I’ve been to Florence on several occasions, even though I haven’t in years – note to self: it’s time to pay a visit soon. There is so much to see and learn in this city: art lovers, historians, and foodies all have the time of their lives there. Universally considered the cradle of modern Italian culture, Florence is the place we associate with the birth of our beautiful language because home to the greatest of our poets, Dante Alighieri. Charming and welcoming, Florence is, with Rome and Venice, the most visited city in Italy and the one with the strongest touristic growth: a place everyone wants to see.
When I thought I knew all I needed about la città del giglio, at least as a tourist, I came across an article by British journalist John Brunton, recently published in The Guardian, where he described a very special Florentine neighborhood, one where you can really experience life the Florentine way, the Sant’Ambrogio neighborhood. Brunton’s piece is filled with first-hand descriptions of its atmosphere and people, as well as plenty of advice on where you can get the best food or, indeed, the best haircut: the oldest and longest-serving barber in Florence, Savino Zaccagnino, works just here, in Piazza dei Ciompi, one of the neighborhood’s favorite meeting points.
Sant’Ambrogio has a long history, just like its city. Located in Florence’s historical center, it inherited its name from the Chiesa di Sant’Ambrogio, which is one of the oldest in town: while it looks quite unassuming, especially if compared with other Florentine religious buildings, the church housed a plethora of important works of art, which are now guarded in the Uffizi. The cult of the saint remains important here: celebrations to honor him on the 7th of December are among the most beloved events.
The area has always been culturally and economically important for the city of Florence. Thanks to its prime location along the Arno river, it was known as a lively trading hub already in the Middle Ages; here, many craftsmen would open their workshops, too, and its importance only grew during the Renaissance, when the neighborhood attracted artists like Filippo Brunelleschi and Lorenzo Ghiberti.
What strikes about the place, Burton writes in his article, is its atmosphere: it’s colorful, lively, multicultural, friendly, in a way you may not necessarily expect in a city. Sant’Ambrogio is, perhaps, the most Florentine of Florence’s neighborhood because it mirrors, in its multi-faceted nature, the historical and cultural essence of Florence itself. Perhaps, the best place to notice and embrace this is the neighborhood’s market: il mercato di Sant’Ambrogiois known everywhere in the city and it is considered one of its oldest. The covered food hall, in Piazza Ghiberti, was opened in 1873 and it’s only a stone’s throw away from Piazza dei Ciompi. It was the first covered market in Florence. Today, just like in the past, the market expands in the streets around the hall, with many stalls selling more food, but also vintage clothes and antiques. Rosanna Vannini, one of the locals interviewed by Brunton, who has been selling antiques here for three decades, compared Sant’Ambrogio to “an island, the last popular Florentine neighborhood.”
The market, which is open Monday to Saturday, marks the daily lives of people around here, from the early hours of the morning to late afternoon. From traditional Tuscan (no salt!) bread to fresh organic fruit and vegetables; from meats and fish, cheeses and cold cults, all the way to olive oil, here you can fix all of your daily shopping just by taking a walk around. There are also, as we said, handmade and vintage goods on sale, including jewelry, fabrics, pottery as well as antique and art pieces. In many ways, this is a very Mediterranean place, something you may expect more in seaside cities, perhaps further South than Tuscany: the colors, the scents, the vendors’ voices… all remind us of the precious atmospheres of the Mediterranean.
This is also the perfect place to grab a bite on the go, thanks to the market’s renowned street food hubs: you can find traditional dishes to-go, including the iconic panino con il lampredotto, trippa alla fiorentina, ribollita and panzanella, all cheap and wholesome, not a tourist trap restaurant in sight. Because Sant’Ambrogio remains a people’s neighborhood, where tourists come and are welcome, but don’t change the nature and soul of the place. Here, you become a local.
Sant’ Ambrogio is also known for its multiculturality. For decades, this little sliver of Florence has been the home of several international communities, especially the North African, the Romanian, and the Chinese, all enriching with their culture and habits the already prosperous heritage of the area. Multiculturalism is mirrored, of course, also in Sant’Ambrogio’s stores and restaurants, a delightfully colorful array of several cuisines, trends, and crafts from all over the world.
Sant’Ambrogio, the most Florentine of Florence’s neighborhoods, is an open window into this beautiful city’s gloriously artistic past and culturally wholesome, tolerant future.
Sono stata a Firenze in diverse occasioni, anche se sono anni che non ci vado ( nota per me: è ora di visitarla al più presto). C’è così tanto da vedere e da imparare in questa città: gli amanti dell’arte, gli storici e i buongustai se la spassano. Universalmente considerata la culla della cultura italiana moderna, Firenze è il luogo che associamo alla nascita della nostra bella lingua, perché patria del più grande dei nostri poeti, Dante Alighieri. Affascinante e accogliente, Firenze è, con Roma e Venezia, la città più visitata d’Italia e quella con la più forte crescita turistica: un luogo che tutti vogliono vedere.
