Il 6 giugno allo Stadio Olimpico di Roma, dinanzi ad un pubblico denso e raggiante, si è svolta la 33esima edizione del Golden Gala di atletica, quest’anno dedicato alla memoria di Pietro Mennea, che ha condotto nel capoluogo laziale gli atleti più abili e medagliati del mondo. Difatti questa manifestazione, trasmessa in diretta tv dalla Rai, costituisce una delle 14 tappe della Iaaf Diamond League, vale a dire l’eccellenza dei meeting di atletica leggera.
L’ospite più atteso di questo evento è stato il primatista giamaicano Usain Bolt, oro olimpico in carica e recordman dei 200 metri piani, accolto nella Città Eterna da un folla entusiasta di fan. Dopo il caloroso benvenuto, il pluricampione olimpionico, nella conferenza stampa di presentazione, ha espresso tutta la sua stima nei confronti dell’Italia e in particolar modo nei riguardi del grande velocista italiano Pietro Mennea, scomparso prematuramente il 21 marzo scorso a causa di un male incurabile.
Per di più, al fine di palesare il suo amore per il Belpaese, lo sprinter giamaicano ha emozionato la platea di Roma, che lo ha accolto con una standing ovation, facendo un giro in pista con la maglia azzurra della nazionale italiana di calcio. In seguito oltre 900 ragazzi, in gran parte adolescenti, provenienti da ogni parte d’Italia e dalle corporazioni delle comunità italiane all’estero, si sono precipitati vicino al circuito per scattare fotografie e chiedere autografi a questa leggenda dell’atletica. In effetti, non capita tutti i giorni di incontrare campioni del calibro di Usain Bolt.
Ma nonostante tutti i pronostici a lui favorevoli, l’uomo più veloce del pianeta è stato battuto, nella gara dei 100 metri, dall’americano Justin Gatlin, che grazie a questa competizione è entrato nella Top Ten degli atleti più celeri dell’universo. Di fatto lo sportivo statunitense, oro ad Atene 2004 e medaglia di bronzo a Londra 2012, si è guadagnato il podio con un tempo di 9”94, battendo per un centesimo il fuoriclasse caraibico che ha corso in 9”95. Un risultato incredibile in una competizione entusiasmante. Tanto è vero che il corridore nordamericano, ricomparso nelle piste dell’atletica dopo 4 stagioni per via del doping, si è detto sbalordito per aver superato colui che sembrava inarrivabile.
In ogni caso, nonostante la pesante sconfitta, il primatista giamaicano ha mostrato che anche ad un campione come lui, accreditato alla vigilia dell’evento come il probabile vincitore, di tanto in tanto può capitare una sconfitta. Precisamente si tratta, dopo la terza adesione consecutiva, del primo insuccesso al meeting romano. Quindi ad un anno di distanza dall’ultima gara persa, contro il connazionale Yohan Blake ai Trials giamaicani, a Bolt è toccata un’altra medaglia d’argento.
Oltretutto, nella notte delle stelle dell’atletica, in rappresentanza del tricolore, ha gareggiato il poliziotto Michael Tumi, medaglia d’argento agli europei under 23 del 2011 sui 100 metri piani, che si è posizionato ottavo con un tempo di 10”29. Poi, nel salto triplo maschile, ha ottenuto un’ottima prestazione l’atleta Daniele Greco, punta di diamante delle fiamme oro e campione europeo indoor 2013, che si è aggiudicato il secondo posto piazzandosi dopo l’americano Christian Taylor.
Comprensibilmente il momento più toccante, emozionante e commovente della serata è arrivato quando, sui maxi schermi dello Stadio Olimpico, sono state riportate le immagini più significative della storica vittoria olimpica di Pietro Mennea a Mosca nel 1980. In quel momento è scattato un applauso lungo 10 minuti, dato che il volto leale e pulito del fenomeno pugliese è rimasto scolpito nella mente di chi ama lo sport.
Inoltre, proprio nella giornata dedicata alla memoria della “Freccia del Sud”, Bolt è approdato con un lodevole spirito sportivo nelle file dei vincibili, dimostrando che anche le sconfitte fanno parte della vita.