Monna Lisa, la donna ritratta nel celebre ed enigmatico quadro di Leonardo Da Vinci, sarebbe trevigiana. Ad arricchire la lista infinita delle tesi sull’identità della Gioconda, è lo studioso russo Nicholai Chesnokov, conosciuto attraverso Nina, proprietaria dell’Hotel Bamby di Rimini, che ci ha spiegato la sua intrigante ipotesi. Lo studio è contenuto in un libro di 500 pagine, pubblicato in Russia dal titolo “La Gioconda – Il mistero del Genio e della Cortigiana”, un intreccio di mito, leggenda e storia dell’arte che lega Treviso a Napoli, Napoli a Parigi e Parigi a Roma e Milano.
Ebbene, secondo Chesnokov Monna Lisa altri non sarebbe che il frutto del rapporto tanto appassionato quanto proibito di Fra’ Giocondo, frate domenicano a San Nicolò e celebre architetto umanista (la cui vita è avvolta nel mistero), e di una monaca del convento di Santa Caterina a Treviso.
Rilievo sulla facciata della Loggia del Consiglio a Verona, comunemente ritenuto il ritratto di Fra’ Giocondo Ed è proprio nel capoluogo della Marca che la bimba, immortalata poi nel quadro conservato al Louvre di Parigi, sarebbe stata concepita. Fra’ Giocondo e la monaca, dal nome Lisa, sarebbero poi dovuti scappare a Napoli per nascondere il fattaccio. Nella capitale partenopea viene alla luce la piccola, chiamata Lisa, che però perde subito la madre, spossata dalla fatica del viaggio e dai dolori del parto. Storia che lo studioso russo ritiene essere descritta nel romanzo allegorico pubblicato nel 1499 e intitolato “Hypneroto-machia Poliphili”, attribuito fra gli altri a Leon Battista Alberti, a Pico della Mirandola, a Lorenzo De’ Medici e a Francesco Colonna, ma che Chesnokov, sostiene essere proprio di Fra’ Giocondo.
Le xilografie contenute nel testo riprodurrebbero la vicenda amorosa del frate e conterrebbero anche il dettaglio della data di nascita di Monna Lisa, ossia il 4 dicembre 1489. In un disegno vi sarebbe anche la chiara riproduzione dell’architettura di Santa Caterina. Fra’ Giocondo decide di prendersi cura della sua piccola portandola con sé anche nel trasferimento in Francia nel 1495. Dopo 10 anni Oltralpe, i due tornano a Milano. Qui avviene l’incontro con Leonardo, che decide di ritrarre la bella ragazza. Divenuta cortigiana, Lisa si sarebbe poi fatta dipingere in diverse occasioni e da diversi artisti. Suo sarebbe il volto di “Flora” (o “Colombina”), di Francesco Melzi, allievo di Leonardo, e custodito all’Ermitage di San Pietroburgo. Suo anche il corpo della “Venere dormiente” del Giorgione. Lo studioso russo è convinto che non sia un caso che questi celebri dipinti siano stati realizzati nei luoghi toccati da Fra’ Giocondo e peraltro poco dopo il suo arrivo. Studioso di Leonardo da 30 anni, innamorato della vita del frate architetto, Chesnokov ha abbandonato 20 anni fa la carriera di medico proprio per dedicarsi alla storia dell’arte.
“Vent’anni fa, a Parigi, ascoltando una guida turistica parlare di un ponte vicino a Notre Dame, ho sentito per la prima volta nominare Fra’ Giocondo -spiega il russo – e da lì è iniziato il mio percorso di studi, che mi ha portato, anche attraverso l’assonanza dei nomi, a studiare i possibili legami fra il celebre quadro e la vita del frate”. Insomma, aver battezzato il dipinto “La Gioconda” non sarebbe altro che un patronimico, un richiamo al nome del padre della cortigiana.
Se le tesi del libro siano sostenute da documenti e dati, saranno gli storici dell’arte e i filologi a stabilirlo. Magari quando il libro, che contiene la ricerca, sarà pubblicato dal cirillico all’italiano. Lo studioso sta cercando un editore del Belpaese anche con l’aiuto del Comune di Treviso che già ha intravisto in questa curiosa nuova versione del mito Gioconda, una bel richiamo per i turisti di tutto il mondo. Una mano potrebbero darla gli storici trevigiani, che meglio di altri potrebbero indagare vita, opere, viaggi ed eventuali peccati di Fra’ Giocondo, fino ad ora noto soprattutto per la sua bravura di architetto militare.
Nato a Verona nel 1433 circa, Giovanni Monsignori o Ognibene, detto fra’ Giocondo o fra’ Giovanni Giocondo da Verona è stato un noto umanista. Lavorò a Napoli, in Francia al seguito di Carlo VIII e Luigi XII, e a Venezia. Scarsissime le informazioni sulla vita e la lunga e poliedrica attività nonostante Vasari gli abbia dedicato una delle sue Vite.