Juventus-Roma, il primo big match del 2014, finisce con una sentenza netta e inappellabile: 3-0 per i bianconeri che stendono la loro più diretta inseguitrice, volano a + 8 in classifica e – salvo clamorosi rovesci – blindano il terzo Scudetto consecutivo. Eppure la partita è stata meno semplice di quanto il risultato non suggerisca.
I primi venti minuti, infatti, sono stati decisamente di marca giallorossa: la Roma ha fatto la partita, a tratti dominando, e ha avuto anche un paio di occasioni per passare in vantaggio. Nel momento migliore degli uomini di Garcia, però, è arrivato, come un lampo, il vantaggio dei padroni di casa, frutto di un’eccezionale giocata di Tevez.
Ed è qui il vero segreto di questa Juventus: alla solita solidità difensiva e alla consueta potenza atletica, si sono aggiunti due attaccanti complementari e in grado di decidere le partite con una sola giocata. Llorente, certo. Ma soprattutto Tevez che, anche contro la Roma, è stato il vero uomo in più dei bianconeri.
La Roma, a riprova della propria crescita, non ha mollato. Anzi. Dopo essere passata in svantaggio, ha ripreso a macinare gioco e, anche nella seconda parte del primo tempo, ha avuto le occasioni migliori. Poi è arrivato l’intervallo e Conte ha potuto strigliare i suoi. Così, nella ripresa, non c’è più stata partita: la Juventus ha dominato dal primo minuto. Dopo il rapido raddoppio firmato da Bonucci, i bianconeri hanno annichilito l’avversario: la Roma non è più stata pericolosa e ha sofferto per lunghi tratti.
Nel finale, ai capitolini sono saltati i nervi: la squadra di Garcia ha concluso la gara in 9 uomini (espulsi, in un minuto, De Rossi e Castan) e ha concesso il terzo gol, su rigore, a Vucinic. La vittoria è netta, il parziale probabilmente esagerato, ma la Juventus è di nuovo padrona indiscussa della Serie A. Per la Roma, l’esito che doveva essere evitato a ogni costo: la sconfitta pesante. Ora ripartire sarà molto più difficile, a meno che Garcia non riesca a imprimere nella mente dei suoi il buon feeling proveniente dal primo tempo.
Quanto alla Juventus, ai bianconeri resta solo da conquistare una vera dimensione europea. Per farlo sarà imperativo cambiare modulo e stile di gioco: in Italia, infatti, la grande organizzazione difensiva, abbinata a potenza e talento, è sufficiente per dominare.
In Champions, invece, dove ogni partita è un big-match, serve qualcosa di più, serve un gioco maggiormente propositivo. A Conte il compito di rendere questa Juve ancora più bella e più vincente.