Le note scritte da Luigi Lopez hanno accompagnato per oltre vent’anni la scena musicale italiana, sino ad arrivare ai successi americani. Con Carla Vistarini ha scritto numerosi successi, tra cui, “La voglia di sognare”, storica hit di Ornella Vanoni del 1974, “La nevicata del ’56” interpretata da Mia Martini e “Mondo” per Riccardo Fogli, primo di una lunga serie di pezzi scritti per il cantante dopo la sua uscita dai Pooh.
 
Tra i riconoscimenti internazionali segnaliamo il 1º Primo premio al 13° World Popular Song Festival al suo brano “Where Did We Go Wrong” (rappresentava gli  U.S.A.), i dischi d’oro e di platino per “Another Chapter” cantata da John Rowles e il premio per la migliore canzone straniera alla 8ª edizione del World Popular Song Festival di Tokyo, con “Ritratto di donna” interpretato da Mia Martini.
 
Ha scritto canzoni per tanti artisti, tra cui Mina, Riccardo Fogli, Mia Martini, Ornella Vanoni, Rita Pavone, Domenico Modugno, sono nate anche amicizie?
Certo, l’amicizia, il rapporto umano, le affinità, l’empatia addirittura, sono le condizioni senza le quali non sarei riuscito a collaborare con gli artisti per i quali ho scritto e composto. Ho rifiutato centinaia di volte di dare una mia canzone, su richiesta, come fosse un prodotto preconfezionato. Se non si capisce l’artista, se non ci si integra nel suo sentire, come si può creare un percorso musicale che sia coerente con la sua storia, i suoi gusti, il suo background?
  

 
“Delfini”, in altre parole l’incontro con Domenico Modugno e Franco Migliacci. Che ricordo ha della collaborazione?
Modugno, Domenico, Mimmo, chiamiamolo come più ci piace, il grande “Mr. Volare” aveva davvero le ali. Durante la registrazione non volle che sulla sua voce fosse messo nessuno dei tecnologici effetti che avrebbero potuto aiutare la sua performance. Straordinario e insuperato maestro.
 
Ha lavorato lungamente nella West Coast U.S.A., vuole parlarci di questo importante periodo della sua carriera?
Alberto Carisch, uno fra i più grandi editori italiani mi chiese di dargli delle canzoni per la sua Southern music, una società che operava negli Stati Uniti. In seguito Alberto Testa, il compianto autore di tanti successi, venne a trovarmi per prendere una cassetta con sei mie canzoni, per portarla negli U.S.A. Due anni e ricevetti una telefonata da Los Angeles, era Bobby Hart, leader storico dei “The Monkeys”, che mi comunicava l’incisione di una canzone da parte di John Rowles. Si trattava del brano “Good thing when it’s gone” che vide come guest star Vangelis (Oscar per la colonna sonora del film “Momenti di gloria”), proporsi volontariamente per eseguire un assolo di chitarra. Mi ritrovai in studio con artisti del calibro di Steve Lukather, Jeff e Steve Porcaro (Toto), che realizzarono le basi di sei mie canzoni, con Paulinho Da Costa per le percussioni e Ian Underwood alle tastiere. Sbarcai a Los Angeles durante il giorno del Ringraziamento e da allora non mi sono più fermato. 
 
 “Here I go again” interpretata da Julie Anthony, ha girato il mondo, così come “Another chapter” eseguita da John Rowles …
Si tratta di ennesimi regali della mia avventura americana. Ero in vacanza a Londra, davanti a Buckingham Palace, intento ad ammirare il cambio della guardia, quando alle mie spalle sentii qualcuno intonare un’inconfondibile melodia, c’era una ragazza con le guance punteggiate di lentiggini, che canticchiava la mia “Here I go again”, in quei giorni al top delle classifiche in Australia. 
Al World Popular Song Festival di Tokyo 1982, ha vinto un importante premio rappresentando gli U.S.A. con “Where did we go wrong”…
Nel 1982 rappresentavo gli Stati Uniti d’America e vinsi il primo premio, il “Golden grand prize”, con la mia canzone “Where did we go wrong” eseguita da Anne Bertucci, con i versi di Nat Kipner (primo produttore dei Bee Gees e straordinario autore) e l’arrangiamento di Jimmie Haskell (arrangiò “If you leave me now” dei Chicago). E’ stato un risultato di cui sono orgoglioso, da quel momento il governo degli Stati Uniti mi ha riconosciuto un passaporto a vita, senza alcun limite di permanenza o di attività.
 
Le sue canzoni per i bambini hanno un grande successo, possiamo considerarle degli evergreen per i più piccoli?
Ho scritto quasi seicento canzoni e moltissime sono divenute degli evergreen, successi che mi danno ancora tante soddisfazioni ma “Pinocchio perché no?” e le altre sue “sorelline”, sono un’altra cosa: fuori dal tempo, dalle mode, soprattutto fuori dalle logiche del mercato discografico. 
 
“La nevicata del ‘56” cantata a Sanremo da Mia Martini, una grande soddisfazione?
Enorme! Fra tutte le voci che hanno interpretato le mie canzoni, quella di Mia, è la “mia” prediletta. Carla Vistarini (autrice del testo) ed io eravamo convinti che avremmo vinto il primo premio, ma fu proprio Mia a confidarci che “La nevicata” avrebbe ottenuto “soltanto” il premio della critica. Quel premio è valso come il riconoscimento più alto, da allora la nostra canzone è entrata nel repertorio dei classici della musica pop italiana. 
 
Lei è uno dei pochi autori che ha scritto canzoni per Mina e Ornella Vanoni, una bella soddisfazione?
Due grandi antagoniste? O due insuperabili contendenti? Beh, comunque entrambe nel mio “libro dei record”. Ancora non saprei dire chi di queste due immense interpreti sia la mia preferita; me le tengo strette, strettissime nell’album delle mie soddisfazioni più preziose. Brani quali “Ancora dolcemente”, “Mi piace tanto la gente”, “La voglia di sognare”, come potrei mai decidere per l’una o per l’altra? Impossibile!
Luigi Lopez oggi.
Con mio figlio Riccardo è nata un’intesa musicale assai promettente. Lo scorso anno la nostra canzone “Sailor”, cantata da Riccardo, ha scalato le classifiche di tutte le radio web. Staremo a vedere…
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