Un migliaio di abitazioni vendute a italiani solo nella scorsa estate: lo “slang” di Miami Beach, raccontano gli esperti, è diventato il milanese, il romanesco o il napoletano. Ma la voglia, il desiderio di costruirsi il classico “mattone all’estero” pare stia diventando sempre più pressante.
 
Ovviamente questo accade a quegli italiani, sparsi per lo Stivale, che hanno la possibilità economica di investire. Possono anche essere coloro che, grazie magari all’incentivazione dei datori di lavoro, la famigerata “buonuscita”, (ti lascio tre-quattro anni di lavoro e tu, azienda, mi corrispondi una somma economica che mi permetta di arrivare senza problemi a ricevere la pensione), possiedono una bella liquidità.
 
Insomma, si tratta dell’investimento di pensionati che hanno pensato di mollare tutto e tutti, ritirandosi in posti caldi. Non solo la Florida nei pensieri (dorati) degli italiani che, in questo scorcio del 2013, stanno meditando (o hanno già scelto) di acquistare un immobile all’estero. Va molto di moda la Spagna, soprattutto la Costa del Sud, quella più calda, quella in cui, anche in inverno, puoi uscire di casa con un semplice maglione, senza avere il timore di prenderti una bella infreddatura.
 
Anche la Grecia – per via della recessione imperante – è a basso costo. Non magari le isole Cicladi o quelle del Dodecanneso, che mantengono un grande fascino e prezzi ancora un po’ alti. Basta però aprire l’atlante, posizionarsi sulla miriade di isole della vecchia Ellade per scegliersi il proprio paradiso acquistando appartamenti o, meglio ancora, villette, tranquille, sperdute, in cui soggiornare o vivere davvero bene.
 
A quanto ammonta l’investimento di questi italiani che – anziché nella propria città o nel Belpaese – optano per l’estero? Centotrenta-centocinquantamila euro: in molti posti d’Europa bastano per acquistare un appartamento davvero carino. Ci sono poi quelle famiglie che decidono di spendere un po’ di più, magari scegliendo una capitale in cui il proprio figlio sta svolgendo un corso post-laurea o, meglio ancora, sta già lavorando.
 
Londra è sempre cara, ma diversi italiani “lungimiranti” stanno acquistando appartamenti (magari di piccolo taglio immobiliare) ai margini della metropoli, sempre comunque magnificamente collegata da ogni quadrante. Della serie: ho un figlio o una figlia che lavora lì. Oppure che sta svolgendo un tirocinio o un corso post-laurea. O, ancora, che sta perfezionando l’inglese. Gli compro casa e, oltre all’investimento classico, ammortizzo, nel giro di quindici-venti anni, le spese per il soggiorno.
 
Anche Parigi, ovviamente, mantiene il suo fascino. Inavvicinabili, per questo tipo di iniziative, ovviamente, i dintorni di Place Vendome o di Notredame. Piacciono, però, i dintorni dove, per cifre non inavvicinabili, è possibile investire e acquistare un bel prodotto. Una nitida inversione di tendenza: piuttosto che comprare in Italia (qui le compravendite, d’altronde, sono in caduta libera) in molti prediligono ormai investire fuori dai confini. 
 
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