Dopo 118 anni arrivano “finalmente” le scuse pubbliche, per il linciaggio di 11 italiani di origini siciliane a New Orleans.
A darne notizia è Vincenzo Arcobelli, consigliere del Cgie, che riporta le dichiarazioni del portavoce del sindaco Joseph Caruso che annuncia di aver “lavorato con la comunità italo-americana e che rilascerà una proclamazione il 12 aprile” in un incontro al Centro Culturale Italiano.
Come scritto da Patrizia Famà Stahle in “The Italian Emigration of Modern Times: Relations between Italy and the United States concerning Emigration Policy, Diplomacy and Anti-Immigrant Sentiment, 1870-1927” (Cambridge Scholars Publishing – 2016), tutto iniziò con l’omicidio del capo della polizia di New Orleans, David Hennessy, cui venne tesa un’imboscata il 15 ottobre 1890 da quattro uomini vicino a casa sua.
Quando Hennessy morì, fu data la colpa agli italiani.
In quegli anni circa 30.000 italiani vivevano a New Orleans e centinaia furono arrestati durante le indagini. Diciannove furono incriminati e nove processati in un processo concluso con sei assoluzioni e giurati incapaci di concordare in tre casi. Almeno tre dei siciliani processati a New Orleans avevano avuto problemi con la legge in Italia e un altro era un noto mafioso, secondo Stahle, ma almeno cinque avevano documenti puliti. Otto di quelli uccisi erano cittadini statunitensi, tre italiani.
Il processo iniziò a metà febbraio 1891, il verdetto fu raggiunto il 13 marzo. Un “Comitato di vigilanza” si incontrò quella notte: fece pubblicare sui giornali del mattino un invito a persone “pronte all’azione”. Secondo questo articolo migliaia di persone si riunirono sotto una statua di Henry Clay, dove William S. Parkerson disse: “Quando la legge è impotente, i diritti delegati ad essa dal popolo tornano di nuovo al popolo, che quindi è giustificato nel fare ciò che i tribunali non sono riusciti a fare”. La folla prese d’assalto il carcere. I carcerieri aprirono le porte delle celle invitando gli uomini a scappare, ma nove di loro furono inseguiti e fucilati. Altri due furono impiccati.
Degli 11 morti, tre erano stati assolti, la giuria era incerta riguardo ad altri tre, gli altri cinque erano stati incriminati ma non processati, altri otto riuscirono a nascondersi e a fuggire.
Nel 1892, il governo degli Stati Uniti pagò $ 25.000 alle famiglie delle vittime.