(Photo: Liskonogaleksey | Dreamstime.com)

Dear Readers, 

It was in 1977 that I flew down to Los Angeles from San Francisco with a group of Italian-Americans, including former mayor Joseph Alioto and his daughter Angela Alioto Veronese. Born in San Francisco in 1916, Alioto rose to prominence as an attorney and politician, becoming the 36th mayor of San Francisco, serving from 1968 to 1976. He was known for his efforts to modernize the city, and under his leadership, San Francisco became a hub of innovation and progress. However, for the Italian-American community, Alioto was especially a symbol of the immigrant success story—a man who never forgot his roots and who worked tirelessly to promote and preserve Italian culture and values in his city. His daughter, Angela Alioto Veronese, followed in his footsteps, continuing the family’s legacy of public service and cultural advocacy.

Anyway, I was saying … 

We were in the Trianon Room at the Beverly Wilshire Hotel on that day, to discuss Jeno Paolucci’s idea of expanding the Washington-based IAF Foundation to the NIAF, National Italian-American Foundation, with a $1,000 fee. The idea of an Advisory Council of 1,000 started up on that day. Participation at the luncheon was by invitation only. 

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Looking back to 1977, I did not know there was an Italian-American paper in Los Angeles. They had not merged yet. However, I happened to be seated next to Father Mario Trecco, the editor of L’Italo Americano, and I volunteered to write a column called “News from Northern California.” That was my first involvement with this publication, and it set the foundation for my long-standing connection to the paper.

When I met Father Trecco, however, I was well familiar with L’Eco d’Italiaof San Francisco. Founded in the early 20th century, the paper served — much like L’Italo Americano in Los Angeles —  as a crucial medium for Italian immigrants in the region, offering news from Italy and providing a platform for discussions on immigration, politics, and community affairs. For many Italians who had left their homeland, LEco dItalia was a vital link to the culture, language, and news of Italy. It was also a means for the Italian-American community to establish its identity in a foreign land, highlighting their contributions to American society while keeping traditions alive. When the Scalabrini fathers acquired it in 1980 and merged it with L’Italo Americano, it was the end of the North-South division in Italian-American news coverage. This merger unified the Italian-American narrative across California, and made sure that both Northern and Southern Italian communities were represented under one umbrella.

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Robert Barbera became our publisher in 2002, after the Scalabrini fathers decided to sell and focus on other fields. 

Today, L’Italo Americano remains a steadfast institution, proudly edited by Simone Schiavinato. The paper arrives in our homes every two weeks, a 40-page publication filled with rich stories that span a wide range of topics. It is a mix of the old and the new, with articles covering everything from Italian history and culture to contemporary issues affecting Italian-Americans today. Simone and his team ensure that the content reflects the ever-evolving Italian-American experience, offering a balance between tradition and modernity.

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What does L’Italo Americano cover today? Alongside chronicling key moments in Italian and Italian-American history, the newspaper shares stories of notable figures in arts, politics, and business. It celebrates the achievements of Italian and Italian-American scientists and artists and provides updates on Italy’s political scene, all while offering a well-rounded perspective for its readers.

The paper also includes interviews with Italian-Americans who have made important contributions in various fields, and brings together generations by sharing their stories. 

Readers can also find articles on the Italian language, recipes, and cultural insights to help them stay connected to their roots.

L’Italo Americano’s travel section helps us take beautiful journeys to the Belpaese, without moving from our favorite armchair here on the West Coast. Through its pages we can visit icons of Italy and discover little gems to keep our Italian Connection alive.  The paper remains a cultural guide for those wanting to maintain a strong and meaningful tie to their Italian identity. From community events to business profiles, t L’Italo-Americano continues to be  a platform for Italian-Americans to share their heritage and stay informed on issues impacting Italy and its diaspora, almost 120 years after it was founded. 

Cari lettori,

Fu nel 1977 che volai da San Francisco a Los Angeles con un gruppo di italoamericani, tra cui l’ex sindaco Joseph Alioto e sua figlia Angela Alioto Veronese. Nato a San Francisco nel 1916, Alioto iniziò come avvocato e politico, diventando poi il 36° sindaco di San Francisco, in carica dal 1968 al 1976. Divenne noto per i suoi sforzi nel modernizzare la città e, sotto la sua guida, San Francisco divenne un centro di innovazione e progresso. Tuttavia, per la comunità italoamericana, Alioto era soprattutto un simbolo della storia di successo degli immigrati: un uomo che non dimenticò mai le sue radici e che lavorò instancabilmente per promuovere e preservare la cultura e i valori italiani nella sua città. Sua figlia, Angela Alioto Veronese, seguì le sue orme, continuando l’eredità di servizio pubblico e difesa culturale della famiglia.

