(Ph Alicja da Pixabay)
Viaggiando nella parte settentrionale del Gargano, all’interno dell’omonimo Parco Nazionale, si incontra il lago di Lesina, bacino caratterizzato da un complesso di distese di acque libere e da formazioni tipiche delle lagune salmastre, frequentate da diverse specie di avifauna. Lungo circa 22 chilometri e largo mediamente 2,4 chilometri, è il secondo lago dell’Italia meridionale per estensione.  
L’Acquarotta e lo Schiapparo sono i due canali attraverso cui la laguna comunica con il mare Adriatico, da cui la separa un cordone di dune lungo ben 16 chilometri, il Bosco Isola, ricco di alberi e macchia mediterranea. La laguna si estende per circa 5.000 ettari e presenta un alto valore naturalistico: Inoltre, è il teatro dei giochi d’acqua dell’avifauna tra cui spiccano il cormorano, la garzetta, il falco di palude, il cavaliere d’Italia, il gabbiano roseo, il fenicottero rosa e il martin pescatore.
 
Un soggiorno a Lesina non può iniziare senza una sosta al Centro Visite di Lesina, nato grazie alla passione e alla costanza di alcuni volontari del luogo, i quali nel 1995 si sono impegnati nella ricerca di testimonianze e documenti con lo scopo di creare il primo Centro di Documentazione Ambientale. La posizione del Centro Visite è davvero comodissima per il turista, anche di passaggio: infatti esso è situato a pochi passi dalla laguna, presso il lungolago, che è così suggestivo e affascinante.
 
 Nel 2003, il Centro Visite di Lesina è stato accreditato al Sistema Regionale per l’educazione ambientale e quindi esercita tutte le attività educative rivolte a studenti di scuole di ogni ordine e grado. All’interno della struttura si ha la possibilità di osservare un acquario delle specie ittiche lagunari, il primo in Europa d’acqua salmastra. 
Inoltre qui si trova una parte museale dedicata agli aspetti naturalistici che caratterizzano il territorio e la laguna e una sezione etnografica denominata “Casa del Pescatore” rivolta alla cultura della comunità lesinese, i suoi costumi e le sue tradizioni. Nella laguna si possono anche effettuare escursioni guidate e, per gli appassionati di pesca sportiva, si può prendere parte a diverse battute di pesca.
Assolutamente consigliato il tour panoramico attraverso il sandalo, che è l’imbarcazione tradizionale usata nel passato per attraversare la laguna. La caratteristica di questa barca è la sua vela quadrata e il suo fondo piatto, ideale per varcare le acque salmastre e melmose tipiche della laguna.
 
Nel centro antico del paese, dalle caratteristiche e curate vie lastricate, non si perda una visita alla cattedrale di origine duecentesca e al palazzo vescovile.
I canali di comunicazione che ha con il mare fanno del lago di Lesina una laguna. Attualmente funzionanti vi sono i due che abbiamo già citato: il canale Acquarotta, antico letto del fiume Fortore, i cui lavori di ristrutturazione  cominciarono nel 1901 come esecuzione di un progetto di bonifica del Comprensorio Lagunare; il canale dello Schiapparo, di origine incerta.
Questi canali sono posti rispettivamente, a ponente ed a levante del tombolo, ossia della duna costiera che divide la laguna di Lesina dal mare.
 
La formazione della duna, secondo varie teorie, potrebbe essere stata causata dalle sabbie trasportate dalle correnti marine che, provenienti da nord, per continuare la loro corsa verso sud sono obbligate ad abbandonare  la spiaggia per superare il promontorio del Gargano, lasciando i materiali trasportati dove ora sono i lidi. In sostanza i detriti del Fortore, spinti dalle correnti dell’Adriatico, si sono disposti ed accumulati lungo la linea ovest-est chiudendo i due seni marini di Lesina e Varano. Sin dai tempi antichissimi, restarono così dietro le nuove dune, i laghi di Lesina e di Varano.
 
La costituzione del terreno della duna è principalmente sabbiosa e la flora che vegeta è caratteristica del litorale adriatico. Si va, infatti, dalle querce e  i lecci, alle cerase marine ed al corbezzolo, dallo zappino, ossia dal pino d’Aleppo, all’olivastro, al lauro, al lentisco,  per passare ancora al mirto (con cui è tradizione produrre un ottimo liquore) al ginepro, al rosmarino ed alle mortelle.
Questa estensione di terreno prende il nome di Bosco-Isola proprio perché è quasi completamente coperta da alberi e da arbusti selvatici.
A Lesina  si sta bene in ogni stagione, anche lontano dal periodo più caldo dell’anno, quello delle vacanze estive,  quando il lungolago e la marina si affollano di turisti. La ricettività è stata potenziata e sono disponibili numerose strutture.
 
Infine uno sguardo alla gastronomia: osservare piatti e prodotti di Lesina è un piacere che coinvolge tutti i sensi, si resta subito affascinati dalla varietà dei colori della frutta, piatti di carne e di pesce, verdure, formaggi e minestre. I colori e i profumi sono  rafforzati dalla presenza costante del prezzemolo, del basilico, dell’aglio, dei capperi, dell’origano, della rucola selvatica. La cucina tradizionale  lesinese è spesso frugale. Il pane, la pasta fresca, l’olio extra vergine di oliva, gli ortaggi, le verdure selvatiche, il pesce, i crostacei, i molluschi sono gli elementi di base dei piatti. La tipicità delle pietanze è assicurata dall’uso di ingredienti frutto di una produzione locale che garantisce continuità con il passato.
 
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