Nell’ambito della manifestazione dell’Autunno Americano, organizzata dal Comune di Milano, una serata è stata riservata a Johnny Cash. 
 
Il cantante country, negli Stati Uniti, è un’icona di straordinaria forza e grandezza, paragonabile addirittura a quella di Elvis Presley. Non così in Italia dove, principalmente a causa del genere musicale di riferimento, il ‘Man in Black’ ha solo una nicchia di strenui sostenitori. 
 
La serata milanese è stata guidata da Lorenzo Puliti (musicologo che collabora con L’International Center for American Music) ed è stata ‘messa in musica’ da Walter Muto e Giovanni De Cillis. 
In poco più di un’ora, si è compiuto un agile ma preciso percorso alla scoperta di Johnny Cash. Video e canzoni facevano da sostegno, prezioso e chiarificatore, alle letture selezionate dalla biografia del cantante. Si è così sviluppato un cammino che, senza la pretesa di essere esaustivo, ha provato a far luce sul ‘gigantesco’ personaggio, soprattutto soffermandosi sulla sua esperienza di fede.
  Johnny Cash, il leggendario cantautore interprete di celebri talking blues

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In Cash, infatti, alberga da sempre una doppia anima: quella del fuorilegge di frontiera (il ‘classico’ cantante country che parla di ingiustizie e violenza) e quella dell’uomo devoto che, dopo gli inizi legati alla musica gospel, si ‘perde’ (cadendo anche nel vortice della dipendenza da stupefacenti e antidolorifici), salvo poi ritrovare la ‘Strada maestra’, convertendosi e diventando a propria volta un pastore e predicatore. 
 
Un’esperienza forte, Cash è stato un maestro nel raggiungere sempre il limite, nel bene e nel male, ma vicina a quella di ogni uomo che cerca, sperimenta, cade e si rialza. 
“Abbiamo voluto concentrare l’attenzione – spiega Puliti – proprio sulla vicenda umana di Johnny Cash, reputando il suo percorso di conversione come una delle componenti più incisive della sua ricca vita. Raccontando questa storia tocchiamo temi comprensibili per tutti: vita, morte, dolore, amore, Dio, successo e fallimento”. 
 
“Avendo ben in mente il ‘filo rosso’ da seguire – prosegue il musicologo – la serata si è costruita con semplicità, agganciando al tema trattato le canzoni maggiormente significative, contenute nel repertorio del ‘Man in Black’”.
 
Ecco allora, del tutto comprensibile, la scelta di non proporre i pezzi più famosi dell’artista americano, ma una selezione ‘colta’ e in linea con i temi della serata. La ‘lezione’ ha così toccato tappe intense e significative nella vita di Cash: dalla difficile giovinezza rurale (segnata dai difficili rapporti col padre e dalla tragica morte del fratello maggiore, e mentore, Jack), all’incontro con June Carter (seconda moglie e vera ‘compagna di una vita’ per il cantante), passando per la dipendenza dalle droghe e il tentativo di uscirne, ricordando l’attenzione per gli ultimi e gli emarginati (concretizzata nella serie di straordinari concerti nelle carceri americane) e sottolineando la terribile forza autodistruttrice insita nel cuore dell’artista, concludendo, però, con la speranza che scaturisce dalla sua conversione finale (concretizzata in opere come la biografia romanzata di San Paolo e il film sulla vita di Cristo).
 
Una conversione ‘offerta’ agli altri con tatto, come esempio concreto, senza mai scadere nella stucchevole saccenza di chi si sente in diritto di giudicare il prossimo. 
Questo, anche questo, era il grande Johnny Cash.
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