Anthony Fauci in 2020. Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Official White House Photo by Tia Dufour. License: Public Domain.

Dear Readers,

An October assortment of “Italian Connections” for you:

Anthony Fauci plans to retire in December after 50 years in government and will step down as head of the National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Dr. Anthony Stephan Fauci has advised seven Presidents and is currently President Joe Biden’s chief medical advisor. He has overseen research on infectious diseases such as HIV/AIDS, respiratory infections, diarrheal diseases, tuberculosis and malaria, as well as emerging diseases such as Ebola and Zika.

With the arrival of the Covid-19 pandemic, Dr. Fauci became the face of the government’s response to the virus, as a top adviser to former President Trump and President Joe Biden. His role under the former administration was controversial. He became a lightning rod for those who did not agree with his advice on how to battle the then-new and little-understood pandemic.

Fauci’s family came from Italy through Ellis Island in the 19th century. His maternal grandparents were from Naples, and his paternal grandparents emigrated from Sciacca, Sicily. Dr. Fauci grew up in Brooklyn, where his father ran a neighborhood pharmacy with the help of the entire family. Fauci delivered prescriptions to customers on his bike. Often customers who couldn’t afford to pay got the medicine for free. Dr. Fauci has spoken affectionately about growing up in Brooklyn and how it influenced his life view.

The country owes Dr. Fauci a huge debt of gratitude for his unwavering commitment to the country’s public health over the past five decades.

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Boston’s Genovese early arrivals to the North End deserve a belated but heartfelt “bravo” for their foresight, back in 1888, when they gave their local Catholic Church (an Italian Parish) the use of the property in perpetuity but did not deed it to the Archdiocese, thereby saving Sacred Heart from being sold to developers, and the money being used to satisfy judgements awarded in sex scandals lawsuits. As I sit here, over a century later, I am still astonished that those “paesani” from Genoa, who literally had just “come off the boat,” had the “smarts” to say: “In God We Trust but for all others put it in writing.”

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Italian Diplomacy

The ability to tell a man to go to hell, so that he will look forward to making the trip.

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Cari lettori,

Un assortimento di “Italian Connections” per il mese di ottobre:

Anthony Fauci andrà in pensione a dicembre dopo 50 anni di lavoro per il governo e lascerà la carica di direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Il dr. Anthony Stephan Fauci è stato consulente di sette presidenti e attualmente è il principale consigliere medico del presidente Joe Biden. Ha supervisionato la ricerca su malattie infettive come l’HIV/AIDS, le infezioni respiratorie, le malattie diarroiche, la tubercolosi e la malaria, oltre a malattie emergenti come Ebola e Zika.

Con l’arrivo della pandemia da Covid-19, Fauci è diventato il volto della risposta governativa al virus, in qualità di consulente di punta dell’ex presidente Trump e del presidente Joe Biden. Il suo ruolo sotto la precedente amministrazione è stato controverso. È diventato un parafulmine per coloro che non erano d’accordo con i suoi consigli su come combattere una pandemia allora nuova e poco compresa.

La famiglia di Fauci è arrivata dall’Italia passando per Ellis Island nel XIX secolo. I suoi nonni materni erano di Napoli e quelli paterni emigrarono da Sciacca, in Sicilia. Fauci è cresciuto a Brooklyn, dove suo padre gestiva una farmacia di quartiere con l’aiuto di tutta la famiglia. Lui consegnava le ricette ai clienti in bicicletta. Spesso i clienti che non potevano permettersi di pagare ricevevano le medicine gratuitamente. Il dr. Fauci ha parlato con affetto della sua infanzia a Brooklyn e di come questa abbia influenzato la sua visione della vita.

Il Paese ha un enorme debito di gratitudine nei confronti del dottor Fauci per il suo costante impegno a favore della salute pubblica negli ultimi cinque decenni.

