Palazzo Montecitorio ospita la Camera dei Deputati (Ph Pytyczech da Dreamstime.com)
Guadagneranno duemilacinquecento euro netti al mese: non un soldo di più. Non vogliono essere chiamati onorevoli, soltanto cittadini prestati (possibilmente) alla buona politica. Stanno cercando casa a Roma: in un appartamento andranno a vivere in due o tre.
 
Un po’ come facevano gli studenti che, non abitando in città e proveniendo su e giù dallo Stivale, si arrangiavano per arrivare alla laurea. Storcono la bocca i ristoratori del Centro, abitati ai pranzi e alla cene mica frugali dei parlamentari delle ultime legislature: roba, spesso, da cinquanta/sessanta euro a pasto.
 
I “grillini”, al contrario, hanno stanziato al massimo quattordici/quindici euro per ognuno a pasto. Entro la prossima settimana gli oltre centosessanta nuovi deputati del MoVimento 5 Stelle completeranno le modalità di ingresso a Montecitorio e a Palazzo Madama. Foto, copia dei documenti, rilascio del badge: da allora, ufficialmente, scatterà l’avventura politica di questi neofiti, i veri vincitori delle ultime elezioni politiche.
 
Il loro mentore, Beppe Grillo, li seguirà a distanza. L’ex-comico non era candidato: resterà il guru, l’eminenza-grigia, il portavoce del movimento. Non chiamatelo partito: i “grillini” non hanno una sede, tantomento uno statuto. Il web, la rete virtuale è la loro casa: condivideranno l’azione politica, possibilmente senza strappi, in armonia. Perfetti sconosciuti all’opinione pubblica: tra gli eletti ci sono precari, commessi al supermercato, ricercatori, impiegati, educatori, artigiani. Qualcuno è laureato, molti altri decisamente no se, in questi giorni, una volta appreso che sarebbero diventati parlamentari, hanno deciso di aprire un libro di diritto costituzionale, cercando di apprendere in fretta le nozioni ed i concetti più importanti.
 
Un voto di protesta, una condanna per la politica del malaffare e dell’inganno, che troppo spesso ha retto i destini dell’ultima Italia? Può darsi anche se una risposta inequivocabile non c’è. Qualcuno vi ha intravisto attinenze con l’esplosione leghista degli anni Novanta. Una differenza però c’è ed è palpabile: i leghisti provenivano da una medesima zona geografica, quella che etichettavano come “Padania”.
 
I “grillini”, al contrario, sono stati, spoglio alla mano, il primo partito in molte zone d’Italia, firmando coi fatti un risultato politico di straordinario spessore. Ora sono attesi al varco: non più provocazioni e proteste fini a se stesse, contro il sistema. Ora, i “grillini” saranno parte integrante del Parlamento: avranno la facoltà di promuovere disegni di legge, se non governando certo orientando la nascita di un’auspicata, più giusta e più equa Italia.
 
La curiosità per il loro sbarco in città lascerà spazio ai primi giudizi.”Non saremo inadeguati”, hanno urlato molti dei nuovi eletti davanti alla diffidenza di molti italiani, poco attratti dai loro curricula e dai loro pedigree di uomini e donne assolutamente normali. Grillo assicura: è proprio la forza della normalità delle nostre vite a darci il coraggio per provare a cambiare il Paese. La buona politica attende, in fretta, il loro contributo.
 
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