Il mosaico artistico del napoletano Luigi Masecchia a Firenze (Ph courtesy Sofia Loren Original Italian Food)

In attesa di rivedere nella “città del giglio” i flussi turistici allegri e chiassosi di un tempo, concediamoci una passeggiata in centro per scoprire le novità e i cambiamenti avvenuti proprio mentre si allentano le restrizioni. Tanti i tavolini all’aperto, molto più numerosi rispetto al passato, per poter accogliere il maggior numero di clienti nel rispetto delle prescrizioni anti-covid e cercare di recuperare un minimo dei ricavi perduti a causa della pandemia.

Piazza Duomo, piazza San Giovanni e piazza della Repubblica sono fra le più frequentate, ma se la primavera sbarazzina regala qualche pioggia improvvisa, ci si può facilmente riparare sotto i portici di via Brunelleschi che collegano queste piazze. Qui i tavolini dei vecchi locali riaperti sono al sicuro, ma qui ci sono anche delle new entry: qualche imprenditore coraggioso ha deciso di aprire un’attività commerciale nonostante la crisi dovuta al Covid 19.
Proprio nell’ultimo tratto dei portici si può notare, attraverso le vetrate, un enorme mosaico: è il ritratto della bellissima Sophia Loren, la celeberrima attrice premio Oscar.

Cerchiamo di scoprire il motivo di questa presenza e apprendiamo che la diva del film “La ciociara” ha concesso il nome e la sua immagine ad una catena di realtà enogastronomiche di impronta tipicamente campana, Sophia Loren Original Italian Food, ideata da Luciano Cimmino. L’autore del mosaico è Luigi Masecchia, artista napoletano, classe 1975, che trasforma ciò che è “ex”, in ciò che sarà. Una nuova rotta in quella ricerca di eternità da sempre chiamata arte. È così che anche un semplice tappo di metallo rinasce con nuovo senso estetico e morale. In questo caso, per realizzare il volto della Loren, ci sono voluti 1500 tappi. Una nobilitazione della materia trasformata in una cifra unica al mondo nel panorama artistico internazionale.

La sua arte è vivacità, colore, energia, positività. Un linguaggio moderno che rilegge la Pop Art, si fonde col riciclo, dando vita ad opere uniche in cui il tappo a corona è al tempo stesso cellula elementare e scintilla creativa, attorno alla quale, rigorosamente a mano, costruisce e decostruisce, plasma, forgia e trasforma fino a far rinascere ciò che era destinato a non essere più, ad essere scartato.

Il progetto creativo Tappo’st è nato nel 2013: creatività nel rispetto dell’ambiente. Innovare attraverso l’arte, riciclando oggetti di uso quotidiano in perfetta linea con la definizione fornita dal matematico Henri Poincarè secondo cui “creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”. Il punto di partenza è il concetto di up-cycling, ovvero di un riuso che valorizza i materiali di recupero, fino a renderli più efficienti rispetto alla loro precedente “incarnazione”. Tappo’st è la prima rassegna di opere pensate e realizzate da Luigi Masecchia, che pochi mesi fa è stato chiamato in America per il nuovo progetto di International Business and Quality Management Institute, gruppo con sede centrale a Cheyenne nel Wyoming. È un istituto leader che opera nel campo dell’informatica e nella gestione dei sistemi offrendo programmi di formazione online di facile accesso per ogni genere di professionista. Collabora inoltre con il Department of Economic and Social Affairs delle Nazioni Unite per aiutare i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo a creare le competenze e le credenziali richieste dal XXI secolo.

Accanto a tutto ciò, il programma che ha come obiettivo primario quello di unire, a livello mondiale gli artisti di grande valore impegnati nell’affrontare quelle che sono le più urgenti questioni planetarie. Tra i primi ad essere chiamati per questa iniziativa davvero di straordinario livello, c’è proprio Luigi Masecchia, noto a livello internazionale per le sue opere.

“Siamo davvero entusiasti di poter lanciare il nostro progetto inaugurale di collaborazione con gli artisti – ha spiegato Marcello Raffaele Avagliano, Managing Director Eu alla Ibqmi – gli scienziati che studiano il cervello umano ci confermano che l’arte ci fa diventare migliori e più complessi. E dal momento che artisti come Luigi Masecchia hanno contribuito con successo a questo principio attraverso la responsabilità sociale, siamo felici di poterlo sostenere”.

Masecchia, che l’anno scorso ha ricevuto a Napoli il Premio San Gennaro, ha effettuato i primi studi all’Istituto d’Arte Boccioni. La sua popolarità è iniziata nel 2012 con la sua opera prima che, come tela, utilizzava 2200 tappi a corona. Un anno dopo una personale e la creazione di Tappo’st. È del 2015, a Barcellona, la prima mostra personale a livello europeo. Tante le creazioni, come i ritratti: uno dei più celebri è quello dedicato alla regina Elisabetta II d’Inghilterra. Firenze ora può vantare quello di Sophia Loren.


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