We hear Tuscany and, of course, we think Florence, Siena, the leaning tower of Pisa, Lucca’s medieval walls. If idyllic settings and wine are your thing, then it’s all about the region of Chianti, and the towns of Montepulciano or Montalcino. Fancy a stint in the Italian wilderness, here’s Maremma.
There are at least a dozens names coming to our minds when we think about Tuscany before Massa-Carrara makes it to our lips. If it makes it that far at all, that is. The least populated of Tuscany’s eight provinces, nestled between Liguria and Emilia Romagna, it is however the land of Lunigiana and of the Alpi Apuane, home to some of the most characteristic landscapes of the region, as well as of some incredibly tasty food (think of focaccette, testaroli and frittini). And who doesn’t know Versilia, Thyrrenian sister in glamour of Adriatic Rimini, and her Viareggio, mother of all Italian Carnevali? Thinking about it, there are plenty of well known places in the Massa-Carrara province: we usually just don’t associate them with it.
And then, there’s that regional capital, with that strange double-barrelled name which is not of one single town, but two, Massa and Carrara, charming and rich and art and heritage both.
Of course, Massa-Carrara – Carrara in particular – is synonym of one thing specifically: its pristine, snow-like marble, Italy’s own white gold. Yet, it would be very limiting to think of these lands only and exclusively as immense quarries. There’s a lot more to them to discover and if you bear with me for a few minutes, the time to read this article while your have your morning coffee, perhaps, you’ll see why.
Physically speaking, the area is very reminiscent of its northern neighbor, Liguria: they share the same beautiful sea and a penchant for shrubs-covered mountains rising almost straight out of it. The difference lies in the thick brush strokes of white intercalating the green of their slopes: we’re in marble land, let’s not forget, and the Alpi Apuane -which we call “Alpi” but in fact belong to the Apennines – are made of it.
Their white marble, often enriched by grey, silvery streaks, was already known and appreciated by the Romans, as attested in documents recording how Carrara’s quarries were used to source material for the construction of Rome’s Forum. As it often happens in Italy, the way the Romans transported hunks of stone down to the valley, using wooden tracks and a sort of flattened vehicle sliding of them, kept on being used well into the 20th century. As much as our imperial ancestors may have loved Carrara’s marble, it’s not to them though, for once, we think about while mentioning it, but to someone else, someone genial, temperamental, unforgettable: Michelangelo Buonarroti. His Pietà Vaticana, his David and his breathtaking Mosè were all carved off Carrara’s finest, butter-like stone. It is known that Michelangelo would travel to the quarries and select personally specific blocks for each of his sculptures. Indeed, one could say Buonarroti may have been obsessed with the virginal beauty of the stone, so much so he had apparently this mad idea to carve another David directly out of Carrara’s mountains.
The quarries have been the heart and soul of the province for time unmemorable, bringing wealth and work to its people and marking important moments of their lives. Today, they can be visited with specific guided tours or, should you be more at ease within the comfort of a museum, they can be explored through their history in Carrara’s own Museo Civico del Marmo, where everything related to the province’s white gold is shown and explained.
In case you’re more interested in the artistic side of Carrara marble, you should visit the town of Pietrasanta: even though it’s not within the boundaries of the Massa-Carrara province (it belongs to Lucca’s), it’s nevertheless an important stop for all those interested in the craft of marble carving: here, an ancient tradition is kept alive in many ateliers similar, we may like to think, to those where our Renaissance artists would have learnt their craft.
As important as its marble is, there is more to the Massa-Carrara province than that and because we are in Italy, of course, we’re talking about food. We Italians, you probably know, are obsessed with salumi and are proud to produce an enormous variety of them: no part of a pig goes to waste. One of our favorite, but possible least understood by people outside of the country, is deliciously rich lardo and the town of Collonata, in the Massa-Carrara province, happens to be home to one of its best varieties, the lardo di Colonnata. What makes it so special is the fact it’s matured in Carrara marble’s containers that allow lardo, covered with a mix of spices and herbs including pepper, coriander, sage, cinnamon, rosemary and cloves, to develop its flavor at a specific temperature and level of humidity.
And here we are: this article – and your coffee, probably – has come to an end, with only a small handful of facts and stories about this little known area of Italy brought to light. Truth is, we’ll need long days and thousands of words to describe it all: it’s always good to begin somewhere, though, and to learn there are still some little gems of beauty and tradition to discover in our country.
Sentiamo parlare di Toscana e, naturalmente, pensiamo a Firenze, a Siena, alla torre pendente di Pisa, alle mura medievali di Lucca. Se i paesaggi idilliaci e il vino sono la tua passione, allora tutto riguarda la regione del Chianti e le città di Montepulciano o Montalcino. Hai voglia di fare un salto in un paesaggio selvaggio d’Italia, ecco la Maremma.
