Il Milan ci credeva. Dopo due anni difficilissimi, i rossoneri si presentavano alla grande sfida contro la Juventus con malcelato ottimismo. Cosa faceva ben sperare la squadra di Inzaghi?
 
Sicuramente le due vittorie nelle prime due giornate, certamente i tanti gol segnati e la grande comunione di intenti mostrata in tutti i reparti. Non ultimo, il fatto che la Juventus, martedì, aveva dovuto spendere preziose energie in Champions League. 
 
Di contro, i bianconeri avevano molto da perdere: presentarsi a Milano guidati dal grande ex Allegri, poteva essere un rischio. Le tossine (fisiche e mentali) del turno di coppa, potevano davvero essere un’incognita, esattamente come l’assenza di Vidal. 
 
In realtà, una volta in campo, le cose sono andate molto diversamente da quanto ci si sarebbe potuti aspettare. 
 
Per prima cosa, il Milan ha optato per una gara molto poco offensiva: i rossoneri, forse eccessivamente rispettosi del potente avversario, hanno atteso a lungo la Juventus, concedendo ai bianconeri di controllare il gioco e di operare con troppa libertà a ridosso dell’area di rigore presidiata da Rami e Zapata. In 90’, i padroni di casa hanno creato solo una palla gol nitida (un colpo di testa di Honda, ben neutralizzato da Buffon) mentre la Juventus, pur non risultando travolgente, ha spesso impegnato Abbiati (salvato anche dal palo, su un tiro di Marchisio). 
 
Nel cuore del secondo tempo, quando la partita sembrava essersi incanalata sui binari dell’equilibrio, una strepitosa giocata sull’asse Pogba-Tevez, ha consentito ai bianconeri di passare in vantaggio.
 
A quel punto, il Milan non ha più trovato la forza per reagire: in modo preoccupante, gli uomini di Inzaghi (che quest’anno devono giocare solo una partita a settimana), hanno patito la Juventus anche dal punto di vista fisico. El Shaarawy ha inciso pochissimo (e nelle partite importanti gli capita decisamente troppo spesso), Menez ha giocato eccessivamente da solo, il tanto atteso Torres è entrato tardi e non ha mai trovato lo spazio giusto per impensierire la difesa avversaria. 
 
La partita di ‘S.Siro’, insomma, ristabilisce le giuste distanze tra Milan e Juventus: i bianconeri sono ancora la squadra più forte d’Italia. 
 
L’arrivo di Allegri, che ha avuto l’accortezza di non modificare l’impostazione ereditata da Conte, correggendo solo lo stretto indispensabile, è stato assorbito da un organico semplicemente stellare. 
 
Il Milan ha entusiasmo e coraggio: Inzaghi ha rigenerato un gruppo che arriva da due anni molto complicati. La strada imboccata è quella giusta, ma la meta è ancora molto molto lontana: solo tanto lavoro e qualche investimento importante potranno riportare i rossoneri ai massimi livelli.
 
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