Maggiora, comune piemontese di 1.794 abitanti della provincia di Novara. 
 
Le scoperte archeologiche confermano che era già abitata nel Paleolitico. Prova della presenza umana è la cuspide di lancia di metallo risalente al periodo 1200-900 a. C., ritrovata nei dintorni di Maggiora nel secolo scorso, esposta al Museo Civico di Novara. I primi abitanti furono i Liguri o Lygori o Gori che l’avrebbero chiamata Maxoria. I Celti o Insubri la nominarono Magoria e vi portarono una civiltà più evoluta in cui erano praticati allevamento e metallurgia. Nel 1° secolo d.C. iniziò la conquista dei Romani.
 Chiesa parrocchiale Santo Spirito di Maggiora

 Chiesa parrocchiale Santo Spirito di Maggiora

 
Le scoperte archeologiche confermano che era già abitata nel Paleolitico. Prova della presenza umana è la cuspide di lancia di metallo risalente al periodo 1200-900 a. C., ritrovata nei dintorni di Maggiora nel secolo scorso, esposta al Museo Civico di Novara. I primi abitanti furono i Liguri o Lygori o Gori che l’avrebbero chiamata Maxoria. I Celti o Insubri la nominarono Magoria e vi portarono una civiltà più evoluta in cui erano praticati allevamento e metallurgia. Nel 1° secolo d.C. iniziò la conquista dei Romani.
Le due civiltà si fusero dando luogo ad una struttura amministrativa vincolata dalle leggi di Roma, in cui le condizioni di vita ed il substrato culturale erano di tipo gallico. Il territorio passò poi sotto l’influenza dei Carolingi. Divenne autonoma solo nella prima meta del 1300. Nel 1400 il territorio veniva frazionato in feudi affidati alle famiglie nobiliari.
 
Nel 1552, poichè a confine tra lo Stato Sabaudo e la Lombardia, fu coinvolta nella spedizione dei franco-sabaudi contro gli spagnoli. Nel 1636, per il tentativo di Vittorio Amedeo di Savoia di occupare Maggiora, il Comune fu invaso dalle milizie e vennero bruciati l’archivio parrocchiale e comunale. Dal 1736 il dominio spagnolo fu sostituito da quello sabaudo fino al 1798, quando si estese la municipalità napoleonica fino a che non tornò il regno dei Savoia, di cui ha seguito le vicende fino all’unità d’Italia. Maggiora, 397 metri sul livello del mare, attraversata dal torrente Sizzone, con festa patronale in onore di Sant’Agapito il 18 agosto, è nota per aver dato i natali all’architetto Alessandro Antonelli che progettò la Mole di Torino, per l’organizzazione dei campionati internazionali di motocross e autocross (nel 1971 il primo impianto permanente d’Italia per gare) e per il Palio dei rioni.
 
Norcia, comune umbro di quasi 5.000 abitanti della provincia di Perugia.

 La splendida piazza con la statua di San Benetto da Norcia (a dx)

 La splendida piazza con la statua di San Benetto da Norcia (a dx)

 
Tracce di insediamenti nella valle risalgono al Neolitico ma è testimoniata con certezza una presenza umana continuativa dal VIII secolo a.C. La fondazione risale al V secolo, per opera dei Sabini. Il nome Norcia deve essere posto in relazione con il nome etrusco Northia della dea Fortuna romana. La città è conquistata dai Romani all’inizio del III secolo a.C., ottiene la cittadinanza nel 268 a.C. ed è alleata di Roma nella guerra contro Cartagine. Con la decadenza dell’Impero Romano d’Occidente e le invasioni, Norcia viene a più riprese saccheggiata e devastata dai Goti e dai Longobardi. In questo periodo, alla fine del V secolo, nasce il cittadino più illustre: San Benedetto fondatore del monachesimo occidentale. Poi subisce ripetuti attacchi da parte di pirati Saraceni. Durante l’alto Medioevo attraversa un periodo di profonda depressione e decadenza.
 
L’economia di sopravvivenza determina lo sviluppo dell’allevamento del maiale la cui carne, lavorata e rivenduta, diviene un importante mezzo di sostentamento e di scambio per i contadini. Dalla nota produzione alimentare, deriva il termine norcineria ancora oggi usato per indicare la salumeria. Nel corso del Medioevo è subordinata al dominio papale. Meritevole di citazione è il connubio con l’abbazia benedettina di Sant’Eutizio da cui nasce la Schola Chirurgica nella quale le conoscenze anatomiche dei monaci si fondono con le conoscenze empiriche e le pratiche chirurgiche che gli allevatori nursini sono in grado di svolgere con successo sui suini. Il centro abitato sarà ripetutamente colpito da terremoti catastrofici che ne sconvolgerano a più riprese l’assetto urbanistico. Con l’avvento del XX secolo la città vivrà uno dei momenti economici più difficili e di forte emigrazione che si dirigerà soprattutto verso Pennsylvania e Ohio dove oggi abita una nutrita comunità di Nursini.
 
Pompei è un comune campano di 25.671 abitanti della provincia di Napoli. 

 L’area degli scavi di Pompei e sullo sfondo il Vesuvio

 L’area degli scavi di Pompei e sullo sfondo il Vesuvio

 
La città ha origini antiche quanto quelle di Roma. Visse un periodo di grande splendore fino all’estate del 79 d.C. quando fu vittima di una forte eruzione del Vesuvio e sommersa da una pioggia di cenere e lapilli che cadde fino a formare uno strato di oltre tre metri. Nel 1997, l’Unesco l’ha dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità considerando che gli straordinari reperti delle città di Pompei, Ercolano e delle città limitrofe, costituiscono una testimonianza completa e vivente della società e della vita quotidiana in un momento preciso del passato, e non trovano il loro equivalente in nessuna parte del mondo. Ma Pompei è nota anche per il suo Santuario mariano, eretto con le offerte spontanee dei fedeli di ogni parte del mondo. La sua costruzione ebbe inizio l’8 maggio 1876, con la raccolta dell’offerta di “un soldo al mese”.
 
Il Santuario sopravvisse a prove molto impegnative quali l’eruzione del Vesuvio del 1944 e l’arrivo delle truppe naziste che ne minacciarono la di-struzione. Oggi è meta di pellegrinaggi religiosi, ma anche di molti turisti affascinati dalla sua maestosità architettonica. Ogni anno oltre quattro milioni di persone si recano in visita alla basilica pontificia che risulta pertanto tra i luoghi più visitati d’Italia. In particolare, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, decine di migliaia di pellegrini affollano Pompei, per assistere alla pratica devozionale della Supplica alla Madonna di Pompei (l’ora del Mondo) scritta dal Beato Bartolo Longo che viene trasmessa tramite la televisione e la radio in tutto il Mondo. Il Pontificio Santuario Maggiore della Beata Vergine del Santo Rosario è stato meta di pellegrinaggi anche da parte di papa Giovanni Paolo II, il 21 ottobre 1979 e il 7 ottobre 2003, e di papa Benedetto XVI, il 19 ottobre 2008. 
 
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