Hollywood Icons offre una ricca rassegna delle grandi stelle dell’epoca d’oro di Hollywood e dei fotografi che hanno creato le loro immagini scintillanti.
Percorrendo la mostra si incontrano i più grandi nomi della storia del cinema a cominciare da leggende del muto come Charlie Chaplin e Mary Pickford, proseguendo con interpreti brillanti dei primi film sonori come Marlene Dietrich e Cary Grant, e concludendo con i giganti del dopoguerra come Marlon Brando, Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Agli inizi del 1920 il cinema come industria si concentrò a Los Angeles e dintorni.
Anche se grandi film continuavano a essere prodotti in altre parti del mondo, da Stoccolma a Tokyo, nulla poté eguagliare l’enorme produzione e la dinamicità degli studi di Hollywood. Attori, registi e tecnici continuavano ad arrivare in grande numero in California per cercare fama o fortuna, e a volte entrambe le cose. Greta Garbo veniva dalla Svezia, Marlene Dietrich dalla Germania, Hedy Lamarr dall’Austria, Charlie Chaplin e Cary Grant avevano lasciato la natia Inghilterra, ma per ciascuno di loro è stata Hollywood a catapultarli verso un successo internazionale.
La storia del cinema di solito è scritta dal punto di vista degli attori o registi prestando poca attenzione alla gigantesca impresa necessaria per produrre il film vero e proprio. Hollywood Icons presenta i poco celebrati fotografi ritrattisti e di scena che lavorarono silenziosamente dietro le quinte, ma le cui fotografie glamour sono state fondamentali per la nascita di stelle del cinema e per la promozione dei film.
Milioni e milioni di immagini disseminate dagli studi di Hollywood per tutto il periodo d’oro furono il frutto del lavoro di artisti dell’obiettivo che con il loro operato veloce, efficiente e talvolta brillante promuovevano lo stile hollywoodiano in tutto il mondo.
Nessuno comprese l’importanza di questo imponente materiale di Hollywood meglio di John Kobal.
Iniziò la sua carriera come appassionato di film per poi diventare giornalista e scrittore e infine, prima della sua morte prematura nel 1991 all’età di 51 anni, di essere riconosciuto come uno dei più autorevoli esperti di storia del cinema.
Il suo libro The Art of the Great Hollywood Portrait Photographers rimane una pietra miliare della ricerca cinematografica. Le fotografie di questa mostra sono state tutte raccolte da John Kobal e sono presentate qui per portare in vita ancora una volta il classico mondo perduto di Hollywood.
Rivivono in questa mostra le stelle dell’epoca d’oro di Hollywood e i grandi fotografi, ritrattisti e di scena, che seppero inventare il glamour di divi e divine per la mitica industria cinematografica.
Con Hollywood Icons a Villa Manin di Passariano (Udine), fino al 9 ottobre 2016, sarà possibile farsi ammaliare dai ritratti magici delle stelle dell’epoca d’oro di Hollywood, riscoprendo quegli scatti e quei fotografi delle icone del cinema.
Nella splendida residenza dogale, prima tappa di un tour internazionale che nel 2017 approderà al Palazzo delle Esposizioni di Roma, giungeranno immagini famose e memorabili e scatti meno noti, foto storiche e materali preziosi – oltre 200 fotografie – parte della memorabile collezione realizzata da John Kobal, che fin da adolescente aveva iniziato a collezionare cimeli dei film. I suoi frequenti viaggi a New York e Los Angeles, quando divenne corrispondente americano della Bbc per la trasmissione radiofonica Movie Go Round, coincisero con il fallimento dei principali studi cinematografici di Hollywood. Non poteva esserci momento più propizio per un giovane interessato ad acquisire testimonianze del glorioso passato di Hollywood.
Mentre gli studi gettavano letteralmente al macero gli archivi fotografici accumulati sin dall’inizio della produzione dei film, Kobal era lì per raccogliere quanto più poteva e caricarlo nella sua station wagon. Nacque così la sua eccezionale collezione hollywoodiana di ritratti originali d’epoca.
Parecchi anni più tardi, nel 1969, fu invece l’incontro casuale con George Hurrell, il più famoso ritrattista di Hollywood, a spingere Kobal a rintracciare i fotografi di scena ancora in vita che l’industria del cinema aveva in gran parte lasciato in disparte. Di questi solo Hurrell aveva continuato a lavorare; altri, come Ted Allan, Laszlo Willinger e Clarence Sinclair Bull si erano oramai ritirati.
Attraverso le interviste, che erano la specialità di Kobal, egli ottenne in prima persona informazioni sulla produzione del glamour destinato a un consumo di massa.Molti dei fotografi accettarono di stampare ancora una volta le immagini dai loro negativi. Il mondo perduto registrato nei negativi 8×10, fu resuscitato con le nuove e scintillanti stampe all’argento, anch’esse esposte in questa occasione.