La Regata Storica si svolge ogni anno la prima domenica di settembre. È uno dei momenti più spettacolari e pittoreschi di Venezia (Ph Luca Ferrari)

Il modo migliore per vivere, osservare e scoprire Venezia? Sull’acqua, è naturale. Un’occasione per ammirarla torna puntuale ogni anno con la Regata Storica, la manifestazione remiera per eccellenza della città lagunare. Sentitissima dai veneziani è da anni un appuntamento atteso dai turisti, che si appollaiano su ogni approdo possibile e immaginabile pur di lasciarsi affascinare dal fascino intramontabile del rito acqueo.


A dare il via alla manifestazione, come sempre, il corteo storico che rievoca l’episodio della sposa del Re di Cipro Caterina Cornaro (quest’anno interpretata da Beatrice Raffael, la “Maria del Carnevale 2023”), che rinunciò al trono a favore di Venezia. Nel percorso che si snoda tra bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto, Ferrovia e ritorno fino a Ca’ Foscari, si rievoca l’accoglienza riservatale nel 1489. Come da tradizione, il Canal Grande si è riempito di decine di imbarcazioni storiche, su tutte le bissone da parata della Serenissima, compresa la «Floreale» varata dopo il suo restauro, con a bordo trombettieri e figuranti in costume. Una sfilata multicolore di gondolieri a cui tocca il tradizionale compito di trasportare il Doge, la Dogaressa, Caterina Cornaro, tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato cinquecentesco.
Ecco la “Veneziana” rossa e oro con a prua il leone di San Marco rampante, libro aperto e spada alzata, e un castelletto finemente intagliato con cariatidi alate. Ecco la “Bizantina”con la spettacolare prua a forma di coda di animale marino blu, verde e oro. Tocca ai 18 metri della “Serenissima” bianco, rossa e oro, con il dio Nettuno e lungo le fiancate delfini e teste di leone. Segue la celeste “Cavalli” con le decorazioni in argento che prende il nome dai due cavalli che si impennano a prua. E’ la volta della “Cinese” con un dragone rampante a prua e i decori che riprendono i motivi del bambù: è un tributo alla Cina del Gran Khan e al Milione di Marco Polo.


A sfilare anche la zattera lunga circa 30 metri della Fameja dei Zatèr e Menadàs de la Piave di Codissago con a bordo i rappresentanti delle associazioni europee, per ricordare il legame tra la Serenissima e le località lungo il Piave che rifornivano Venezia con il legname dei loro boschi. A colorare la laguna, poi le 60 imbarcazioni delle associazioni sportive locali con circa 400 figuranti a bordo.

Quest’anno, in polemica col sindaco, molti equipaggi non hanno alzato i remi, come vuole la tradizione in segno di omaggio, al passaggio davanti alla “Machina” delle autorità, un edificio galleggiante ormeggiato davanti a Cà Foscari, ricco d’intagli policromati e dorati, dove si consegnano le ambite bandiere ai vincitori. Altri, invece, indossando una maschera nera hanno esposto striscioni a prua e a poppa per protestare e accendere i riflettori sui rischi legati al moto ondoso.
Dopo il corteo è stata la volta delle competizioni. Cinque le categorie in gara, che hanno visto Giovanissimi su Pupparini a due remi, Caorline a sei remi, Donne su Mascarete a due remi, studenti universitari e Gondolini a due remi, sfidarsi fino all’ultimo colpo di remo lungo la via d’acqua più celebre al mondo, per rinnovare ancora una volta una tradizione che risale almeno al XIII secolo, e che rievoca il passato glorioso di una delle Repubbliche marinare più potenti e influenti del Mediterraneo.
A queste si sono aggiunte le gare dei più piccoli, dai 6 anni in su: le Maciarele e le Schie. E proprio la gioventù è stata una delle indiscusse protagoniste di questa edizione della Storica a cui hanno partecipato 80 bambini. Nella categoria dei Gondolini poi, hanno fatto il loro ingresso due esordienti e per le donne ha gareggiato una 17enne fresca di ruolo. Infine, a dimostrazione che la voga è uno sport capace di attrarre sempre più giovani leve, quest’anno il 50 per cento degli equipaggi delle Caorline aveva un’età inferiore ai 26 anni.


Spettacolo sull’acqua ma anche tutt’attorno, e non solo sugli ampi ponti direttamente affacciati sul Canal Grande (Scalzi, Accademia, Rialto). Presenze massicce come sempre al mercato di Rialto, in punta della Dogana, davanti all’imponente Basilica della Salute e non di meno, dalle case e dai palazzi, dove c’era chi salutava e chi dedicava un aperitivo agli atleti. Chi invece ha voluto godersi lo spettacolo direttamente sull’acqua, ha preso d’assalto le rive del Canal Grande mentre i veneziani si sono scatenati nel sostenere ogni regatante.
Ha del miracoloso la vittoria femminile. Da tempo immemore, il popolo del remo ha lanciato un allarme inascoltato sulla sempre maggior velocità e pericolosità, dei mezzi a motore in laguna. Durante un allenamento, Silvia Bon e Debora Scarpa furono investite da un taxi acqueo. La barca si spezzò, loro per fortuna si salvarono. Ottenuta una barca in prestito, quest’anno le due donne hanno conquistato il gradino più alto del podio. Una vittoria che è stata un monito: quelle due donne sarebbero potute non esserci!


Unica competizione dal respiro internazionale, è poi andata in scena la sfida remiera delle Università che si disputa dal 2004 a bordo di galeoni storici. L’evento è organizzato da Ca’ Foscari in collaborazione con l’Università Iuav di Venezia e il Cus Venezia. Nella sfida tra gli atenei veneziani, le Università di Copenaghen, di Lubiana, di Padova e di Vienna su un percorso di 750 metri, la vittoria è andata ai padroni di casa.
Curiosità. Sempre più equipaggi presentano striscioni commerciali sulle barche e sulle magliette. Per la prima volta quest’anno, la più antica istituzione culturale in attività a Venezia, l’Ateneo Veneto, ha sostenuto la caorlina della Canottieri Giudecca, giunta seconda al traguardo dietro il Club Nautico San Marco. Il caso ha voluto che l’imbarcazione fosse rosa, colore che rimanda al femminile e all’attuale presidente dell’Ateneo Veneto, Antonella Magaraggia, prima donna a ricoprire questo ruolo in oltre 200 anni di storia dell’Ateneo.
Con la consegna delle bandiere ai Gondolini a due remi, la Regata Storica si è congedata anche quest’anno nel tripudio di un popolo innamorato della propria città e della sua storia, con l’acqua nelle vene e un remo nel cuore.

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