Quando pensavo di sapere tutto quello che mi serviva sulla città del giglio, almeno come turista, mi sono imbattuta in un articolo del giornalista britannico John Brunton, pubblicato di recente sul Guardian, in cui descrive un quartiere fiorentino molto speciale, uno di quelli in cui si può davvero vivere la vita alla maniera fiorentina: il quartiere di Sant’Ambrogio. Il pezzo di Brunton è pieno di descrizioni di prima mano dell’atmosfera e della gente, oltre che di consigli su dove trovare il cibo migliore o, addirittura, il miglior taglio di capelli: il barbiere più antico e più longevo di Firenze, Savino Zaccagnino, lavora proprio qui, in Piazza dei Ciompi, uno dei punti di ritrovo preferiti del quartiere.
Sant’Ambrogio ha una lunga storia, proprio come la sua città. Situata nel centro storico di Firenze, ha ereditato il nome dalla Chiesa di Sant’Ambrogio, una delle più antiche della città: pur avendo un aspetto piuttosto dimesso, soprattutto se confrontato con altri edifici religiosi fiorentini, la chiesa ospitava una pletora di importanti opere d’arte, oggi custodite agli Uffizi. Il culto del santo rimane importante: le celebrazioni in suo onore il 7 dicembre sono tra gli eventi più amati.
L’area è sempre stata culturalmente ed economicamente importante per la città di Firenze. Grazie alla sua posizione privilegiata lungo l’Arno, già nel Medioevo era conosciuta come un vivace centro commerciale; qui aprivano le loro botteghe anche molti artigiani, e la sua importanza crebbe solo durante il Rinascimento, quando il quartiere attirò artisti come Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti.
Ciò che colpisce del luogo, scrive Burton nel suo articolo, è la sua atmosfera: è colorata, vivace, multiculturale, amichevole, in un modo che non ci si aspetta necessariamente in una città. Sant’Ambrogio è forse il più fiorentino dei quartieri di Firenze perché rispecchia, nella sua natura sfaccettata, l’essenza storica e culturale di Firenze stessa. Forse, il luogo migliore per notare e abbracciare questo aspetto è il mercato del quartiere: il mercato di Sant’Ambrogio è conosciuto ovunque in città ed è considerato uno dei più antichi. Il mercato coperto di Sant’Ambrogio, in Piazza Ghiberti, fu aperto nel 1873 e si trova a pochi passi da Piazza dei Ciompi. È stato il primo mercato coperto di Firenze. Oggi, come allora, il mercato si espande nelle strade intorno alla piazza, con molte bancarelle che vendono non solo cibo, ma anche abiti vintage e oggetti d’antiquariato. Rosanna Vannini, una delle persone intervistate da Brunton, che lì vende antiquariato da tre decenni, ha paragonato Sant’Ambrogio a “un’isola, l’ultimo quartiere popolare fiorentino”.
Il mercato, aperto dal lunedì al sabato, scandisce la vita quotidiana della gente del posto, dalle prime ore del mattino al tardo pomeriggio. Dal pane tradizionale toscano (senza sale!) alla frutta e verdura fresca biologica; dalle carni al pesce, dai formaggi ai cult freddi, fino all’olio d’oliva, qui si può fare tutta la spesa quotidiana semplicemente facendo un giro. Come abbiamo detto, sono in vendita anche prodotti artigianali e vintage, tra cui gioielli, tessuti, ceramiche e pezzi d’antiquariato e d’arte. Per molti versi, questo è un luogo molto mediterraneo, che ci si aspetta più dalle città di mare, magari più a sud della Toscana: i colori, i profumi, le voci dei venditori… ricordano le preziose atmosfere del Mediterraneo.
Questo è anche il luogo ideale per mangiare un boccone al volo, grazie ai rinomati centri di street food del mercato: si possono trovare piatti tradizionali da asporto, tra cui l’iconico panino con il lampredotto, la trippa alla fiorentina, la ribollita e la panzanella, tutti economici e genuini, senza un ristorante trappola per turisti in vista. Perché Sant’Ambrogio rimane un quartiere popolare, dove i turisti arrivano e sono i benvenuti, ma non cambiano la natura e l’anima del luogo. Qui si diventa abitanti del luogo.
Sant’Ambrogio è anche noto per la sua multiculturalità. Da decenni, questo piccolo lembo di Firenze ospita diverse comunità internazionali, in particolare nordafricani, rumeni e cinesi, che arricchiscono con la loro cultura e le loro abitudini il già florido patrimonio della zona. La multiculturalità si riflette, ovviamente, anche nei negozi e nei ristoranti di Sant’Ambrogio, una deliziosa e variopinta gamma di cucine, tendenze e artigianato provenienti da tutto il mondo.
Sant’Ambrogio, il più fiorentino dei quartieri di Firenze, è una finestra aperta sul passato gloriosamente artistico e sul futuro culturalmente sano e tollerante di questa splendida città.
Unlike many news organizations, instead of putting up a paywall we have eliminated it – we want to keep our coverage of all things Italian as open as we can for anyone to read and most importantly share our love with you about the Bel Paese. Every contribution we receive from readers like you, big or small, goes directly into funding our mission.
If you’re able to, please support L’Italo Americano today from as little as $1.