È considerato il “cantiere del secolo” ma è soprattutto il tunnel più lungo del mondo, un’enorme opera di ingegneria civile: 57 chilometri scavati in 17 anni nel San Gottardo attraversando le Alpi a 2300 metri di profondità.
La galleria ricade interamente in Svizzera ma, destinata a ridefinire la mappa dei trasporti e dei traffici commerciali tra il Norde il Sud dell’Europa, avrà un ruolo importantissimo per l’Italia del futuro.
Il tunnel da 11 miliardi di euro, che si collega su un asse di prolungamento diretto a Rotterdam sul Mare del Nord e a Genova sul Mediterraneo, entrerà in servizio a dicembre, consentendo il passaggio dei grandi convogli ferroviari finora bloccati a valle e il conseguente decongestionamento delle strade per il trasporto merci. L’obiettivo è di far passare dal tunnel 260 treni merci e 65 treni passeggeri al giorno a una velocità di 100 chilometri l’ora i primi e 200 chilometro l’ora i secondi. La previsione è che i passeggeri passino da 9 mila a 15 mila unità al giorno entro il 2020. Sulla vecchia linea alpina finora potevano transitare al massimo 180 treni merci.
Sull’onda della nuova galleria elvetica, di fondamentale rilievo per l’asse Rotterdam-Genova, l’Italia ha annunciato l’impegno per il potenziamento delle strutture ferroviarie e stradali e l’adeguamento dei collegamenti.
Nel frattempo, allo sbocco del Gottardo sul versante italiano, la rete di collegamento con Novara, Busto Arsizio e Milano è stata già potenziata con finanziamenti svizzeri per adeguare le sagome dei treni, aumentarne il peso e la lunghezza a 750 metri.
All’opera ha in parte contribuito un’azienda italiana di Parma che si è aggiudicata tre lotti pari al 20% dei lavori complessivi, a conferma che le potenzialità, le competenze per crescere e l’imprenditorialità necessaria a dare corso ai grandi cambiamenti, l’Italia le ha tutte, anche se non sempre riesce a metterle a frutto.
A conferma della sua strategicità, del valore internazionale del cantiere, alla cerimonia di inaugurazione, oltre alle autorità svizzere, hanno partecipato i tre Paesi confinanti che più beneficieranno del nuovo traforo del massiccio alpino: il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi secondo cui “è un’opera fondamentale che potrà, con i lavori in corso in Italia e nel resto dell’Europa, costituire un collegamento di straordinaria importanza”, il presidente francese Francois Hollande per cui “rappresenta la volontà di progresso” e la Cancelliera tedesca Angela Merkel che l’ha descritta come un “Simbolo dell’unità d’Europa.
Il tunnel ferroviario dei record, che si riappropria del primato mondiale di lunghezza che fino al 2000 era appartenuto, con i suoi 16,918 km, alla galleria stradale del San Gottardo costruita tra il 1970 e il 1980 in massima parte da manodopera italiana, sostituirà il vecchio tunnel lungo circa 15 chilometri, situato 600 metri più in alto e costruito tra il 1872 e il 1881.
Ma è chiaro che aprirà una grande opportunità anche per il sistema portuale italiano che intende raccordare Genova e Savona. I due porti saranno il principale hub portuale del nord del Mediterraneo con una capacità di oltre 5 mila teu, ovvero 200 mila metri cubi.
Come dire che buona parte del fuuturo trasportistico italiano e continentale beneficierà di questo cantiere a cui hanno lavorato 2400 maestranze realizzando tra tunnel, condotti, cunicoli e pozzi di collegamento 152 chilometri sotto il paesaggio alpino.
Ma la galleria dice altro: innanzitutto che l’Italia sta cambiando.
Seguendo le principali direttrici di sviluppo continentale, la cui esistenza dimostra sostanziamente, quanto siano interlacciate, interdipendenti e globalizzate le reti di comunicazione, i flussi e i traffici merci, la logistica nazionale si sta evolvendo.
Spostare persone e merci non è solo affari, turismo o commercio ma sviluppo, lavoro, gestione dei cambiamenti, potenzialità future e fragilità attuali. Significa che ci sono evoluzioni in cantiere alle quali bisogna prepararsi per continuare a essere attori protagonisti su quel nuovo palcoscenico che si sta delineando.