Comunque, stavo dicendo…

Eravamo nella Trianon Room del Beverly Wilshire Hotel quel giorno, per discutere l’idea di Jeno Paolucci di trasformare la IAF Foundation con sede a Washington nella NIAF, National Italian-American Foundation, con una quota di 1.000 $. L’idea di un Consiglio consultivo di 1.000 persone è nata quel giorno. La partecipazione al pranzo era solo su invito.

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Ripensando al 1977, non sapevo che ci fosse un giornale italoamericano a Los Angeles. Non si erano ancora fusi. Tuttavia, mi è capitato di essere seduta accanto a Padre Mario Trecco, il direttore di L’Italo Americano, e mi sono offerta di scrivere volontariamente una rubrica chiamata “Notizie dalla California settentrionale”. Quello è stato il mio primo coinvolgimento con questa pubblicazione e ha gettato le basi per il mio legame di lunga data con il giornale.

Quando ho incontrato Padre Trecco, tuttavia, conoscevo bene L’Eco d’Italia di San Francisco. Fondato all’inizio del XX secolo, il giornale fungeva — proprio come L’Italo Americano a Los Angeles — da mezzo di comunicazione cruciale per gli immigrati italiani nella regione, offrendo notizie dall’Italia e fornendo una piattaforma per discussioni su immigrazione, politica e affari della comunità. Per molti italiani che avevano lasciato la loro terra natale, L’Eco d’Italia era un collegamento vitale con la cultura, la lingua e le notizie dell’Italia. Era anche un mezzo per la comunità italoamericana di stabilire la propria identità in terra straniera, evidenziando il proprio contributo alla società americana ma mantenendo vive le proprie tradizioni. Quando i padri Scalabrini lo acquisirono nel 1980 e lo unirono a L’Italo Americano, fu la fine della divisione Nord-Sud nella copertura delle notizie italoamericane. Questa fusione unificò la narrazione italoamericana in tutta la California e fece in modo che entrambe le comunità italiane del Nord e del Sud fossero rappresentate sotto un unico ombrello.

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Robert Barbera divenne il nostro editore nel 2002, dopo che i padri Scalabrini decisero di vendere e concentrarsi su altri campi.

Oggi, L’Italo Americano rimane un’istituzione incrollabile, orgogliosamente curata da Simone Schiavinato. Il giornale arriva nelle nostre case ogni due settimane, una pubblicazione di 40 pagine piena di storie ricche che abbracciano un’ampia gamma di argomenti. È un mix di vecchio e nuovo, con articoli che coprono tutto, dalla storia e cultura italiana alle questioni contemporanee che interessano gli italoamericani di oggi. Simone e il suo team assicurano che il contenuto rifletta l’esperienza italoamericana in continua evoluzione, offrendo un equilibrio tra tradizione e modernità.

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Cosa copre oggi L’Italo Americano? Oltre a raccontare momenti chiave della storia italiana e italoamericana, il giornale pubblica storie di personaggi illustri nelle arti, nella politica e negli affari. Celebra i successi di scienziati e artisti sia italiani sia italoamericani e fornisce aggiornamenti sulla scena politica italiana, il tutto offrendo una prospettiva completa per i suoi lettori.

Il giornale include anche interviste con italoamericani che hanno dato importanti contributi in vari campi e unisce le generazioni condividendo le loro storie.

I lettori possono anche trovare articoli sulla lingua italiana, ricette e approfondimenti culturali per aiutarli a rimanere in contatto con le proprie radici. La sezione turistica de L’Italo Americano ci aiuta a fare splendidi viaggi nel Belpaese, senza muoverci dalla nostra poltrona preferita qui sulla costa occidentale. Attraverso le sue pagine possiamo visitare i luoghi iconici dell’Italia e scoprire piccole gemme per mantenere viva la nostra connessione italiana. Il giornale rimane una guida culturale per coloro che desiderano mantenere un legame forte e significativo con la propria identità italiana. Da eventi della comunità a profili aziendali, L’Italo-Americano continua a essere una piattaforma per gli italoamericani per condividere la propria eredità e rimanere informati su questioni che hanno un impatto sull’Italia e sulla sua diaspora, quasi 120 anni dopo la sua fondazione.

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