Prospettiva del Museo Maxxi di Roma (Ph courtesy Leandro Lottici. Roma 2015. Visioni. Architetture per il Terzo Millennio)
Roma 2015. Visioni. Architetture per il Terzo Millenni. E’ la mostra di Leando Lottici che è stata allestita al complesso museale della Ex Cartiera Latina, Parco Regionale dell’Appia Antica (via Appia Antica 42) di Roma. Le opere rappresentano un omaggio alla Roma del Terzo Millennio e agli architetti che ne sono stati protagonisti. Per ritrarre le opere architettoniche Lottici ha utilizzato molti dei materiali con cui l’architetto di turno le ha costruite come: catrame, malte cementizie, plastica, smalti industriali, pannelli isolanti e scaffali in metalli. In tutto sono venti le opere dedicate e ispirate a otto grandi architetti: Saverio Busiri Vici, Massimiliano Fuksas, Santiago Calatrava, Zaha Hadid, Richard Meier, Renzo Piano, Paolo Portoghesi, Michele Valori.
 
“Questo progetto – afferma Paola Di Giammaria, direttore del museo romano Maxxi dedicato all’arte contemporanea – ci accompagna dentro una Roma poco conosciuta, moderna e contemporanea. Un percorso pittorico, quello di Leandro Lottici, che ci consente di riconoscere una Roma poco in vista. Senza entrare nel dibattito, sempre acceso, e che sembra quasi voler imporre una scelta tra le antiche vestigia e un contemporaneo spesso non compreso e accolto, questa mostra aspira ad accendere un riflettore sull’architettura realizzata a Roma dagli ultimi trent’anni circa del XX secolo fino ai nostri giorni. Palazzi, chiese e monumenti che hanno tenuto con il fiato sospeso, soprattutto i romani, nella salita verso la cima del millennio, invitando tutti a gettarsi a capofitto nel nuovo secolo”. 
 
La mostra sarà la conclusione di un dibattito sul tema: il progetto è stato preceduto dalla presentazione al Maxxi Base dove è stato organizzato un momento di incontro per riflettere e dibattere sullo scambio interdisciplinare tra i vari linguaggi del sapere e le varie arti, e con lo scopo di promuovere la cultura architettonica romana. Sono state così proiettate le fotografie delle opere architettoniche che l’artista ha ritratto seguite dai quadri che le rappresentano.
Attraversando una metropoli come Roma, nel suo dedalo di strade e palazzi, si attraversano secoli di storia dell’architettura, qualche secondo passato in coda merita uno sguardo distratto al Colosseo da sempre presente o alle Basiliche Maggiori, ma quasi inosservate, assorbite dalla tumultuosa contemporaneità passano silenti le grandi opere architettoniche più moderne. 
 
Leandro Lottici (www.leandrolottici.com), scultore e pittore, da oltre dieci anni della sua Roma osserva, invece, proprio e solo quei palazzi, chiese e monumenti che dal Novecento a oggi sono apparsi nella città come giganti di cemento venuti non per conquistarla ma per sedersi in un silenzio rigorosamente contemplativo e si riflettono nei suoi quadri come moderne icone di una metropoli contemporanea: icone perché, esenti da una rigorosa prospettiva, le “visioni” di Lottici presuppongono una metafisica delle immagini e della luce, come direbbe Florenskij, e un lavoro a ritroso partendo da schizzi dal vivo davanti alle architetture per poi da questi costruire ogni quadro come un progetto a sé stante, ridando valore a tutti quegli architetti che hanno creato i loro avveniristici progetti proprio partendo dai disegni, a mano libera, squadre e righelli, consci dei moderni applicativi di grafica, ma lasciando alla matita il compito di portare sul foglio l’idea nata nella testa. 
Nei tempi passati pittura, scultura e architettura erano in continuo dialogo: sovente pittori e scultori lavoravano e contribuivano alla realizzazione di grandi opere architettoniche, così come diversi architetti hanno fatto dei loro disegni vere e proprie opere d’arte a sé stanti.
Lottici si forma all’accademia di belle arti come scultore e sempre continua a definirsi tale anche quando dipinge, perché i suoi quadri non sono mai opere da cavalletto, ma opere sempre costruite su un banco da lavoro e dipinte con i materiali stessi con cui la città è costruita, ossia con i materiali edili: catrame, malte cementizie, plastica, smalto, pannelli isolanti e scaffali in metallo per citarne alcuni.
Perché Roma? 
Innanzitutto perché, questo progetto nasce e si sviluppa proprio a Roma a seguito di una serie di incontri tra Lottici e Paola Di Giammaria, storica dell’arte romana, responsabile della Fototeca dei Musei Vaticani, la quale, da sempre, memore dell’insegnamento ricevuto all’università da Maurizio Calvesi, unisce agli studi per l’arte romana tra Cinque e Seicento, un interesse profondo per l’arte contemporanea, che è scaturito in ricerche e curatele di varie iniziative. Incontri avvenuti tra l’Eur e Villa Carpegna, dialoghi in coda in auto o in studio, dialoghi tra quei luoghi che respirano antico e moderno. 
Roma capitale della convivenza di stili architettonici, opus mixtum, ferro e cemento che dialogano in una nostra metropoli quotidiana.
 L’intento principale è comunque quello di promuovere la cultura architettonica romana contemporanea attraverso uno scambio interdisciplinare con i differenti linguaggi dell’arte, in particolare con la pittura.

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