Ci sono almeno una dozzina di nomi che ci vengono in mente quando pensiamo alla Toscana prima che Massa-Carrara esca dalle nostre labbra. Se cioè viene in mente solo dopo. La meno popolata delle otto province della Toscana, incastonata tra la Liguria e l’Emilia Romagna, è tuttavia la terra della Lunigiana e delle Alpi Apuane, sede di alcuni dei paesaggi più caratteristici della regione, nonché di alcuni cibi incredibilmente gustosi (pensate a focaccette, testaroli e frittini). E chi non conosce la Versilia, sorella tirrenica per glamour della Rimini Adriatica, e Viareggio, madre di tutti i carnevali italiani? Pensandoci, ci sono molti posti ben noti nella provincia di Massa-Carrara: semplicemente di solito non li associamo ad essa. E poi, c’è quel capoluogo regionale, con quello strano nome doppio che non è di una sola città, ma di due, Massa e Carrara, affascinante e ricco, sia d’arte che di eredità culturale.
Certo, Massa-Carrara – in particolare Carrara – è sinonimo di una cosa in particolare: il suo marmo incontaminato, simile alla neve, l’oro bianco d’Italia. Tuttavia, sarebbe molto limitante pensare a queste terre solo ed esclusivamente come ad immense cave. C’è molto di più da scoprire e se mi seguite per qualche minuto, il tempo di leggere questo articolo mentre prendete il vostro caffè del mattino, e forse, capirete perché.
Dal punto di vista paesaggistico, la zona ricorda molto la Liguria, sua vicina settentrionale: condividono lo stesso bellissimo mare e hanno un debole per le montagne coperte di arbusti che salgono quasi dritte sopra di esso. La differenza sta nelle spesse pennellate di bianco che intercalano il verde delle loro pendici: siamo in terra di marmi, non dimentichiamolo, e le Alpi Apuane – che chiamiamo “Alpi” ma in realtà appartengono agli Appennini – sono fatte di marmo.
Il loro marmo bianco, spesso arricchito da strisce grigie e argentee, era già conosciuto e apprezzato dai Romani, come attestato in documenti che testimoniano come le cave di Carrara fossero utilizzate per reperire materiale per la costruzione del Foro di Roma. Come spesso accade in Italia, il modo in cui i Romani trasportavano pezzi di pietra giù a valle, usando piste di legno e una sorta di veicolo appiattito che scorreva su di essi, continuò ad essere usato fin nel 20° secolo. Per quanto i nostri antenati imperiali possano aver amato il marmo di Carrara, non è per loro che, per una volta, lo menzioniamo, ma pensiamo a qualcun altro, a qualcuno di geniale, volubile, indimenticabile: Michelangelo Buonarroti. La sua Pietà Vaticana, il suo David e il suo Mosè mozzafiato sono stati tutti scolpiti nella più bella, e simile al burro, pietra di Carrara. È noto che Michelangelo si recasse nelle cave e selezionasse personalmente specifici blocchi per ciascuna delle sue sculture. In effetti, si potrebbe dire che Buonarroti possa essere stato ossessionato dalla bellezza verginale della pietra, così tanto che pare avesse la folle idea di scolpire un altro David direttamente nelle montagne di Carrara.
Le cave sono state il cuore e l’anima della provincia per un tempo immemorabile, portando ricchezza e lavoro alla sua gente e segnando i momenti importanti della loro vita. Oggi possono essere visitate attraverso specifiche visite guidate o, se siete più a vostro agio nel comfort di un museo, possono essere esplorate attraverso la loro storia nel Museo Civico del Marmo di Carrara, dove viene mostrato e spiegato tutto ciò che riguarda l’oro bianco della provincia.
Nel caso siate più interessati al lato artistico del marmo di Carrara, dovreste visitare la città di Pietrasanta: anche se non si trova nei confini della provincia di Massa-Carrara (appartiene a Lucca), è comunque una tappa importante per tutti coloro che sono interessati al mestiere della scultura in marmo: qui, la tradizione antica è mantenuta viva in molti atelier che sono simili, potremmo pensare, a quelli in cui i nostri artisti del Rinascimento impararono il loro mestiere.
Per quanto importante sia il marmo, c’è di più nella provincia di Massa-Carrara e visto che siamo in Italia, ovviamente, stiamo parlando di cibo. Noi italiani, probabilmente lo sapete, siamo ossessionati dai salumi e siamo orgogliosi di produrne un’enorme varietà: nessun pezzo del maiale va sprecato. Uno dei nostri preferiti, ma forse il meno compreso dalle persone al di fuori del Paese, è il lardo deliziosamente grasso, e la città di Colonnata, nella provincia di Massa-Carrara, sembra essere la patria di una delle sue migliori varietà, il lardo di Colonnata. Ciò che lo rende così speciale è la sua maturazione in contenitori di marmo di Carrara che permettono al lardo, coperto con un mix di spezie ed erbe tra cui pepe, coriandolo, salvia, cannella, rosmarino e chiodi di garofano, di sviluppare il suo sapore a una temperatura e a un livello specifico di umidità.
Ed eccoci qui: questo articolo – e probabilmente il vostro caffè – è giunto al termine, con appena una piccola manciata di fatti e storie portati alla luce su questa zona poco nota d’Italia. La verità è che avremo bisogno di lunghe giornate e migliaia di parole per descrivere tutto: è sempre bene cominciare da qualche parte, però, e per imparare ci sono ancora piccole gemme di bellezza e tradizione da scoprire nel nostro Paese.
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