Da Leonardo da Vinci a Michelangelo, da Caravaggio a Modigliani, da Stradivari a Canova. Da oggi è possibile ammirare online 668 capolavori dell’arte italiana, provenienti da 39 musei negli Stati Uniti e firmati sa 345 maestri dell’arte.
E’ online, sul sito Internet www.ItalyinUS.org, la galleria “Italian Treasures in the U.S.”, uno strumento che permette di visitare una collezione ampia e variegata, che comprende dipinti e sculture, oggetti di design e strumenti musicali selezionati e che può essere sfogliata per artista, periodo, tipologia, museo o per parole chiave. Il catalogo online si aggiunge al volume cartaceo curato dall’Addetto culturale della nostra Ambasciata negli Usa, Renato Miracco, che era stato presentato lo scorso aprile alla Library of Congress di Washington.
Le parole d’ordine del sito sono: semplicità e immediatezza, completezza e cura per il design, quest’ultimo affidato all’agenzia RovattiDesign di Milano.
“Italian Treasures è uno scrigno di cose belle, frutto di un notevole sforzo di ricerca – ha commentato l’Ambasciatore italiano a Washington Armando Varricchio – a cui abbiamo dedicato tempo ed energie. E’ anche uno strumento aperto a futuri apporti. Tante infatti sono le opere catalogate, ma c’è ancora molto spazio per estendere il progetto agli altri musei americani che vorranno via via aderire. Spero che piacerà a tutti gli appassionati d’arte italiana, cui offriamo la possibilità di accedere in pochi click a una serie di informazioni senza precedenti.
L’obiettivo che ha ispirato ItalyinUS è non soltanto quello di offrire una vetrina dell’Italia negli Stati Uniti per rafforzare l’immagine, già qui diffusa, di un Paese affascinante e dinamico ma anche incoraggiare la condivisione di idee, progetti ed energie. Riceviamo con piacere i suggerimenti dei visitatori – ha concluso il dilomatico – che sono sempre importantissimi per migliorare costantemente questo strumento”.
Italian Treasures è uno dei fiori all’occhiello del sito ItalyinUS.org, il portale della cultura curato dalla diplomazia italiana negli Usa, nato dopo l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti e arricchitosi nel tempo di una serie di nuovi strumenti.
Tra questi ampio spazio dedicato ai canali social media, con gli slider Twitter – su cui sono riportati i tweet dalla rete diplomatica e consolare italiana, oltre che degli uffici Ice, Enit e delle Camere di Commercio italiane negli Usa – e Facebook, che rinvia alla pagina “gemella” https://www.facebook.com/ItalyInUs.org, dedicata alla cultura italiana; la possibilità di consultare le newsletter periodiche diramate dai singoli Consolati ed Istituti di Cultura negli Stati Uniti; l’ampia sezione “Discover Italy” con una serie di suggerimenti su itinerari di viaggio, grandi eventi, indirizzi di scuole italiane, database di musei, corsi di lingua, siti dedicati al Made in Italy, teatri e musei.
Grazie ad alcune mappe interattive sulla homepage, il sito offre una fotografia immediata, da costa a costa, dei principali eventi culturali in programma, ma anche dell’impressionante network di centri culturali, musei, associazioni ed università che promuovono l’Italia negli Usa: centinaia di attori che giorno dopo giorno danno impulso a idee e progetti, fanno informazione e offrono servizi utili, contribuendo così a rafforzare l’immagine e la conoscenza del Belpaese al di qua dell’Atlantico.
Non a caso il logo di www.ItalyinUs.org ritrae due bandiere vicine, come i valori comuni che esprimono.
C’è sempre un po’ d’Italia nella vita degli Americani. Nell’album di famiglia. Nell’amore per l’arte, la letteratura, la musica e il buon cibo. Nella scelta di un abito, di un’auto o di un oggetto di design. Nelle emozioni di un film o di un paesaggio. Nel fitto reticolo di collaborazioni scientifiche e tecnologiche.
Lo ha spiegato bene il segretario di Stato americano John Kerry: “La cultura italiana si trova ovunque negli Stati Uniti. Non conosco nessuno che non danzi sulle sue note, che non si diverta grazie ad essa, che non ne canti le canzoni, che non la studi e non l’ammiri, che non la senta vicina a sé, e tutte le persone che conosco sognano di visitare l’Italia prima o poi”.