La 13^ giornata di Serie A potrebbe davvero rivelarsi uno snodo fondamentale per il campionato. Si sta facendo avanti una nuova capolista. Si tratta, però, di una novità davvero limitata, visto che in vetta alla classifica troviamo ancora una volta la Juventus (reduce dalla vittoria per 2-0 a Livorno). La squadra di Conte, dopo un periodo complicato, in cui era parsa appagata, è tornata la macchina da gioco potente e spietata che ha dominato le ultime stagioni.
NUOVI ASSI NELLA MANICA – Se l’impianto di gioco dei bianconeri non si discosta dal solito 3-5-2 muscolare e piuttosto coperto, bisogna sottolineare i nuovi assi nella manica di Conte. Anzitutto, Pogba: giovane centrocampista ‘totale’, destinato a diventare un vero campione. Poi dobbiamo prendere atto della forza della coppia d’attacco ‘ispanica’: Tevez è un giocatore determinante che non ha perso un briciolo della propria proverbiale cattiveria e sa sempre fare la differenza usando tecnica, furbizia e abnegazione.
La vera sorpresa, però, è Llorente. Arrivato a costo zero, il basco ha faticato a trovare spazio negli schemi di Conte, da sempre refrattario all’utilizzo di un vero centravanti d’area. Ma la sua forza fisica, unita a una mobilità non comune per un giocatore della sua stazza, a un senso del gol piuttosto pronunciato e a un’esperienza internazionale significativa, lo ha presto imposto come punto di riferimento della manovra bianconera: che segni o che faccia da sponda, risulta sempre più determinante. Vucinic, Quagliarella e Giovinco sono avvisati. Altro che ‘nuovo Bendtner’!
TENSIONI E CERTEZZE – Al centro del gioco della Juve, però, resta Andrea Pirlo. Il regista azzurro non sta vivendo una stagione tranquilla: le sue 34 primavere cominciano a pesare e il rinnovo contrattuale sembra un affare più complicato del previsto. Sostituito più del solito da Conte, Pirlo si è lasciato andare a qualche reazione stizzita che non aveva mai fatto parte del suo repertorio. Però, quando crea calcio, resta un centrocampista imprescindibile. Questo, per fortuna della Juve, sembra accadere con impressionante regolarità nei ‘big-match’. In questo momento il vero ‘uomo in meno’ della mediana bianconera, sembra invece essere Marchisio. L’ex Empoli è partito ad handicap, con un brutto infortunio che lo ha frenato in avvio di stagione.
Qualche malumore sul suo impiego e collocazione tattica, unito alla prorompente esplosione di Pogba, ha fatto sì che il ‘Principe’ sia rimasto un po’ ai margini della Juve 2013/14 e, anche ora che ha riha ripreso a giocare con regolarità, sembra lontano dai suoi standard. Un po’ di perplessità anche sulla corsia di destra, dove i continui infortuni di Lichsteiner hanno riproposto l’assoluta inadeguatezza di Isla (davvero mai calatosi nel mondo juventino), costringendo Conte (privato in estate del jolly Giaccherini) ad affidarsi sempre più all’onesto faticatore Padoin.
FORTI E CONCRETI – Progressivamente, comunque, la Juve ha limato (o lo sta facendo) i propri limiti, ricostruendo un modello di gioco dominante, arricchito da nuove soluzioni offensive. I bianconeri, poi, si possono giovare delle incertezze sempre più marcate degli avversari diretti: nella 13° giornata, infatti, sono caduti sia il Napoli, sia la Fiorentina. L’Inter non è andata oltre un pari (fallendo l’aggancio ai partenopei), mentre il Milan è ormai fuori dai giochi. Resta da attendere la risposta della Roma che, battendo il Cagliari, tornerebbe prima. Ma attenzione: i giallorossi sembrano un po’ a corto di energie (una panchina molto corta è il principale limite della squadra di Garcia) e Totti è sempre in infermeria…