Il fatturato della moda italiana cresce negli Usa ma risente ancora della crisi
Nel 2012 il Tessile-Moda italiano subisce ancora gli effetti della congiuntura sfavorevole. Lo rilevano le stime dello Smi (Sistema Moda Italia, una delle più grandi organizzazioni mondiali di rappresentanza degli industriali del tessile e moda rappresentando, attraverso la Federazione, oltre 510.000 addetti e quasi 60.000 aziende), in un’indagine campionaria a cui hanno partecipato oltre 110 aziende.
Il fatturato per l’intera filiera, dopo un’ulteriore decelerazione nel primo trimestre del 2012 (+1,3%), è entrato in area negativa nel 2° trimestre, segnando un lieve calo pari al -0,3%, per poi deteriorarsi ulteriormente nel 3° trimestre (-4%). Disaggregando il dato per i due macro-comparti della filiera, risulta che l’industria tessile ha subito flessioni del fatturato in tutti e tre i trimestri monitorati (mediamente in calo del -4,3%); di contro, l’Abbigliamento-Moda ha sperimentato un progressivo deterioramento, passando da un +5,1% del periodo gennaio-marzo a un +2,5% tra aprile e giugno, ed, infine, invertendo il trend con un decremento del -3,8% nel terzo trimestre.
I dati relativi alla raccolta ordini in portafoglio al momento della rilevazione campionaria, pur provvisori e parziali, indicano peraltro una prosecuzione del trend negativo con riferimento al mercato nazionale (il calo medio oltrepassa il -3%, anche se il tessile segna un miglioramento), mentre gli ordini dall’estero registrano un incremento medio superiore al +2%.
Sulla base dei dati relativi al periodo gennaio-luglio 2012, le vendite estere di Tessile-Moda si sono mantenute complessivamente interessate da una dinamica positiva, pur palesando un basso tono. In particolare, l’ex-port di Tessile-Moda ha registrato un timido +0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2011 (quando la crescita aveva raggiunto il +12,3%) e si porta a poco più di 16,1 miliardi di euro.
Con riferimento ai mercati di sbocco, nel periodo in esame al calo dell’export destinato alle aree Ue, in flessione del -4%, si contrappone la crescita verso le le aree extra-europee pari ad un soddisfacente +7,2%. Guada-gnando 2,7 punti percentuali rispetto al medesimo periodo del 2011, il mercato extra-Ue ha assorbito il 45,6% delle esportazioni italiane di settore.
In particolare, l’export verso gli Stati Uniti, terzo mercato a quota 953 milioni di euro, è cresciuto addirittura del +18,9%, mentre la Russia ha messo a segno un nuovo aumento, pari al +11,6%.