È una vera e propria antologica la mostra che celebra Massimina Pesce ad un anno dalla sua scomparsa. 
Nel cuore del centro storico dell’Aquila, ancora visibilmente ferito dal sisma del 2009, si è inaugurata “Massimina Pesce – cieli e abissi”, esposizione che riprende il filo di un racconto improvvisamente interrotto e ne ritesse la trama attraverso un percorso che si muove dalle prime importanti esperienze (Babele, Fratture etc.)  fino alle ultime ricerche (Pietrificati Voli, Tensioni). 
 
Organizzata dal Gruppo d’Arte Saturnino Gatti, con il quale Massimina Pesce ha condiviso molte esperienze, dall’Associazione Amici di Rottweil e dal Soroptimist International Club dell’Aquila di cui la stessa è stata presidente nel 2008, con il patrocinio del Comune dell’Aquila, la mostra intende ricordare una grande figura di artista e donna, che, dopo gli studi con maestri del calibro di Leoncillo e Colla, intraprende una sua strada ben delineata che la porterà a prediligere la scultura e i colori, la terracotta e la ceramica. 
 
Una carriera lunga e ricca di soddisfazioni che ha portato l’artista ad esporre in tutto il mondo e a ricevere numerosi e prestigiosi premi, diventando testimone e ambasciatrice della sua città d’adozione, L’Aquila, in tutto il mondo. 
 Massimina Pesce, artista eclettica nata a Prezza, in provincia de L’Aquila, e scomparsa un anno fa, inizia ad esporre negli anni Sessanta

 Massimina Pesce, artista eclettica nata a Prezza, in provincia de L’Aquila, e scomparsa un anno fa, inizia ad esporre negli anni Sessanta

 
Così “Massimina Pesce ha un suo posto e una sua precisa identità nella storia dell’arte contemporanea. Grazie alla sua forza e alla sua grazia, alla sua tenacia e leggerezza, ai suoi  “voli” pietrificati e liberi, lanciati verso inesplorati orizzonti e prospettive – si legge  nella presentazione del catalogo – proprio come è stata la sua vita d’artista, la sua continua ricerca di nuovi spazi e nuove vie, la sua inquietudine estetica tutta racchiusa in un aspetto mite e calmo che si mostrava ad ogni incontro, ad ogni chiacchierata in tutta la sua naturale, duplice identità. 
 
Attraverso il suo aspetto gentile e composto, Massimina ti svelava tutta la sua determinatezza. E non poteva essere altrimenti. Non si possono spiegare se non in questo senso le sue scelte artistiche di donna scultrice, ma anche pittrice, di artista che prediligeva le materie ruvide, la terra e il fuoco, che alla temperatura di novecento gradi deforma le superfici in maniera del tutto imprevedibile, e la compostezza, la sapienza di scelte cromatiche innate, segno di una sua precisa cifra stilistica. 
 
Ecco Massimina Pesce è stata, nel corso della sua lunga carriera, una viaggiatrice che ha percorso un cammino dove apparenti contraddizioni si componevano diventando caratteristiche originalissime. Gli stessi titoli che hanno contraddistinto la sua ricerca artistica, che ha spaziato dalle grandi sculture ai bassorilievi, dai dipinti alla vasta produzione grafica, sono emblema di questa volontà, sottesa o del tutto spontanea; una volontà tesa a coniugare e quasi far combaciare concetti a prima vista inconciliabili”. 
 
La mostra aquilana racconta e intende ricordare la sua figura di artista e di donna “Cercando di non far scendere un triste velo di oblio sulla figura di Massimina Pesce, tenendo sempre vivo il suo ricordo e accesa una luce sulla sua vicenda artistica e umana; una luce che serva ad illuminare ancora il cammino di chi l’ha conosciuta ed ha condiviso con lei parte di questo percorso e quello delle nuove generazioni che si accingono a percorrere le strade del mondo dell’arte”.
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