non si tratta certo di un fulmine a ciel sereno: il Napoli non perdeva dalla 17esima giornata, ma in queste ultime settimane ha sempre faticato e, spesso, è stato bloccato sul pari in partite che avrebbe dovuto vincere.

La gara è stata strana, con il Chievo presto in vantaggio (tiro da lontano di Dramè) e in grado così di giocare coperto, aspettando di ripartire in contropiede. Il Napoli, come spesso di recente, non è riuscito a cambiare il ritmo della propria gara, denunciando una pesante involuzione nel suo gioco. La manovra poco efficace dei partenopei si è così ripetutamente infranta contro l’organizzazione del Chievo che non ha mai lasciato spazi e ha sfruttato bene le ripartenze, chiudendo i conti con Thereau.

Oggi al Napoli manca il gioco: l’azione si sviluppa sempre per vie prevedibili e lente. I giocatori chiave sono stanchi o fuori forma e Mazzarri non riesce a creare alternative credibili alle ‘solite’ soluzioni offensive. Si tratti delle geometrie di Inler, delle ‘sgroppate’ di Zuniga e Maggio o degli inserimenti di Hamsik. Eppure il tecnico toscano ci sta provando: sempre più di frequente, infatti, prova a cambiare in corsa passando dal suo accorto 3-5-2 a una difesa a 4 che dia maggiore libertà in avanti agli uomini con più qualità. Il ‘giochino’, però, non sta riuscendo.

Il Napoli è, attualmente, una squadra stanca e con poche alternative: gli ultimi innesti (Armero e Calaiò) giocano poco e non paiono in grado di fare la differenza e i giocatori chiave paiono in riserva. Zuniga e soprattutto Maggio hanno perso in lucidità e corsa, Hamsik non riesce più a dare continuità, Inler – che pure, rispetto all’anno scorso, è miglioratissimo – non ha ancora la caratura per fare da uomo squadra. E poi c’è la crisi di Cavani.

Il Matador non segna dalla 22esima giornata (vittoria a Parma): è nervoso (come si è visto nella partita contro la Juve) e sente la pressione (nella scorsa settimana sembra ci sia stato un faccia a faccia con Mazzarri, con Cavani che chiedeva ragione dei pochi palloni che gli arriverebbero in avanti). In più non è nemmeno molto fortunato: contro il Chievo si è trovato di fronte un super-Puggioni che lo ha fermato a più riprese (anche dal dischetto). La crisi di Cavani si riverbera su tutto il Napoli che, con il Matador a secco, fatica sempre a concretizzare (Insigne e Pandev non sono veri ‘bomber’, Hamsik fa già molto in finalizzazione), anche quando gioca bene.

Figuriamoci in questo momento di scarsa brillantezza complessiva. E quando una squadra segna col contagocce, gioca sempre meno sicura perché ha paura di non riuscire più a rimediare a un eventuale errore. Dopo il ko di Verona, la Juventus è scappata a +9, mentre il Milan è solo a -2. Mazzarri deve dare una scossa all’ambiente e, con ogni probabilità, dovrà cominciare a guardarsi sul serio alle spalle, rinunciando ancora una volta al sogno Scudetto.

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