Ha riaperto a Firenze il Museo degli Innocenti, fondato nel 1419 dal mercante pratese Francesco Datini su progetto di Filippo Brunelleschi. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella ha sottolineato l’importanza di questo luogo, il primo brefotrofio specializzato d’Europa e una delle prime architetture rinascimentali, e di questa riapertura: “Un lavoro che restituisce alla città ciò che è nato dalla città, fin da quando nel 1400 Firenze decise di erigere qui il luogo di speranza e accoglienza: un luogo che ancora oggi è simbolo di tutto questo”.
 
L’assessore regionale all’istruzione Cristina Grieco ha sottolineato come la Regione “condivida la conclusione di questo percorso di festa: oggi viene restituito alla città un gioiello storico architettonico e culturale”. 
 
“Solo Firenze può vantare al mondo un’istituzione fondata sei secoli  fa per accogliere i bambini sfortunati, abbandonati per varie ragioni dai genitori”. Così Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto. “Nel corso del tempo sono stati circa 500mila i bambini accolti tra queste mura. E gli artisti hanno realizzato per questo luogo architettonicamente mirabile opere meravigliose”.  
 
Oltre a straordinarie opere di artisti come Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Piero di Cosimo, il percorso espositivo propone in mostra per la prima volta anche 140 segni di riconoscimento lasciati dalle madri nelle fasce dei figli prima di affidarli all’Istituto e una selezione di sessanta storie di “nocentini” che ne raccontano la vita attraverso un percorso multimediale.
 
Il museo raccoglie circa cinquanta opere, in maggior parte pittoriche, ma anche alcuni arredi e due busti marmorei, oltre a otto antifonari del XIV e XV secolo. La Galleria è situata nel locale sopra il portico di facciata che, nel progetto brunelleschiano, era destinato ad “abituro dei fanciulli”. 
 
Qui sono visibili la splendida Adorazione dei Magi (1488) di Domenico Ghirlandaio, commissionata per l’altare maggiore della chiesa e la dolcissima Madonna col Bambino (1450 circa) di Luca della Robbia, posta sopra un altare laterale della chiesa interna delle donne fino a tutto l’800; una grandiosa e originale tavola, degli ultimi anni del ‘400, Madonna in trono col Bambino e Santi, tra i capolavori di Pietro di Cosimo eseguita per un altare laterale della chiesa pubblica; una Madonna col Bambino di Sandro Botticelli eseguita su imitazione di quella più famosa del proprio maestro Filippo Lippi; una delicata anconetta con l’Incoronazione della Vergine del Maestro della Madonna Strauss (1405 circa); un trittico dei primi del ‘400 di Giovanni Toscani; una crocifissione di Francesco Morandini, detto Il Poppi (1580 – 1590); un vibrante dipinto su terracotta (1566) Giovan Battista Naldini, pittore dello studiolo di Francesco I, e altre tavole del ‘400, ‘500 e ‘600 fiorentino.Vi sono conservati inoltre inginocchiatoi, cassapanche e suppellettili rinascimentali. 
 
In alcune bacheche si possono ammirare splendidi graduali e antifonari miniati della prima metà del ‘400, opera di Gherardo di Giovanni, prelevati dal ricchissimo archivio storico dell’Istituto. 
 
All’interno dell’edificio, mentre tutto il percorso museale si sviluppa attorno al tema dell’accoglienza e racconta l’essenza dell’Istituto nei suoi sei secoli di attività, cercando di integrare il patrimonio documentario e di archivio con quello storico artistico, si possono ammirare i misurati e armoniosi spazi dei due chiostri, quello degli Uomini dove, sulla porta d’ingresso laterale della chiesa, è situata una lunetta con l’Annunciazione di Andrea della Robbia e, accanto, un’acquasantiera di Antonio Rossellino, e quello delle Donne col deambulatorio per i bambini.
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