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I genovesi di Boston che arrivarono nel North End meritano un tardivo ma sentito “bravo” per la loro lungimiranza, quando nel 1888 diedero alla loro chiesa cattolica (una parrocchia italiana) l’uso della proprietà in perpetuo, ma non la cedettero all’arcidiocesi, salvando così il Sacro Cuore dalla vendita ai costruttori, e impedendo che il denaro venisse usato per pagare le sentenze emesse nelle cause per scandali sessuali. A più di un secolo di distanza, sono ancora stupita che quei “paesani” genovesi, che letteralmente erano appena “sbarcati”, abbiano avuto la “furbizia” di dire: “In God We Trust, ma per tutti gli altri mettetelo per iscritto”.

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Diplomazia italiana. La capacità di dire a un uomo di andare all’inferno, in modo che non veda l’ora di fare il viaggio.

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Un convoglio di taxi di Parigi ha portato le truppe al fronte quando la Germania attaccò la Francia (1914), il comandante generale Joseph Gallieni decise che un taxi sarebbe stato più veloce della marcia e chiamò circa 3.000 taxi. Il generale Gallieni aveva già 65 anni quando la Germania attaccò la Francia nel 1914 e fu nominato governatore militare di Parigi. La sua carriera vantava quarantacinque anni di servizi coloniali.

Progressista in campo militare, esortò l’esercito ad abbandonare il tradizionale pantaloon rouge (pantaloni rossi) che considerava “suicida” su qualsiasi campo di battaglia. Fu uno dei primi sostenitori degli aeroplani da ricognizione. Nonostante l’età e l’approssimarsi della pensione, fu

in lizza per diventare comandante in capo della Francia poco prima della Grande Guerra.

Quando i tedeschi invasero la città a soli trenta chilometri da Parigi, i francesi pianificarono un contrattacco, utilizzando le forze di Galliani. Fu l’uso poco ortodosso dei taxi parigini a ispirare la nazione. L’8 settembre 1914, circa 3.000 taxi trasportarono 5.000 uomini al fronte. Quegli uomini, e poi migliaia di altri, fermarono i tedeschi in quello che fu chiamato il “miracolo della Marna”. Purtroppo, quella battaglia portò solo a quattro anni di statica guerra di trincea. Gallieni non sarebbe stato testimone di tutte le future carneficine. Morì nel 1916, due anni prima dell’Armistizio.

Ho trovato l’articolo “Taxicab Army” su un blog di John Mancini, fondatore e direttore esecutivo dell’Italic Institute of America “Italian Pride on a Classical Foundation”. Visitate www.italic.org e certamente tornerete spesso a consultarlo.

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Fu l‘Italia, più che gli uomini, a contribuire alla Rivoluzione americana. Anche prima dell’inizio del conflitto, l’Italia fu fonte di ispirazione per i patrioti americani grazie alla lotta per l’indipendenza condotta da Pasquale Paoli e dai suoi compagni corsi. I Corsi erano stati per secoli sotto la dominazione di Genova, che li trattava più come sudditi coloniali che non da connazionali. I Corsi tentarono più volte di riconquistare la libertà, a partire dal 1545, ma la loro lotta raggiunse proporzioni epiche nel 1755, quando Pasquale Paoli, assistito da Carlo Bonaparte, padre di Napoleone, sbarcò sull’isola dall’Italia e combatté eroicamente contro i Genovesi.

Per 14 anni, Paoli combatté con tutti i mezzi a sua disposizione, suscitando l’ammirazione degli uomini liberi di tutto il mondo, in particolare in Inghilterra e in America fino al 1768, quando Genova cedette la Corsica ai francesi. Fu allora che Paoli e 400 dei suoi seguaci lasciarono l’isola e si rifugiarono a Livorno. Dove poi morì nel 1804.

La città di Paioli, non lontana da Filadelfia, porta il suo nome. I suoi principali ammiratori, tuttavia, furono i Sons of Liberty (Figli della Libertà), che ebbero un ruolo importante nella Rivoluzione. Quando il battaglione di New York della Independent Foot Company fu organizzato nel 1773, prese il nome di “Corsicans”.


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