Millecinquecento multe in più al giorno, un aumento di quasi centotrentamila verbali di contravvenzione in appena novanta giorni, da gennaio alla fine del marzo scorso. Dati mostruosi, il diciassette per cento in più rispetto alle multe comminate nei primi tre mesi del 2013.
 
Naturale che, davanti allo sbigottimento (prima) e alla rabbia (poi) degli automobilisti romani, il gradimento del Sindaco Marino sia progressivamente calato, neppure raggiungendo la sufficienza: ormai solo un cittadino su tre lo rivoterebbe.
 
Terrore-multe, ecco il grido di dolore dei romani: pleonastico, a dir la verità, che, in presenza di un bilancio zavorrato da milioni di euro di disavanzo, il Comune abbia deciso di dichiarare guerra alle soste selvagge, ai parcheggi non pagati delle strisce blu (in cui si dovrebbe pagare un euro all’ora per la sosta), cercando di limitare i danni, ridando linfa alle esangui casse capitoline.
 
Non solo: ci sono quartieri di Roma in cui la pressione di vigili e ausiliari del traffico è diventata asfissiante. Accade in centro, ovviamente, ma pure nei quartieri maggiormente battuti, come la zona dei Tribunali, ad esempio, quella delle caserme, degli ospedali. Un inferno, multe redatte in fretta, con vigili che duplicano il passaggio nelle vie tradizionalmente più a rischio-infrazione anche due-tre volte al giorno. Verbali di accertamento, insomma, che hanno raggiunto picchi di quasi il 120 per cento di aumento rispetto al passato.
 
Poco importa che per muoversi a Roma, per la carenza della rete metropolitana e per i ritardi atavici dei bus, spesso ridotti, si sia costretti ad accendere il motore della propria auto. Negli ultimi tre anni, in verità, per via del picco della crisi economica, erano stati moltissimi i romani che, per non aggravare il proprio bilancio familiare, avevano deciso di lasciare sotto casa la propria auto, decidendo di autoflagellarsi in vere e proprie odissee per raggiungere i luoghi di lavoro. Erano stati gli anni in cui le multe, per ovvie ragioni, avevano registrato un drastico calo. Non perché a Roma gli automobilisti fossero diventati impeccabili, ma soltanto perché le macchine si usavano meno.
 
D’altronde le indicazioni del nuovo capo della Municipale erano state una sorta di monito: aveva insistito sulla bontà dello strumenti sanzionatori (ovvero le multe deposte sul parabrezza) per combattere la fluidificazione mancante del traffico. Che poi tutti paghino regolarmente le multe notificate a casa è un altro discorso: anche se ci fossero ritardi nei pagamenti, comunque, gli introiti attesi verrebbero comunque iscritti tra gli indotti del prossimo bilancio, contribuendo a limitare l’emorragia.
 
Stando così le cose, con millecinquecento verbali elevati al giorno, quanto potrebbe incassare il Comune alla fine del 2014? Almeno venticinque milioni di euro.
 
Non solo: crescono anche le multe inflitte dagli autovelox, installati sulle arterie di maggior scorrimento, quelle in cui – se la strada è sgombra – si è tentati di pigiare sull’acceleratore. Insomma, un salasso continuo che si coniuga al costo del bollo di circolazione, all’assicurazione e alle spese che si sostengono annualmente per garantire la sicurezza della propria vettura. Automobilisti stressati, intristiti e arrabbiati. E il quadro complessivo è destinato a non mutare.

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